viaaaa!!!

viaaaa!!!

giovedì 31 maggio 2012

Giovanilismo







E' istituita l' "Associazione Vecchi d'Italia " ( AVI), in difesa dei diritti e della onorabilità dei vecchi , contro l'aggressione virulenta di giovani rottamatori , dei  loro compari e dei loro sponsors.

"Non abbiamo nessuna paura dei giovani al Governo. Temiamo solo che si impossessino di Enti economici e culturali, ove si maneggia denaro e sapere. Non che dubitiamo della loro probità ( salvo frequenti eccezioni ) . Ci fanno invece paura la loro ignoranza , la loro incompetenza , a volte la loro incoscienza ". ( parafrasando Luigi Einaudi )

Progetti di legge 1



Il qualunquismo è l’anticamera del fascismo. Quindi :
 
art. unico:  “ Tutti devono votare ; chi non vota sarà fustigato fisicamente e moralmente; e in galeraaa!”

martedì 29 maggio 2012

INGV ?


Terremoto in Emilia : c’è da fidarsi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, INGV ? Delle sue carte ? Delle sue previsioni ? Delle inutili comparsate televisive dei suoi banali geologi ? A occhio, no !

Operaismo presidenziale



Napolitano, Tristissimo muoiono operai

Ma perché , se morissero impiegati ,casalinghe, disoccupati , vecchi o bambini sarebbe meno triste ?  L’operaismo del presidente ricorda vetero-riferimenti.

venerdì 25 maggio 2012

Vedi Grillo e... toccati !



Leggete bene. Nel 2018 il mondo sarà diviso in due blocchi: a Ovest con internet e a Est con una dittatura orwelliana. Nel 2020 ci sarà la terza guerra mondiale (durerà vent'anni) che spazzerà via San Pietro e Notre Dame e altri simboli. Si useranno armi batteriologiche e il clima sarà stravolto e il mare si alzerà di 12 metri. La popolazione si ridurrà a un miliardo e finirà il petrolio. Nel 2040 trionferà la rete democratica (internet) e nel 2043 gli ambientalisti divideranno il pianeta in migliaia di comunità governate dalla rete. Nel 2047 ciascuno avrà la sua identità elettronica in un network sociale (forse creato da google: Earthlink, dove se non ci sei non esisti) e i passaporti saranno aboliti. Nel 2050 un brain trust collettivo risolverà ogni problema mentre nel 2054 ci saranno le prime elezioni mondiali in rete, dopodiché spariranno religioni, partiti e governi nazionali. Ora: sappiate, prima di chiamare la neuro, che questo è il futuro previsto da Gianandrea Casaleggio in un video da lui prodotto nel 2008. E' in rete. Casaleggio - un tizio che sembra Angelo Branduardi ingrassato - è il guru e il socio di Beppe Grillo che gestisce il suo blog e il suo partito in tutto e per tutto. Casaleggio è Grillo. Non abbiamo commenti da fare: vi stiamo solo dando delle informazioni.
Da Filippo Facci Libero 25 maggio 2012

