viaaaa!!!

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giovedì 30 giugno 2011

Intellos italiens cercansi






Intello’ è il termine dialettale francese , per dire intellettuale ( in Francia per essere intello’ basta ormai solo saper leggere , scrivere e parlare in un francese quasi corretto ). Gli intellos francesi sono vieppiù contro gli italiani ; con spocchia, considerano il bel Paese, una repubblica ( e forse neanche ) delle banane. Quindi sono amati tutti gli italiani capaci di sputare addosso al proprio Paese , con il verbo e la lettera. Illustri sconosciuti passano per grandi letterati, dopo aver scritto opuscoli politici o storici o di cronache romanzate, a patto che siano sprezzanti e odiosi nei confronti dell’ Italia; passano per grandi giornalisti , se , pseudo corrispondenti di qualcosa ( forse anche solo del giornalino della parrocchia ) da Parigi, sono pronti a intervenire in radio o tv in trasmissioni contro Berlusconi ( e tutte le trasmissioni sembrano avere il chiodo fisso antiberlusconiano ; ma in verità ignorano anche la sua opposizione). Il fenomeno è ormai dilagante. Mancano nuove forze . Ci vogliono nuovi esuli politici italiani ; basta che raccontino storie contro la propria terra di origine. A metterle per iscritto ci penseranno le gloriose “editions francaises”. Per il parlato , basta  un francese maccheronico ; fa sempre chic. Vengono assicurati : vitto e alloggio a Parigi ( forse anche casa secondaria nel sud ); da 500 a 3000 euro al mese ; almeno 5000 intellos disposti a comprare le loro opere e a indurre urlini di ammirazione per il genio appena adottato e sottomesso; notorietà e alla fine del percorso forse anche un successo autonomo ; un viaggio di ritorno all’anno in Italia può essere negoziato, salvo il caso di ricercati per condanne penali, passate in giudicato. Non è escluso un furtivo contatto anche con la Presidente italo-brasileira ( simbolo che c’è posto per tutti nel meraviglioso esagono ).
Quindi chi cerca lavoro si dia una regolata : in Francia, sapendo leggere e scrivere ( anche a malapena ), far di conto non importa, con francese scolastico e maccheronico, offronsi un minimo di 5 mila intellos e quasi tutti i canali delle TV e delle radio transalpine, disposti a comprare opuscoli, libriccini, libri di tutti i colori ( neri, gialli e rossi ) o interviste , sempre che siano rigorosamente anti-italiani .

mercoledì 29 giugno 2011

Fotte e chiagne


Von Magisters vuole soldi per Napoli anche dall'Europa ; ma Von Magisters stesso li aveva fatti bloccare nel gennaio di quest’anno. Come dire i soldi dateli a me ; se li date agli altri , a cominciare dalla mia sodale e predecessore ,  Rosa Russo Jervolino, non va bene.


“…il neosindaco di Napoli alcuni giorni fa aveva annunciato un’imminente missione a Bruxelles per cercare di ottenere almeno uno sblocco parziale dei 145 milioni del Piano regionale. Impresa resa ancora più ardua dalla sua decisione di fermare la costruzione del termovalorizzatore di Napoli Est. Il paradosso è che, nel gioco delle demagogie incrociate e dell’opposizione a testa bassa contro il governo messa in campo a Strasburgo, il parlamentare europeo Luigi De Magistris (obbligato a dare le dimissioni per l’incompatibilità con il ruolo di sindaco) si trova a battagliare contro se stesso e a smentire le sue azioni recenti. Come ricorda la presidente della commissione per le Petizioni (?) Erminia Mazzoni, il 26 gennaio di quest’anno fu proprio l’ex pm a presentare al parlamento europeo una risoluzione con cui chiedeva alla Commissione di esercitare la massima durezza e bloccare i fondi per Campania e Napoli fino a quando Bruxelles non avesse avuto prove certe sull’esistenza di un piano rifiuti conforme alle norme…”
Questo piano, nel pensiero magistriano, ora c’è ed è chiarissimo ; o no ?
E in ogni modo, “chi ha avuto ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato ha dato, scurdammoce ‘o passato , simme Napule, paisà ! “ W Gigggi , ‘o guaglione !

domenica 26 giugno 2011

T'amo pio bove


Traguardando scogli, spiagge cristalline e l’ Oceano, in una punta bretone spazzata dal vento che viene da laggiù, dal Canada , il contadino appenninico, impaurito, con prepotenza urlò…:

T'amo pio bove; e mite un sentimento
Di vigore e di pace al cor m'infondi,
O che solenne come un monumento
Tu guardi i campi liberi e fecondi,
O che al giogo inchinandoti contento
L'agil opra de l'uom grave secondi:
Ei t'esorta e ti punge, e tu co 'l lento
Giro dè pazienti occhi rispondi.
E del grave occhio glauco entro l'austera
Dolcezza si rispecchia ampio e quieto
Il divino del pian silenzio verde.

