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domenica 19 giugno 2011

Giù il cappello


Il Meraviglioso Benigni , nel palco dei metalmeccanici guidati da Sant'Oro, ieri 18 giugno 2011 a Bologna, declamò farfugliando un verso di Rimbaud, poeta inneggiante alla Rivoluzione francese , ancora convinto ,dopo un secolo, che essa fu fatta dal popolo e non dalla borghesia contro la monarchia. Ecco la parte della Ode al quale il Magnifico  Guitto ha fatto, con certa enfasi retorica, riferimento:

...........
«Oh, tutti i disgraziati con la schiena che brucia

sotto il sole feroce, che vanno e tornano,
che in questo lavoro senton scoppiare la fronte...
Giù il cappello, miei borghesi! Oh, questi son gli uomini!
Siamo operai, sire, operai! Noi siamo
per i grandi tempi nuovi in cui si vorrà sapere
e l'uomo forgerà da mane a sera,
cacciatore di grandi effetti, di grandi cause,
in cui vincendo lentamente dominerà le cose
e monterà sul Tutto come su di un cavallo!
Oh! Splendidi lumi di fucine! Peggio,
ancor peggio! - Ciò che non conosciamo, questo può essere terribile:
noi lo sapremo! - Coi nostri martelli, in mano, passiamo al setaccio
tutto ciò che sappiamo: e poi, Fratelli, avanti!
Facciamo talvolta sogni emozionanti
di vivere semplice, con ardore, senza dire
malvagità, lavorando col regale sorriso
di una donna che amiamo di nobile amore:
lavoreremo con foga tutto il giorno,
ascoltando il dovere come una tromba squillante:
allora saremo felici, e nessuno, nessuno,
ci potrebbe mai piegare!
Ed avremo un fucile sul focolare.

«Oh, ma l'aria è tutta piena d'odore di battaglia.
Dunque, che ti dicevo? Sono una canaglia!
Restano ancora spie e profittatori.
Siamo liberi, noi, abbiamo paure
che ci fanno più grandi, più grandi! Or ora
parlavo di quieto dovere, d'una dimora....
Guarda il cielo! - È troppo piccolo per noi,
si crepa di caldo, soffocheremo in ginocchio!
Guarda il cielo! - Io torno alla folla
nel grande, tremendo marciume, che trascina
Sire, i tuoi vecchi cannoni sul lurido selciato:
- Oh, solo da morti li avremo mondati!
- E se, dinanzi alle nostre urla, alla nostra vendetta,
le zampe dei vecchi re dorati sulla Francia
spingono reggimenti in abiti di gala,
ebbene, cosa fate, voi tutti? Merda a quei cani!»


Si rimise il martello in spalla.
La folla
intorno a quell'uomo sentiva l'anima ebbra,
e nella grande corte e nelle stanze
dove Parigi ansava nelle sue urla,
un fremito attraversò l'immensa plebaglia,
Allora, con la sua mano grande e superba di grasso,
benché l'obeso re sudasse, il fabbro
terribile gli gettò sulla fronte il rosso berretto!

Non pare un' ode degna dei metalmeccanici italiani ; forse più adatta ai "sant'oro(s)" nostrani...
Oh Oscar Roberto , qui la casa del popolo di Vergaio ti ha preso un pò la testa ; guarda che non stavi in un sogno di leggenda ; eri a Bologna con gli operai e i loro rappresentanti ; con Sant'Oro , la vittima; nel 2011 !  Ma non sarebbe stao meglio un bel Dante o , per cambiare, un bel Petrarca ; o Cecco Angiolieri ; un "giù il cappello" si trova sempre. E anche un " Tutti in piedi ; arriva il lavoro ! " ( per Sant'Oro, di sicuro ).

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