mercoledì 23 maggio 2012

Eurocondizioni



Tutti, almeno in apparenza, sembrano convertiti alla teoria del “rigore con la crescita” ; questo viene richiesto ai Paesi della eurozona.
Cominciamo dal rigore : il concetto è chiaro : i conti pubblici devono tornare ; si deve spendere il meno possibile e si deve anche vendere almeno qualcosa del patrimonio che non serve alla collettività ; poi si devono rifare i conti ; se questi continuano a non tornare , si prova a ragionare su eventuali tasse. Ma il rigore nella spesa e la cessione di un patrimonio non essenziale , sono i primi due strumenti da usare per coprire i debiti . Le tasse vengono dopo. Invece si sta procedendo all’inverso ; prima le tasse , poi quella che in termini caricaturali chiamano la “spending revew” e infine il patrimonio da vendere ,che sembra processo più lento e complesso ( anche se non è vero ). Come fu fatto con l’euro ; si ribaltarono i termini di procedure economiche arcinote a tutti gli addetti ai lavori ; fecero la moneta , per fare l’integrazione economica ; e non l’inverso , come ogni logica avrebbe voluto ; non solo: questa moneta “artificiale” fu anche ingessata ( cioè non gestita ).
Veniamo alla “crescita” ;  si cresce,  se si investe e si creano così lavoro , prodotti e consumi ; per investire bisogna avere moneta ; ma il rigore impedisce di avere “altra” moneta ; bisognerebbe stamparla ; stampare euro, svalutando così la moneta attuale. Quando nacque essa fu concepita in  una parità sostanziale col dollaro ; forse sarebbe giusto tornare  attorno a quei tassi di cambio ; o quanto meno porsi il problema e avere progetti , fare proposte. La Germania vuole una moneta più forte ; lavora e produce in maniera diversa da gran parte delle regioni europee; e quindi la sua moneta deve essere rappresentativa del suo sistema economico. Non ha torto a irrigidirsi sui problemi economici e monetari , misurandoli sulla propria realtà. Il problema è che la crescita dell’Europa parte in larga misura da situazioni di arretratezza economica strutturale, che richiedono investimenti e sviluppo , del tutto diversi per qualità e quantità da quelli delle aree ricche del continente. Quindi crescita vuol dire investimenti , nazionali ed europei che siano.
Che fare ? E’ necessario insistere affinché la BCE sia una vera Banca dell’Unione Europea , capace di : a) emettere eurobond , obbligazioni europee da destinare ad investimenti infrastrutturali, ma anche culturali e scientifici; b )garantire i prestiti destinati allo sviluppo industriale delle aree più deboli dell’Unione ; c) gestire la moneta europea , in analogia con le altre monete “concorrenti” , di tutto il mondo ( tra poco ci sarà da fronteggiare anche  la potente entrata dello yuan cinese nel mondo finanziario internazionale ). Gestire significa fare anche azioni di svalutazione o di rivalutazione della moneta. Un direttorio della BCE rappresentativo delle esigenze monetarie dell’Unione dovrà avere l’autonomia e la forza per accompagnare le politiche economiche di Paesi molto  diversi , che hanno aderito all’eurozona ( oltretutto ne stanno arrivando altri ) . Queste tre condizioni possono mantenere in vita l’euro; e anche rafforzarlo quale moneta di scambio internazionale. Ma a queste condizioni , bisogna aggiungere una premessa ; alla costituzione dell’euro , non fu pensata una procedura per uscire da quella moneta ; questo limite fu in parte corretto nel Trattato di  Lisbona del  2007, su proposta tedesca ; la correzione è stata parziale e abbozzata ( procedure per uscire dall’Unione , non dall’eurozona); bisogna invece chiarire questa procedura ; perché si sappia bene cosa significhi non solo entrare , ma anche uscire dall’euro. Quando la Germania pose il problema si disse che essa stava preparando l’uscita della Grecia . Qualcuno pensò che invece stava preparando la sua uscita ; probabilmente sapendo che prima o poi qualcuno avrebbe chiesto per l’euro le condizioni sopra ricordate ,oggi  inaccettabili per la Germania,  Federale unificata con la DDR  , grazie anche all’aiuto dell’euro.
Ma ci sarà qualcuno in Europa capace di parlare con chiarezza su questi problemi , essenziali per la vita dell’ euro e forse dell’Unione stessa ?

Pubblicato da "l'Occidentale" il 23 maggio 2012
 

lunedì 21 maggio 2012

Il vispo Bersani




La vispa Teresa
avea tra l’erbetta
A volo sorpresa
gentil farfalletta
E tutta giuliva
stringendola viva
gridava distesa:
"L’ho presa! L’ho presa!".

A lei supplicando
l’afflitta gridò:
"Vivendo, volando
che male ti fò?
Tu sì mi fai male
stringendomi l’ale!
Deh, lasciami! Anch’io
son figlia di Dio!".

Teresa pentita
allenta le dita:
"Va', torna all'erbetta,
gentil farfalletta".
Confusa, pentita,
Teresa arrossì,
dischiuse le dita
e quella fuggì. 



Il vispo Bersani fu sicuramente primo al corso del PCI delle Frattocchie ; lì  si insegnava che un comunista non perde mai ; mai, neanche davanti alle evidenze ; anzi deve mostrare sempre gioia e soddisfazione ; davanti ai qualunquismi e alle mafie dilaganti , lui ha vinto ; ed è contento ; e stringe la farfalla tra le sue mani...