Poi si girò e vide un bue ruminante  : bretone…

martedì 21 giugno 2011

Euro Grecia


La crisi greca è tanto semplice quanto grave: il Paese è fallito. Tra luglio e agosto deve ripagare debiti per circa 13 miliardi di euro, ma non ha i soldi in cassa. Se l’Europa e il Fmi non le prestano i quattrini promessi salta il banco. E i creditori non si beccano un euro. La Grecia per il momento preferisce pagare gli stipendi, le pensioni ai suoi cittadini che pagare il debito (un greco su tre riceve il cedolino della paga dallo Stato). Ha ottenuto un prestito monstre da 110 miliardi di euro (ma diviso in più tranche) e ne vorrebbe uno aggiuntivo di importo superiore. È una macchina che fagocita quattrini. E non riesce a mettersi in sesto. Nei primi quattro mesi dell’anno i suoi ricavi (che sono fatti dalle tasse riscosse) sono scesi quasi del 10 per cento. In compenso le spese hanno continuato a correre come se nulla fosse: anzi sono aumentate del 4 per cento.



Ricapitoliamo. La Grecia non ha soldi in cassa per ripagare le prossime rate del mutuo e invece di fare economie, riducendo le spese e aumentando le entrate, si mette a ballare il sirtaki. Il punto dunque non è discutere se la Grecia sia fallita (lo è, basterebbe vedere quanto deve remunerare quei pazzi che oggi volessero comprare un suo titolo pubblico), ma stabilire perché non sia ancora saltato il banco.


E qui le cose si complicano. Il mutuo complessivo contratto dalla Grecia (il debito pubblico) vale 330 miliardi di euro. E secondo stime accreditate la metà è detenuto da banche europee. Andando un po’ più a fondo scopriamo che circa un terzo del debito totale, quasi cento miliardi di euro, sono in mano a banche francesi e tedesche. Quelle italiane hanno investito in titoli greci «solo» 3 miliardi di euro. Ordunque, se la Grecia dovesse fallire, dovesse cioè decidere di non pagare i suoi conti, i primi a portarsi a casa il buco sarebbero gli istituti creditizi francesi e tedeschi. A quel punto il fallimento farebbe decisamente male. Merkel e Sarkozy si troverebbero una bella grana in casa: dovrebbero salvare le proprie banche nazionali gravate da perdite su crediti di ingenti dimensioni. R&S di Mediobanca ha recentemente calcolato quanto valgono gli attivi delle prime due banche dei principali Paesi europei. Il risultato è da capogiro. Le prime due banche francesi valgono il doppio dell’intero Pil d’Oltralpe; in Germania gli attivi delle prime due star valgono più o meno tutto il Pil tedesco. Se una banca in questi Paesi ha un raffreddore, lo Stato rischia la polmonite.


Nelle ultime concitate ore non si sta discutendo il salvataggio della Grecia. E men che mai la morte dell’euro. Basti pensare che il Pil greco oggi pesa meno del 3 per cento di quello dell’intera Europa. Oggi è piuttosto in discussione, come sempre avviene nei fallimenti, il salvataggio dei creditori e cioè delle grandi banche europee che hanno prestato senza grandi indugi al malato di Atene.


Questa banale constatazione è molto chiara ai greci. Una parte dei politici ateniesi sa che il conto del fallimento potrebbe essere pagato dai contribuenti tedeschi e francesi costretti a ricapitalizzare le loro banche. È per questo che giocano con il fuoco: e non hanno la minima intenzione di adottare quelle misure da lacrime e sangue che si dovrebbero subito mettere in campo. Un buon motivo per affrontare la crisi greca, con i criteri di mercato e pretendere che l’azienda ateniese faccia pulizia al suo interno o altrimenti salti una volta per tutte.

