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lunedì 11 aprile 2011

Europa delle Nazioni



Europa delle Nazioni ; ecco questa è l’Unione Europea. De Gaulle, il Presidente più amato dai francesi, negli anni 60 così concepiva l’ Europa ; in sostanza un tavolo ove condurre trattative con gli altri , negli interessi prevalenti di ogni Paese. Nel 1965 la Francia fu messa sotto sulla politica comune agricola ( rappresentava e rappresenta il maggior interesse della Francia nelle istituzioni europee) ; e De Gaulle rispose con la “politica della sedia vuota” ; non uscì dalla allora CEE ; ma non partecipò più alle riunioni comunitarie; e strinse anche i cordoni della borsa della partecipazione francese nelle istituzioni europee. (Qualche anno dopo la stessa cosa fecero gli USA nei confronti dell’UNESCO ).


Sulla Unione Europea, sulla Commissione comunitaria, sul Parlamento di Strasburgo, sulla stessa moneta unica, ci sono in tutto il continente opinioni ormai diverse e spesso contrapposte. Non è il caso di ripeterle. Ma bisogna sottolineare alcuni fatti:

- l’ UE è sempre più una confederazione di Nazioni, che sono in grande prevalenza , a loro volta, confederazioni di Regioni, con identità storiche e culturali ( basti pensare agli inglesi e agli scozzesi, ai catalani e ai baschi, ai bretoni e al midi, ai fiamminghi e ai valloni, ai land tedeschi, e così via ), che pretendono politiche ed attenzioni.

- Ogni Nazione ha i suoi problemi , che sono dominanti rispetto a quelli comunitari ; e negli accordi europei ci sono materie escluse dai trattati , nella forma ma soprattutto nella sostanza ( per esempio l’ educazione, le politiche sociali, le politiche estere, le politiche fiscali, le politiche della Difesa e degli Interni e così via ).

- Può capitare che gli interessi e le scelte concrete di una Nazione entrino in contrasto aperto con quelli di un’altra o addirittura con quelli comunitari ; ed è capitato più volte.

Sui fatti magrebini le Nazioni europee avevano opinioni diverse ; hanno cercato di trovare un minimo comun denominatore ; e nella forma forse lo avevano anche trovato. Resta il fatto che ci sono stati alcuni colpi di stato, a prevalenza o militare o tribale o lobbistica o un miscuglio delle tre ; e in questi colpi di stato, alcune Nazioni europee hanno giocato ruoli non marginali. Quando si è iniziato a pagare il conto delle conseguenze di queste “rivoluzioni”, naturalmente tutti si sono tirati indietro ( il conto è solo all’inizio ; non sarebbe male che tutti se ne rendessero conto ). Lampedusa è là davanti all’Italia ; gli italiani sono brava gente ; quindi se la vedano loro con i migranti da quelle terre, che sono profughi africani , ma anche e in maggioranza gente strana , non “bisognosa” ( egiziani, libici e tunisini potevano emigrare anche prima e regolarmente, da Paesi non poveri o addirittura ricchi ; perché i barconi dei nuovi negrieri si sono riempiti ora ?). Le Nazioni europee hanno in sostanza detto al Ministro degli Interni italiano che non erano interessate a ricevere, neanche in via provvisoria, questa gente ; problema italiano o maltese o francese o greco o spagnolo ; a chi tocca , tocca; un problema “nazionale”. Poi ci sono quelli che alle frontiere sparano, quelli che ributtano barconi o gommoni in mare e anche quelli che cercano soluzioni socialmente decenti.

In Lussemburgo oggi si è urlato viva l’ Europa delle Nazioni ; basta prenderne atto senza fare drammi ; poi si potrà ricordare De Gaulle e fare la politica della sedia vuota ; si possono privilegiare sempre gli interessi nazionali anche in disaccordo con la UE ; possiamo usare le teorie nate in Italia qualche secolo fa con Machiavelli, per trattare con galli, crucchi, vichinghi o celti ; oppure possiamo far finta di nulla e cercare di sopravvivere, come predica sempre e tutti i giorni il buon Napolitano,che cerca di fare il suo mestiere, magari con qualche subdola partigianeria politica nostrana .

E allora viva l’ Europa delle Nazioni ! Per gli immigrati , più o meno clandestini, applichiamo semplicemente le nostre Leggi ; cercando di essere più civili degli altri: anche perché ,forse, lo siamo sul serio.

Pubblicato da "l'Occidentale" il 12 aprile 2011

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