domenica 20 maggio 2012

Hollande tuttofare



“Rassembler” , riunire i francesi , aveva predicato Hollande prima e dopo la sua elezione a Presidente. “Ressembler” un corno ! Ha fatto un governo unicamente di socialisti, di partito, e di “suoi cari”( con tre  eccezioni ; su 34 ministri , una è verde e due radicali ); tutti assieme non rappresentano più del 25 % dei francesi , un francese su quattro ; pochino , per voler unire tutti francesi sotto il nuovo re repubblicano François Hollande. Poi aveva promesso parità tra uomini e donne ; si, è vero,  17 ministri sono donne , ma con portafogli di secondo ordine, come averle fatte entrare in casa e messe in cucina ( ad eccezione della Ministra della Giustizia ).
Quindi è già cominciato il borbottio contro Hollande . Ha diminuito del 30% le indennità dei Ministri , ma ne ha aumentato il numero del 70% ( da 20 del Governo precedente a 34 dell’attuale ), con tutte le spese collaterali che accompagnano la vita di un ministro. Ha fatto la scena del cambio da un Presidente Sarkò, bling bling , a quello di uomo di Stato, forte e ligio ai doveri di servizio alla Francia , fino a farsi annacquare come un pulcino da un temporale che lo ha colto in giacca e cravatta nella sfilata ufficiale agli Champs Elisées in auto scoperta , in piedi come un soldato , ovviamente senza impermeabile , né protezione alcuna ; nudo e forte per senso dello Stato !  Mah !
Già si disse nell’Occidentale che le elezioni presidenziali e quelle legislative del 10 e 17 giugno erano legate più di quanto non si pensasse. Ecco, questo legame ora si sta evidenziando . Hollande ha fatto un largo governo di socialisti di partito ( e mancano ancora i Segretari e Sotto-segretari di Stato ) soprattutto in vista delle elezioni legislative; il suo obiettivo è quello di passare da 197 seggi attuali a 288, su 577 deputati da eleggere, con sistema maggioritario ( i due candidati più votati al primo turno vanno al ballottaggio ). E così ha utilizzato il Governo , come “strumento” elettorale . E’ venuto fuori quello che un po’ tutti temevano ; l’astuto uomo di partito  che ha prevalso sulle apparenze dell’uomo di stato. Il Primo Ministro, suo compagno fidato , ha detto subito che i ministri candidati e non eletti dovranno dimettersi dal Governo ; di 34 ministri , 5 soli sono in collegi tranquilli ; gli altri 24, che si sono  candidati, rischiano tutti il posto.
E’ peraltro comprensibile che Hollande cerchi una sua maggioranza più forte possibile in Assemblea Nazionale , per evitare o ricatti parlamentari o addirittura una coabitazione con un Governo politicamente diverso dal suo progetto. A complicare le cose ci sono le richieste dei suoi alleati : il Partito Comunista Francese , usata l’immagine allegra e istrionica dell’ex socialista Melenchon, è tornato quello di prima ( non invita neppure il povero Melenchon alle riunioni sulle legislative ) ; aveva 19 deputati ( su 20 del Fronte della Sinistra ) e ne chiede 30 ; i verdi e i radicali di sinistra ne chiedono 15 ciascuno ( minimo per fare il gruppo parlamentare ) ; qualche deputato lo chiede anche Chevenement , ritiratosi dalla corsa presidenziale e già deluso e borbottante. Gli accordi pre-elettorali ,che dovevano essere chiusi prima del 18 scorso , sono falliti ; i comunisti li volevano fare su 29 circoscrizioni e i socialisti su almeno 50. Tra 50 e 70 circoscrizioni c’è il pericolo, per la sinistra divisa, di non arrivare al secondo turno di ballottaggio, data la forza del Fronte Nazionale di Marine Le Pen. In conclusione la situazione elettorale è delicata e Hollande spera di risolverla anche con l’uso dei posti di Governo ; e tutto ciò non pare elegante, soprattutto per chi si era impegnato ad essere uomo di Stato e non di parte ( per essere uomo di Stato non basta la sfida, semi-umoristica, alla pioggia per deporre una corona al milite ignoto ) . In realtà la Sinistra francese spera di vedere la politica dopo le elezioni legislative ; e anche la Destra del dopo Sarkozy è impegnata sullo stesso obiettivo, con l’importante nodo da sciogliere relativo al Fronte Nazionale , che in realtà in alcuni collegi sembra più forte dell’UMP , partito della destra presidenziale.
Per il momento , Hollande, ancora zuppo come un pulcino dopo la sfilata agli Champs Elisées, è volato dalla Merkel , colpito anche da un fulmine in aria. Aveva fatto minacce in campagna elettorale ; Merkozy ( gli accordi di acciaio tra Germania e Francia) sarebbe finito ; l’incontro si è invece concluso con grandi strette di mano e un nuovo accordo : in Europa  la Germania consentirà che al rigore sia affiancato lo sviluppo ( Dio solo sa cosa voglia dire questo paradigma rigore-sviluppo ! ) . Tutti i drammatici  problemi dell’eurozona restano aperti e non si riesce a capire quale sia la posizione di Hollande in materia. Anche perché il Presidente è volato subito in America , da Obama , che, tra l’altro , gli ha proposto tra una pacca sulla spalla e un’altra , un cheesburger di Chicago, onde rompergli il suo “demi- phisique du role” , conquistato in cinque anni di duro lavoro. Hollande ha stabilito un’intesa con Obama sul “vogliamoci bene” e sul ritiro dei francesi dall’Afghanistan a dicembre 2012 , invece che a giugno 2013 ( obiettivo travolgente per la vita dei francesi !) Alla riunione del G8 a Camp David , tra i tapis roulant di Obama e Cameron e i salottini , con camicie , camicette e golfini della Merkel  e di Monti, Hollande è stato accettato nel club ( d’altra parte la domanda non poteva essere rifiutata ). Hanno ripetuto le stesse cose , ma sull’ eurozona ci sono stati movimenti ; Hollande e Monti ( sostenuti sembra da Obama ) hanno predicato lo “sviluppo”; la Merkel e Cameron il rigore dei conti. Nel frattempo il sistema finanziario internazionale ha continuato a menare randellate a più non posso, per accumulare ricchezze monetarie e ignorare le ricchezze produttive; nonostante il “club” di Camp David e il neofita Hollande , che aveva dichiarato in campagna elettorale “il mio avversario non è il signor Sarkozy , ma la signora Finanza!” 
Il rimpianto per i De Gaulle , i Churchill, gli Adenauer, i De Gasperi, gli Shumann o i Roosvelt è grande ; ce ne dovremo  fare una ragione.

Pubblicato da "l'Occidentale" il 21 maggio 2012          

venerdì 18 maggio 2012

Krugman docet


Non tutto e' perduto, ecco cosa bisogna fare

di: WSI Pubblicato il 18 maggio 2012| Ora 10:08

"L'euro puo' ancora essere salvato", secondo il premio Nobel. Ma va svalutato. I leader delle maggiori potenze d'Europa devono intervenire ora. Bce e Germania si rassegnino a diversi anni di inflazione al 3-4% e oltre.