Nicola Porro : "Il Giornale" 21 giugno 2011



Si possono aggiungere alcuni pensierini su fatti e implicazioni:

- Il patrimonio greco privatizzabile vale circa 50 miliardi di euro.
- I bonds greci sono stati piazzati dalla finanza europea con rendimenti superiori 16 %.
- I lavoratori greci , in gran parte , sono dipendenti di aziende pubbliche ; e quindi sono contro le loro privatizzazioni.
- In Grecia armatori e Chiesa ortodossa ( relativamente la più ricca del mondo ), come la maggior parte dei ricchi commercianti, non pagano le tasse ; se il Governo le imponesse, la Chiesa si rivolterebbe assieme ai commercianti ( spina dorsale dell'economia greca) e gli armatori se ne andrebbero.
- La struttura socio produttiva greca non ha nulla di europeo e molto di mediterraneo ; l’ euro può essere per la Grecia , come per tutte le aree “povere “ del continente, solo un peso.
- La finanza tedesca fu già salvata dall’ Europa , con l’introduzione dell’ euro , per spalmare su tutta la finanza europea  il drammatico errore fatto con l’ estensione alla pari del marco, dalla Germania occidentale a quella orientale ; errore dovuto più ad esigenze nazionalistiche , che politiche o pratiche ( sembra che nessuno ne abbia mai voluto parlare ).
- Il fallimento greco può avere l’effetto domino , di crisi economiche e politiche a cascata, in tutti i Paesi del l’Unione ; e può addirittura creare una crisi di sopravvivenza della stessa moneta unica.

domenica 19 giugno 2011

Fukushima: e dopo ?



In Italia siamo convinti che l’energia elettro-nucleare sia finita, chiusa ; l’abbiamo cancellata con un secondo referendum in materia ; gli italiani non la vogliono : o meglio non la vogliono nel proprio giardino. D’altra parte non sembrano neppure amare nel proprio giardino le centrali elettriche a olio o carbone che inquinano ; le dighe per l’idroelettricità sono pericolose e rovinano l’ambiente ; le pale eoliche non sono convenienti e sono eco-insostenibili; come non sono convenienti e rubano terre o tetti“preziosi” i pannelli solari ; la geotermia infine rompe l’equilibrio geologico della crosta terrestre. Resta il gas ; ma quello vero ; perché anche quello da scisti tende a creare problemi ambientali e geologici.

Questo quadretto sembra un paradosso ; ma purtroppo tende al vero : da buoni sottosviluppati “culturali” vorremmo tutte le cose dei ricchi, con tutti i mezzi dei poveri. In Cina e in India oggi si consuma 1 tep ( tonnellata equivalente di petrolio) , a testa , all’anno ; in Europa circa 4 ; e negli Usa circa 8. Tanto per dare numeri. E lo sviluppo maggiore nei prossimi anni sarà proprio nelle aree che escono dalla povertà : e non solo asiatiche. Con quale energia si pensa che questo sviluppo possa essere alimentato ? Molti credono che i recenti aumenti dei prezzi di petrolio e gas siano dovuti alla guerra libica ; la mancata produzione di petrolio libico ( 1,6 milioni di barili /giorno su un totale produttivo mondiale di 86 milioni ) è stata ampiamente compensata dall’aumento della produzione di olio nei mari del nord e dalla flessione dei consumi giapponesi , in seguito al terremoto-tsunami là sofferto. La Cina invece ha richiesto nel mercato 1 milione di barili al giorno in più rispetto alle previsioni. Ed ecco che il barile di petrolio si è alzato sul livello dei 100 dollari. In tendenza analoga è il mercato del gas .E lo sarà anche quello del carbone. Tutto questo per dire che con le sole fonti energetiche fossili non abbiamo grandi prospettive ; al di là di un loro futuro esaurimento e al di là anche di un loro grosso impatto eco-ambientale, sarà il mercato a limitarne l’uso ; costeranno troppo . E le energie leggere , rinnovabili ? Saranno sicuramente importanti , con produzioni e consumi diffusi ; costano ancora molto care ; ma un loro sviluppo sul mercato ,ne abbasserà i  costi di produzione;  costituiscono quindi una risorsa da perseguire , laddove possibile. Ma non risolveranno la necessità di avere uno zoccolo duro di produzione energetica per lo sviluppo del mondo ( oltreché dell’Italia , che in questo mercato non è … sola! ). Restano dunque le cosiddette produzioni “tecnologiche” e anche quelle avveniristiche . Le soluzioni tecnologiche sono la fissione e la fusione nucleare ; oggi l’orientamento scientifico prevalente sulla fissione, dopo Fukushima, sembra quello di puntare su centrali elettriche di piccole-medie dimensioni ( da 200 a 800 MW circa ) a cosiddetta sicurezza intrinseca; con recupero anche delle scorie radioattive prodotte. E’ un disegno astratto ? Non sembra . Naturalmente bisogna stare sulla questione , con studi, ricerche , progetti, tecnologie e esperimenti ; forse tutto ciò non è stato ancora vietato dal popolo italiano sovrano. In ogni modo gli altri a questo stanno lavorando. Ci sono anche le soluzioni avveniristiche ; come la creazione di megacentrali solari nello spazio ; o mega centrali nei grandi corsi di acqua di tutto il mondo , con un lavoro di innovazione per il trasporto e la distribuzione di energia elettrica .Per il momento queste soluzioni restano, purtroppo, nei sogni.

