viaaaa!!!

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mercoledì 22 gennaio 2020

La Bretonne

Bretoni nascono
e muoiono
con l’acqua del mare 
intorno al cuore”
(antico adagio popolare)

foto di Liliane Elies


giovedì 16 gennaio 2020

“HAMMAMET” : IL COSO DI GIANNI AMELIO




Non è un film.
Non è un documentario.
La sceneggiatura è un foglio raccartocciato.
Si tratta di episodi incollati attorno alla figura immaginata degli ultimi giorni di vita di un presunto Bettino Craxi . Ma perché presunto ? O era lui ( e bisognava dirlo e rispettare i fatti ) ; o poteva essere una storia fantastica, costruita sulla sua figura. Si è preferito mettere assieme una specie di collezione di francobolli farlocchi, con spirito equivoco .
I personaggi vogliono apparire di fantasia , riferiti invece a qualcuno , lasciato interpretare dal pubblico per dietrologia salottiera.
Non c'è quindi né storia né cronaca; solo il gusto di scavare sull'agonia di un leader politico eliminato da un colpo di stato, con invenzione di idee e di fatti.
L'interprete Pierfrancesco Favino , bravo nel ruolo di Bettino Craxi,, non manca di alcuni limiti , non personali , ma oggettivi. Si è dovuto adattare ad una persona agli antipodi della sua ; e il suo titanico sforzo è stato quello di calarvisi dentro. Lo stesso “trucco” celebrato dai media appare subito posticcio, con alcune smagliature evidenti ( come quelle sopracciglia da clown del circo ). D'altro lato gli stessi occhi e lo sguardo di Favino sono cosa del tutto diversa dalle espressioni irripetibili di Bettino ( forse l'unico che lo ricorda bene è il figlio Bobo ). In poche parole probabilmente la scelta di Amelio per Favino-Craxi non è stata tra le più felici.
Ci sono poi alcuni personaggi semi-inventati , come il Vincenzo amministratore suicida; o il Fausto figlio disperato di un socialista suicida , che avrebbe dovuto rappresentare il tenebre spirito di autocritica, accompagnatore degli ultimi giorni di vita di Bettino ( salvo poi con un coup de theatre finale far diventare Fausto assassino del padre , per vergogna ); o il politico italiano importante “amico-avversario”, in visita, che sviluppa un colloquio con Bettino su traffici partitici e storie dell'italietta furbesca ; o della visita della solita donna-amante, in albergo,in vestaglia e discinta davanti a Bettino ...morente. Personaggi tutti , che non hanno né capo né coda ; buttati lì solo come urla stravaganti nel deserto tunisino.
La vita di Craxi nella casa dell'esilio è visibilmente artefatta ; nel suo svolgersi ; nelle frequentazioni ; nei rapporti. Il ruolo della famiglia ruota tutto attorno alla figlia “Anita”, senza alcuna spiegazione logica , se non forse sentimentale.
Insomma il film non c'è. E non c'è neppure lo spettacolo.
La fotografia è banale.
La musica non c'è o se c'è non si ricorda.
La scenografia è inesistente.
E nella costruzione di un film come questo ad Hammamet , in Africa ,nel Mediterraneo ,tra l'Italia e il Sahara, per la rappresentazione di una tragedia straziante, fotografia , musica e scenografia avrebbero potuto essere in un film , dei capolavori.
E poi quel misterioso messaggio finale di Fausto ( anima critica di Bettino chiuso in un ospedale psichiatrico) contenuto in una cassetta oscura e forse ricattatoria per la storia del Paese.
La mia opinione è che Amelio ha fatto un “coso” ( non film, storico o meno; non documentario ; solo immagini e ... fantasia, su un fatto da tragedia antica ) ; e non si capisce perché . Gianni Amelio passa per essere uno dei migliori registi italiani della nuova generazione : forse che la decadenza rispetto ai loro padri ( in verità monumentali e irraggiungibili ) è ormai entrata in una spirale irreversibile ?
Per chi ha avuto la fortuna di conoscere Bettino Craxi, questo spettacolo ha rappresentato un momento di grande emozione , commozione e riflessione su quella figura politica e umana del compagno e amico, sulla sua storia e sulla recente storia di questo Paese.
Nonostante Gianni Amelio.