New York - La spaccatura dell'euro, quel grande esperimento pieno di difetti che e' l'area della moneta unica, non e' piu' un evento cosi' lontano e non fa piu' parte solo delle fantasticazioni di qualche economista pessimista.

Le cose potrebbero degenerare in fretta, nel giro di mesi, non anni. La Grecia potrebbe tornare alla dracma gia' alla fine di quest'anno. E i costi, economici e politici, saranno enormi.


Non tutto e' perduto, tuttavia, secondo il premio Nobel
Paul Krugman. "L'euro (o almeno gran parte di esso) puo' ancora essere salvato. Ma i leader delle maggiori potenze d'Europa devono intervenire ora". In particolare la Germania e la Bce devono cambiare la strategia di questi ultimi anni. "Devono smettere di fare la morale e agire. Devono smetterla di temporeggiare e anticipare i tempi".

La Florida e la Spagna hanno avuto gli stessi problemi con la bolla immobiliare, ma quando la bolla e' esplosa nello stato meridionale degli Stati Uniti gli anziani potevano ancora contare sulle loro pensioni e assicurazioni mediche. A Madrid no. In questo modo la bolla del real estate si e' trasformata anche in una grande ingestibile crisi fiscale.


La risposta dell'Europa e' stata l'austerita', nel disperato tentativo di calmare i mercati. Tuttavia, come peraltro sottolineavano tutti gli economisti in coro, i tagli non fanno che aggravare la depressione nelle economie in difficolta' e portare a un'instabilita' politica.


"E ora arriva il momento della verita'" - dice Krugman sul suo ultimo
editoriale pubblicato sul New York Times. Il punto chiave riguarda la Grecia, che sta vivendo una corsa agli sportelli della gente che ormai da' per scontata un'uscita del paese dall'Eurozona.

E' qui che deve entrare in scena la Bce. Per ora Francoforte non fa altro che finanziare questo fenomeno, prestando alla Grecia gli euro necessari. Quando la Bce decidera' che non puo' piu' offrire liquidita' alla Grecia, allora Atene sara' costretta ad abbandonare l'euro e tornare a stampare dracma.


Si creerebbe un precedente, la comunita' finanziaria scoprirebbe che l'euro e' reversibile e avremo una corsa agli sportelli anche in Spagna e Italia. Ancora una volta Draghi dovra' decidere se offrire finanziamenti a mano libera o se invece dire di no. In quel caso tutta l'area euro esplodera'.


Ma i prestiti non sono tutto. A Italia e soprattutto Spagna va data speranza - un contesto economico nel quale abbiano prospettive ragionevoli di emergere dall'austerita' e dalla recessione.


L'unico modo realistico per offrire una cosa del genere, la banca centrale dovra'
"svalutare la moneta unica", rinunciando all'ossessione con la stabilita' dei prezzi e accettare invece di trascorrere diversi anni con un tasso di inflazione del 3-4% (e anche di piu' in Germania).
 E' l'unico modo plausibile per salvare l'euro. Di mezze misure i paesi periferici non se ne fanno piu' nulla. E' ora di cogliere la palla al balzo, prima che sia troppo tardi e la sconfitta economica e - ancora piu' grave - politica scateni rivolte sociali, offrendo l'Europa in pasto alle fazioni estremiste.

Tutto il mondo sta a guardare, per sapere se Bce e Germania ne saranno capaci. E Monti, il terzo incomodo che ha piu' esperienza di Merkel e Hollande, potrebbe fare da
ponte diplomatico per mettere d'accordo la Germania, con le sue politiche di rigore, e la Francia, che vuole puntare su spese pubbliche e crescita.

Euro ? Un indovino !


Questo scrisse il nonno nel 2000 :  un indovino !