Oggi la risorsa più importante per l’Italia  ( che continua allegramente a ritenere giusto e meritato il “caviale e champagne per tutti”) è  una  grande austerità energetica ; fatta di innovazione tecnologica per consumare di meno e produrre di più, di diffusione delle piccole produzioni, di razionalizzazione dei trasporti e della distribuzione . Questa risorsa potrà, con non poche difficoltà , farci sopravvivere nel lungo periodo di transizione  che abbiamo di fronte . Ma non illudiamoci ; anche questa risorsa costa sacrifici ; e quindi dovremo smetterla di fare i ricchi schizzignosi di fronte ad ogni progetto , ad ogni proposta di sviluppo e di innovazione . Non siamo più né ecologi né tecnologi ; stiamo solo diventando pantofolai conservatori, con risse politiche superficiali ed astratte.

Pubblicato da " L'Occidentale" il 21 giugno 2011

Giù il cappello


Il Meraviglioso Benigni , nel palco dei metalmeccanici guidati da Sant'Oro, ieri 18 giugno 2011 a Bologna, declamò farfugliando un verso di Rimbaud, poeta inneggiante alla Rivoluzione francese , ancora convinto ,dopo un secolo, che essa fu fatta dal popolo e non dalla borghesia contro la monarchia. Ecco la parte della Ode al quale il Magnifico  Guitto ha fatto, con certa enfasi retorica, riferimento:

...........
«Oh, tutti i disgraziati con la schiena che brucia

sotto il sole feroce, che vanno e tornano,
che in questo lavoro senton scoppiare la fronte...
Giù il cappello, miei borghesi! Oh, questi son gli uomini!
Siamo operai, sire, operai! Noi siamo
per i grandi tempi nuovi in cui si vorrà sapere
e l'uomo forgerà da mane a sera,
cacciatore di grandi effetti, di grandi cause,
in cui vincendo lentamente dominerà le cose
e monterà sul Tutto come su di un cavallo!
Oh! Splendidi lumi di fucine! Peggio,
ancor peggio! - Ciò che non conosciamo, questo può essere terribile:
noi lo sapremo! - Coi nostri martelli, in mano, passiamo al setaccio
tutto ciò che sappiamo: e poi, Fratelli, avanti!
Facciamo talvolta sogni emozionanti
di vivere semplice, con ardore, senza dire
malvagità, lavorando col regale sorriso
di una donna che amiamo di nobile amore:
lavoreremo con foga tutto il giorno,
ascoltando il dovere come una tromba squillante:
allora saremo felici, e nessuno, nessuno,
ci potrebbe mai piegare!
Ed avremo un fucile sul focolare.

«Oh, ma l'aria è tutta piena d'odore di battaglia.
Dunque, che ti dicevo? Sono una canaglia!
Restano ancora spie e profittatori.
Siamo liberi, noi, abbiamo paure
che ci fanno più grandi, più grandi! Or ora
parlavo di quieto dovere, d'una dimora....
Guarda il cielo! - È troppo piccolo per noi,
si crepa di caldo, soffocheremo in ginocchio!
Guarda il cielo! - Io torno alla folla
nel grande, tremendo marciume, che trascina
Sire, i tuoi vecchi cannoni sul lurido selciato:
- Oh, solo da morti li avremo mondati!
- E se, dinanzi alle nostre urla, alla nostra vendetta,
le zampe dei vecchi re dorati sulla Francia
spingono reggimenti in abiti di gala,
ebbene, cosa fate, voi tutti? Merda a quei cani!»


Si rimise il martello in spalla.
La folla
intorno a quell'uomo sentiva l'anima ebbra,
e nella grande corte e nelle stanze
dove Parigi ansava nelle sue urla,
un fremito attraversò l'immensa plebaglia,
Allora, con la sua mano grande e superba di grasso,
benché l'obeso re sudasse, il fabbro
terribile gli gettò sulla fronte il rosso berretto!

Non pare un' ode degna dei metalmeccanici italiani ; forse più adatta ai "sant'oro(s)" nostrani...
Oh Oscar Roberto , qui la casa del popolo di Vergaio ti ha preso un pò la testa ; guarda che non stavi in un sogno di leggenda ; eri a Bologna con gli operai e i loro rappresentanti ; con Sant'Oro , la vittima; nel 2011 !  Ma non sarebbe stao meglio un bel Dante o , per cambiare, un bel Petrarca ; o Cecco Angiolieri ; un "giù il cappello" si trova sempre. E anche un " Tutti in piedi ; arriva il lavoro ! " ( per Sant'Oro, di sicuro ).

venerdì 17 giugno 2011

Smaghi ama Draghi



Lorenzo Bini Smaghi , da Firenze , è membro del Comitato Esecutivo della Banca europea ( BCE ), sei membri. C’ è un problema . Draghi è stato proposto ed accettato come nuovo Presidente della BCE. Trichet , ex Presidente, è francese ; quindi nel direttorio della banca, uscendo Trichet ed entrando Draghi , ci sarebbero due italiani e nessun francese. Il Governo italiano ha chiesto a Bini Smaghi di lasciare il suo posto ad un francese. Lui ha detto di no ; non solo, ha citato Tommaso Moro , Santo, che disse di no a Enrico VIII. Lì c’ è per meriti personali e non nazionali. Infatti lì fu paracadutato dal cielo nel giugno 2005, con un occasionale Governo Berlusconi in Italia. Egli rivendica anche il suo stato di precario, avendo un contratto a termine di 8 anni, giugno 2005-giugno 2013. Pover uomo ; a meno che non gli trovino un posticino…

In google al termine “dignità” - cerca , si trova ora anche il suo nome , tra le migliaia e migliaia di altri suoi connazionali, già registrati.

Logorrea napolitana 6


Messaggio ricevuto nel telefonino il 17 giugno 2011 in Papuasia.

( ANSA) Napolitano : motivi competizione non spariranno, ma no a paura unirsi per obiettivi comuni. Unità e autonomia nostra scommessa.

Mbeh !!! Bbohhh ??? In ogni modo teniamoci vicini vicini...

mercoledì 15 giugno 2011

Tafazzi Italia



Il popolo italiano è stato convocato per riferire ( convocatio ad referendum) la propria opinione su alcuni problemi ; e ha “riferito” , con grande chiarezza . Ha detto in sostanza che è stanco di Berlusconi e del suo Governo. I problemi posti sono secondari ; tant’ è che la risposta data dal popolo probabilmente si ritorcerà ai suoi danni ; sull’acqua, perché o avremo un servizio peggiore o , mettendo i soldi lo Stato, dovremo pagare più tasse ; sul nucleare , perché figli e nipoti saranno condannati a pagare più cara l’energia, perché fisici e ingegneri nucleari italiani dovranno solo emigrare e perché gli 8 Paesi più importanti del mondo , sono diventati 7+1 , essendo l’Italia l’unica ad avere condannato definitivamente ogni forma di energia elettronucleare ; sui processi al Premier e ai Ministri, perché il popolo non ha alcun interesse concreto sulla partecipazione o meno di questi signori ai loro processi. Quindi questa consultazione promossa dal Partito TCB ,Tutti Contro Berlusconi, con quesiti dai contenuti risibili, ha dimostrato che il Premier è oggi minoranza nel Paese. E speriamo che i prossimi pollai televisivi non ci annoino su questo argomento. Per gli italiani gli asini possono volare, basta che Berlusconi vada a casa ; anche a loro spese. D’altra parte Berlusconi dice che questa non era una consultazione politica ; che molti suoi elettori sono andati a votare , in libertà di coscienza . Poiché anche gran parte del TCB aveva sostenuto che questa non era una consultazione politica , qui la storia sembrerebbe finire.
Ma ci sono due dettagli da valutare .
Il Governo , Berlusconi e il TPB ( Tutti Per Berlusconi ) sono andati in minoranza  tra la gente , anche se forse non in Parlamento ( da verificare ); il TCB sarebbe in maggioranza , ma non ha un Governo credibile da proporre ; e infine il Berlusca cavaliere sembra trotterellare sotto lo striscione, un tantino demodé, “ tanti nemici, tanto onore”.
Gli italiani sono stati conquistati dal leggendario Tafazzi, che ha stravinto la convocatio ad referendum : gli uomini perché masochisti ; e le donne perché spiritose.