L’Euro non ce la fa. Era prevedibile. Alcuni, per la verità pochissimi, espressero forti riserve sul modo con cui fu concepito. Non c’era alcun segnale significativo di integrazione economica europea e la moneta unica nasceva come strumento per forzare gli atti politici ed economici di integrazione. Non pareva una soluzione ragionevole. Chi aveva il potere di decidere le tappe dell’Unione era lo stesso che decideva di usare la moneta per convincere sé stesso a fare questa Unione. Si racconta che un vecchio Ministro degli Interni francese, Marcellin, fosse uso a scrivere delle lettere indirizzate al Sindaco di Rennes, che era lui stesso : con grande gioia si rispondeva. Il gioco riguardava lui. Il gioco dell’Euro riguarda qualche centinaio di milioni di persone per lo più di Paesi industrializzati e con grandi tradizioni economiche e storiche.
Resta il dubbio sul perché fu presa quella decisione. Errore in buona fede ? Superficialità ? Fanatismo europeista ? Interessi di potere ?
La verità è che oggi l’Euro è più una unità di conto che una moneta: più simile all’Ecu che alla Lira o al Marco. Quindi non piace come bene di investimento e perde valore nei mercati finanziari. La questione ora è : ce la farà l’Euro a diventare a breve moneta circolante nello spazio dell’Unione? In effetti i popoli della vecchia Europa, se oggi consultati in proposito, forse respingerebbero l’Euro e chiederebbero di mantenere le proprie monete nazionali. In questa situazione c’è chi pensa e lavora ad un rapido allargamento dell’area Euro a nuovi Paesi . Sarebbe come dire che , avendo 38 di febbre, per guarire , bisogna correre la maratona ! Certo tutto si può fare : e l’incoscienza può anche essere divertente, quando riguarda una persona. Quando invece diventa un sistema di governo dei popoli diventa pericolosa come tutte le altre incoscienze storiche, che la stessa Europa ha pianto e a difesa dalle quali il progetto dell’Unione europea era nato.
I sintomi della irresponsabilità ( analoga all’incoscienza ) ci sono tutti. Il governo della moneta è stato affidato ad un gruppo di sedicenti tecnocrati che non rispondono a nessuno: un ministro italiano si permise di esprimere dubbi e riserve sul direttorio Euro e fu immediatamente messo a tacere come un povero ignorante, parente scemo della congrega. Le politiche economiche dei Paesi membri tendono ad andare ognuna per conto proprio, Euro permettendo : e così quelle fiscali e quelle sociali. Come può uno smoking stare addosso ad Arlecchino ?
In termini concreti e stando ai fatti, poiché le opinioni piacciono sempre meno a chi ci governa,la lira in quaranta anni si è svalutata rispetto al dollaro di circa quattro volte: per una volta ,solo negli ultimi due anni di Euro. Ma c’è chi sembra contento. La Rai ha consultato qualche esperto di problemi monetari. La signora Padoa Schioppa ( si chiama forse casualmente come il membro italiano del Direttorio Euro) si è detta fiduciosa nella ripresa dell’ Euro ; e poi le esportazioni ne trarranno vantaggio: non ha invece citato i “fondamentali” dell’economia europea, che tutti i professori di moda amano richiamare ,con un certo compiacimento dottrinale, senza forse rendersi conto che i “fondamentali “ per la gente sono ben altre cose. Il direttore dell’ICE ha detto che tutto va bene, nonostante il buco della bilancia commerciale: le esportazioni tirano ;delle importazioni non si parla : non sono di moda. Gli esperti dubbiosi sull’operazione Euro tendono ad essere evitati, come quelli che sbagliano; opinioni diverse piacciono sempre meno.
Ecco quello che deve preoccupare è proprio l’incoscienza della gestione politica e istituzionale di questo periodo di storia dell’Europa e dell’Italia. Si fanno sciocchezze; si fanno pagare a milioni di persone. Il nostro potere di acquisto nell’area del dollaro o dello yen ha perso in 600 giorni quasi il 40% del suo valore. Nessuno ne vuol rispondere.Si tende a “criminalizzare” chi la pensa diversamente. Si evita quindi anche il confronto, nel timore che i fatti dimostrino gli errori e forse scoprano altarini, che è bene tenere riservati. Già perché sarebbe utile capire cosa si nasconde dietro questa apparentemente stupida e drammatica vicenda dell’ Euro.



 29 ottobre 2000

giovedì 17 maggio 2012

I santini della Margherita

Lusi dice di essere stato il bancomat della Margherita , partito politico… di massa a cui sono stati dati dallo Stato più di 400 miliardi di lire ( lire per poter fare paragoni con la vituperata prima repubblica ; almeno quindici lire, oltretutto, sono mie ) ; dice di aver dato soldi a Rutelli , Bianco e Renzi ; tutti lo quereleranno ; staremo a vedere se il bancomat è stato fatto con ricevuta o senza. In ogni modo tutti questi “santini” potrebbero  fare un passo indietro   ( ma il bello, il brutto e il foruncolo , possono farlo oppure no ? E se lo facessero , dove andrebbero ?) .

sabato 12 maggio 2012

Renzi lo strillino


Matteo Renzi è sindaco di Firenze ; e ben gli sta : ai fiorentini !
Fin da piccolo ha studiato per il potere ; non ha mai lavorato ( salvo una strana parentesi iniziale in una cooperativa di distribuzione giornali , pubbliche relazioni e strillonaggio; così pare ). E’ stato sempre dietro a buttar giù quelli che gli stavano davanti e tenersi buoni quelli che gli stavano dietro. Ne ha poi fatto una questione anagrafica ; davanti gli stava e gli sta gente più vecchia di lui ? E allora via alla rottamazione dei vecchi. Se fosse in Parlamento avrebbe già proposto una legge per eliminare, smontare , svitare, tritare tutti i vecchi del Paese ; via ! Ci costate cari, non servite a niente , avete idee vecchie , via, fuori , tutti giù per terra o sotto terra.
L’AVI ( Associazione Vecchi d’Italia ) non l’ha presa bene e spera che il Renzi torni a fare lo strillone o lo strillino , tenuto conto dell’età ; ma anche gli strilloni hanno paura a stargli davanti ; a ottanta anni butterà giù quelli che ne hanno novanta , perché vecchi ; dovunque sia e qualunque cosa faccia.   

giovedì 10 maggio 2012

Ubs e guerra civile



E se a uscire dall'euro fossimo noi, cosa ci toccherebbe? … Secondo il report Ubs, la nuova lira partirebbe svalutata del 50% rispetto al cambio attuale. Così per fare un euro ci vorrebbero circa 3.000 lire. Poco meno per comprare un dollaro. Gli effetti del deprezzamento delle nostre merci che renderebbero convenientissimo il Made in Italy su tutti principali mercati europei verrebbero però azzerati da dazi doganali di almeno il 50% che i  Paesi del Nord Europa imporrebbero quasi certamente da subito. In compenso ci troveremmo a pagare carissimo il petrolio che importiamo (tutto) e questo scatenerebbe un'inflazione a due cifre. Sicuramente superiore al 10%.Diventerebbe insostenibile per le nostre finanze anche il peso dei titoli del debito pubblico emessi in  euro , destinati a rimanere in circolazione. Senza contare gli interessi, pure questi non inferiori al 10%. Vale la pena di notare che i tre analisti di Ubs non escludono l'insorgere di violenti disordini sociali che potrebbero portare addirittura a alla guerra civile.
 
Ecco finalmente l’uscita degli “esperti finanziari “ che sull’euro da tempo speculano , da Londra , nel regno della sterlina. Ecco spuntare  il terrorismo economico , come arma da combattimento nella loro “terza guerra mondiale”. Se fossero così gentili da dimostrare le loro tesi , tutti i passaggi del loro ragionamento, a cominciare da quello curioso dei sicuri dazi su tutte le merci “non euro” nei Paesi “euro”,  per finire a quello delle probabili  guerre civili.  La nuova grande forza politica sovranazionale : la Ubs, ufficio di Londra !!!

Grillo nella moneta



(ANSA) - ROMA, 10 MAG - L'Italia deve prendere in considerazione l'ipotesi "di uscire dall'euro, il tema non può essere più un tabù". Lo ha detto Beppe Grillo in una intervista all'agenzia Bloomberg. "Il debito pubblico sale, la spesa pubblica è fuori controllo, le aziende falliscono, i costi del lavoro aumentano, gli stipendi calano e noi non abbiamo nemmeno più la possibilità di contrattare sul nostro debito", ha detto sottolineando quindi che "l'euro è un cappio al collo che si restringe di giorno in giorno".

Farselo dire dall’ex comico Grillo, è tanta roba. Questo è il livello della cosiddetta seconda repubblica . Qualcuno, per favore, vuol fare i conti di cosa potrebbe significare l’uscita dall’Euro ? E’ vero che è impossibile ? Quali sono le condizioni finanziarie per una rinegoziazione della presenza italiana o francese o spagnola nell’area euro ? Quali sono le stesse condizioni per l’uscita dall’euro della Germania, che si sta trasformando in un…  quarto reich economico ?  Chiediamo tutto a Grillo ? O alle meravigliose Ruby e Rosi ,  adorate galline ovaiole, che sono financo riuscite a ridere di questa Italia.

lunedì 7 maggio 2012

Sarkozy ha perso



Sarkò ! “Degage”! ( Levati di torno ) . Ecco questo è il risultato delle elezioni francesi.
Dai sondaggi il 55% dei voti presi da Hollande non sono per lui, ; sono contro Sarkozy. E’ evidente che nei ballottaggi tra due candidati , è facile non essere rappresentati da nessuno dei due ; ma votarne uno, solo per dire no all’altro , è più complicato. In poche parole nelle elezioni francesi non è tanto che ha vinto Hollande ; ha perso Sarkozy.
La Francia anche questa volta, al primo turno presidenziale, ha votato centro- destra , per quasi il 60 %; poi, restando Sarkò al ballottaggio , non è andata a votare ( 19,7%  ,+ 3,7% rispetto alle precedenti presidenziali ), ha votato scheda bianca (5 %,  secondo le indicazioni di Marine Le Pen, Front National) o ha votato per Hollande ( 30% dei centristi e 14 % dei “nazionalisti” della Le Pen).
Ora si sposta tutto sulle “legislative” di giugno. Anche in questo caso la sinistra  sembra favorita. Localmente gli “amministratori” di sinistra in genere sono più considerati degli altri , che oltretutto in genere tendono a frantumarsi. Ma bisogna tener conto di una serie di variabili . Il Fronte Nazionale, oggi non rappresentato in Assemblea, con il suo 18 % di voti potrebbe diventare determinante in molti collegi  ; quindi le altre “destre” dovrebbero concordare con il movimento “bleu marine”, eventuali deputati. Ma se questo avverrà, perderanno i voti dei“centristi”, che sono dichiaratamente contro il Fronte Nazionale. I “centristi” forse hanno già contrattato alcuni collegi , con la sinistra o con la destra. Lo stesso avranno fatto i socialisti con il “fronte della sinistra” e i verdi . E tutto ciò ,ovviamente, dovrebbe essere avvenuto durante la campagna presidenziale , nonostante le drastiche smentite degli interessati.Si potrebbe continuare a lungo su questi traffici elettorali ; una cosa è certa : il sistema elettorale francese è malato e deve essere curato ; ma anche in questo caso , come in Italia, non sembra che ci sia accordo sulla cura da fare.
Dunque Hollande il 15 maggio porterà le sue cose all’Eliseo. Per cominciare è iniziato il toto-ministri. Ogni previsione può essere azzardata, tenuto conto del Presidente “normale”, come si autodefinisce Hollande ; è un normale manovratore di partito, abituato alle mediazioni delle mediazioni; all’analisi delle capacità e del potere , attribuibili ad ognuno; i posti in gioco sono tanti ; ma tante sono anche le ambizioni ; e tanti  gli accordi con gli “altri”, che hanno permesso ad Hollande di essere Presidente. La dietrologia sui nomi quindi oggi può essere solo un gioco da salotto. Solo un fatto deve essere sottolineato . Hollande disse in campagna elettorale che il capo del Governo non deve essere un “collaboratore” del Presidente ( come invece amava dire Sarkò ); egli dovrà dirigere veramente il Governo , essere un Primo Ministro vero ; e quindi quel posto sarà “strategico”.
Non bisogna altresì dimenticare  l’impegno preso dal candidato Presidente di avere un Governo fatto almeno per metà da donne.
Sul programma di Hollande si è detto molto a proposito e forse  anche a sproposito. Il personaggio viene da una gioventù paracomunista e da una crescita socialista , trasformata ormai da tempo in socialdemocratica; come tutti i socialdemocratici europei , anche lui sarà pragmatico e condizionato da regole e vincoli comunitari. Con una differenza rispetto agli altri ; che la Francia è Nazione , con caratteristiche economico-sociali , che danno al potere pubblico un grande margine di intervento. Lo “statalismo” francese è insito nella Nazione , condiviso da tutti, dalla destra alla sinistra. Il sistema liberale alla tedesca o alla americana , per esempio, in Francia è inconcepibile. L’elettricità , il petrolio o il gas o l’industria nucleare o quella avionica, per non parlare di tutti i servizi  , sono  settori pubblici con la bandiera nazionale ; quindi il nuovo Presidente socialista non farà che mantenerli. Resta invece aperto il problema del suo rapporto con il mondo finanziario ; all’inizio della campagna dichiarò che il suo avversario non era Sarkozy , ma la signora Finanza. E’ ancora così ? Come la metterà con l’euro ? Continuerà nella politica dell’euro forte ( cambio con il dollaro a 1,30-1,60 ) o spingerà per un euro più debole e rispettoso delle realtà economiche che lo usano ( cambio con il dollaro a 0.90-1.10 ) ? Nazionalizzerà eventuali banche in difficoltà ? Colpirà le cosiddette speculazioni finanziarie ?
E’ curioso vedere un opinione pubblica che ha paura solo della tassa sui ricchi di Hollande ; ha proposto che su oltre un  milione di reddito annuo, si  paghi una aliquota fiscale del 75 %;  chi ha un reddito in Francia di quelle dimensioni , non teme questo aggravio ( anche se forse esagerato ) : non gli cambierà la vita.
Le vere incognite della presidenza Hollande restano quelle relative al suo rapporto con la spesa pubblica e quindi alla sua politica budgettaria ; alla sua politica europea; alla sua politica monetaria ; e alla sua politica estera , con particolare riferimento a quella mediterranea.
Sarkozy ha perso , oltre che per la sua politica confusa ( che ha avuto anche degli aspetti positivi ) ,soprattutto  per la sua persona, purtroppo per lui, poco francese ; eletto Presidente andò a cena con amici ricchissimi al Fouquet’s , ristorante extralusso degli Champs Elisées.  Hollande, in un palchetto di Tulle,       cittadina della Correze, ove  ha incarichi elettivi da più di venti anni, ha fatto suonare la “vie en rose” da un accordeon ( fisarmonica) e da un’orchestrina popolare ;in piazza si è ballato fino alle ore piccole . Il Presidente si è invece precipitato , senza mangiare, alla festa della gente francese , soprattutto giovane, alla Bastiglia , a Parigi.

Trota il clandestino


 "Ma il figlio di Umberto Bossi ha studiato da clandestino in Albania? A noi in Italia ci fanno sputare sangue per avere il permesso di soggiorno per motivi di studio". Dicono molto giustamente  gli albanesi.

Gli albanesi contro il Trota: Non meriti la nostra laurea

Beh, quelli del Trota fecero il colpo di stato nel 1993; bella gente questi barbari...traffichini. W gli albanesi !

domenica 6 maggio 2012

Lamento monetario

 
 L’ Euro è una bomba a grappolo ; il cuore è nella finanza internazionale , che ci sta speculando su. Sta disintegrando l’ Europa a pezzi e rovinando milioni di suoi cittadini. La bomba è portata dalla eurocrazia che detta  legge sui governi dei popoli. E’ purtroppo iniziata la terza guerra mondiale ; essa è fatta molto con le monete ( oltre che con le armi in qua e là per il mondo) . La tragedia è che si soffre in silenzio ; peggio : siamo talmente masochisti che ,per stare in linea con la cultura  dominante , si dice ( e si spera ) che senza quella bomba saremmo tutti rovinati . Per paradosso allora dovremmo dire che abbiamo imboccato una via senza ritorno . Siamo prigionieri dentro ad un villaggio globale europeo , in cui la moneta ha comandato e comanda ; i soldi hanno prodotto soldi e la povertà, povertà ; senza alternativa alcuna. E la spirale di degrado non si ferma ; e dal villaggio non si può uscire .Il tutto , in nome di una libertà , che si restringe sempre più. Ohi, ohi, ohi !

giovedì 3 maggio 2012

Sarkò vs Hollande



 Sembra che il trasloco sia già stato prenotato ; dall’Eliseo il 7 mattina partiranno due tir ; uno con le cose di Sarkozy ; l’altro con quelle di Carlà .
Nel ring televisivo, infatti Sarkò , detto l’animale dello schermo, ha perso ai punti contro lo sfidante Hollande , detto pesce dalla pinna facile. In Francia gli osservatori danno la parità tra i due ; ma non è così.
Hollande ha avuto il riconoscimento di uomo di Stato ; lo ha ammesso anche la leader del Fronte Nazionale, Marine Le Pen. E questo fatto dell’immagine era un punto debole del socialista ;egli  appariva come un navigatore di partito; un mediatore ; un figlio di altri ( per esempio di Mitterand, di Delors o di Jospin ) , con poca autonomia di pensiero; un “compagno” godereccio , dalla battuta allegra e fulminante. In tv invece ha fatto la sua figura di uomo rigido , dallo sguardo penetrante e dalle convinzioni determinate, con solida preparazione , conclusasi con il prestigioso corso Diderot dell’ENA nel 1980. Davanti, il rivale Sarkozy , “candidato uscente”, come lo ha definito Hollande , si è agitato molto, saltellando e martellando l’aria con pugni spesso roteati a dismisura ( per esempio dando continuamente del bugiardo al suo interlocutore , che, guardandolo fisso , si chiedeva a voce alta se per caso questo del “bugiardo”non fosse un complesso personale del “candidato uscente” ). In effetti Sarkozy , con tic nervosi ripetuti e a volte frenetici, appariva come un avvocato di provincia , al quale è stato affidato il compito di difendere le idee e i progetti di una vecchia e solida Francia liberal-democratica.Cioè un compito sproporzionato per l’avvocato Nicolas Sarkozy , nonostante la sua decennale esperienza politica . Nel 2007 vinse le elezioni contro la compagna di Hollande , Segolène Royal ; non fu troppo difficile , perché obiettivamente la signora non mostrò la statura di capo di Stato. Ora a vendicarla è venuto l’ex consorte, che ha fatto vedere ai 18 milioni di francesi, incollati a bordo ring, che il personaggio Presidente Sarkò è molto più fragile di quello che vuole apparire.
Nei contenuti il confronto è stato banale. I due hanno ripetuto i punti dei rispettivi programmi ; Hollande , impegnato per il “cambiamento “: con un progetto sociale molto difficile , se non impossibile ; con un attacco alle attuali regole europee; con un progetto fiscale anti-ricchi ; con proposte per la “crescita”, liturgia di moda senza grandi contenuti ; con una politica estera di  francocentrismo “patriottico”; con aperture nei confronti del multiculturalismo nazionale. Sarkozy, arroccato sulla difesa di tutto il suo operato ; e quindi sulla proposta della continuazione di un lavoro ben fatto ; del mantenimento degli impegni presi in sede internazionale ; sul controllo delle frontiere , a cominciare da quelle europee ( revisione del trattato di Shengen ); su una tolleranza assai limitata di culture e religioni “straniere” ( magrebine in particolare). I due hanno strizzato l’occhiolino agli elettori  degli altri “partiti”, non arrivati al ballottaggio: ma non si sono sbracciati più di tanto.
Lo scontro quindi è stato più “tecnico” ( d’altronde forse non poteva essere altrimenti ). Si è guardato soprattutto alla forma , più che alla sostanza ; anche alla forma delle critiche e delle proposte . Hollande è stato estratto per iniziare il confronto , che quindi è stato concluso da Sarkozy. Ma Hollande ha tratto vantaggio da questo sorteggio ; ha esposto le proprie idee e l’altro è sistematicamente caduto nel tranello di misurarsi su quelle e non sulle proprie; quindi il socialista ha condotto la danza per quasi tre ore ,  dettandone tempi e ritmi . Sarkò le ha fatte di tutte per sminuire la figura del suo avversario , puntando sull’uomo, più che sulle sue  idee e proposte. E pensare che lui doveva essere più a suo agio su cifre , dati e informazioni, essendo al Governo della Francia da più di dieci anni; ma ha usato nervosamente le sue conoscenze  per  puntare prevalentemente sull’uomo e non sulla politica. Così il socialismo di Hollande ha schivato quasi tutti i colpi, col fare del pesce dalla pinna facile ; il liberalismo di Sarkozy è rimasto mistero, dietro all’animale dello schermo. E tra i due le figure si sono capovolte ; Sarkò è sembrato lo sfidante ; e Hollande, il Presidente .

Pubblicato da " l'Occidentale" il 4 maggio 2012