E quindi: Tafazzi for President !!!



martedì 14 giugno 2011

Il Cristo giallo

                                 Paul Gauguin 1889
Il volto accenna ad un autoritratto ; mistico , fuori dalla realtà , come la natura e le donne bretoni, attorno; fuori dal mondo, come Lui stesso pensava di essere.

venerdì 10 giugno 2011

Battisti ?

                                  Luigi Loscalzo

Punti oscuri della vicenda di Cesare Battisti.

Chi organizzò e realizzò la fuga di Battisti dal carcere di Frosinone e dall’Italia?
Chi lo mantenne in Francia, prima della partenza per il Messico ?
Chi gli pagò il viaggio in Messico e là lo mantenne ?
Chi gli pagò il viaggio di rientro in Francia ?
Chi lo mantenne in Francia successivamente ?
Egli non era uomo di studi o di cultura ( scuola dell'obbligo) ; forse che qualcuno scrisse libri per lui, per di più in francese ? Quante copie ne furono vendute ? Perché non furono pubblicati in Italia ? Che reddito gli procurarono ?
Chi organizzò la sua fuga dalla Francia al Brasile e come essa avvenne ?
Perché nel periodo tra la sua estradizione decisa dal Governo e la decisione del Consiglio di Stato francesi , nessuno lo controllò in Francia ?( i servizi italiani in altri casi si sono occupati con i francesi di riportare a casa evasi ed esuli ricercati )
Chi gli pagò il viaggio e il soggiorno in Brasile ; chi lo ricevé e lo ospitò ?
Chi gli ha pagato gli avvocati brasiliani , di cui uno sembra che venga da Harvard ?
Ora farà lo “scrittore” brasiliano ; in italiota tradotto ? E si manterrà con i proventi dei “suoi libri “ , il diplomato dell'obbligo?
E perché lo “scrittore” nelle carceri brasiliane da quattro anni non ha scritto nulla ? Mancanza di ispirazione ?
Chi lo sta mantenendo dall’uscita del carcere ? ( jet privato, albergo di lusso, casa , moglie nuova…così dicono i giornali)
In tutti questi slalom chi lo ha fornito di documenti ?
E le mogli , visto che sono diverse , come nascono e cosa diventano ( quella messicana, quella francese e quella brasiliana) ?
Ma l’ ”intelligence”, italiana e non, di questo Battisti proprio non sa nulla ?
E visto che la Legge non c’entra nulla con questa decisione brasiliana di tenersi il ricercato, che interesse ha avuto il Governo brasiliano a proteggerlo ?

Sono solo alcune domande da uomo della strada . Che nascondono un dubbio, tenuto conto di tutta la terribile ed equivoca biografia del “soggetto”. Chi ha usato Battisti ? Come e perché ? Ci sono ricatti di mezzo ? O altro ? Un Battisti qualsiasi sarebbe stato riportato a casa in non più di sei mesi ( in mano agli israeliani, una settimana ). E allora ; come stanno le cose ? Se il questionario di massima sopra fatto, fosse riempito e documentato, la gente potrebbe capire meglio come stanno le cose ; è così difficile riempirlo ? Vogliamo incaricare un "Chi l'ha visto?  " qualunque?

Pubblicato da " L'Occidentale" il 12 giugno 2011

mercoledì 8 giugno 2011

Cera una volta l' ICE


C’ era una volta l’ICE ( Istituto per il Commercio Estero ) ; era un ente parastatale che vivacchiava, anche con qualche prestigio, in anfratti dello Stato e delle Ambasciate. Negli anni ‘80, il Governo fece dirigere l’Istituto a Fausto De Franceschi, giovane manager industriale . Egli portò all’interno dell’ Istituto una ventata di Azienda, di professionalità e di entusiasmo. Organizzò un giovane gruppo di dirigenti interni , che hanno continuato a guidare l’ Istituto fino a qualche anno fa. L’Ente era ingabbiato nelle armature metalliche pubbliche; la burocrazia schiacciava ogni spinta alla efficienza aziendale . Nel 1989 il Ministro Renato Ruggiero propose al Parlamento di fare uscire l’ICE dal parastato. Ci furono molte mediazioni, che produssero una Legge di riforma ambigua ; l’ICE usciva dal parastato; ma restava ente pubblico , se pur con una contabilità industriale di tipo privatistico . Il Partito Comunista si oppose a portare l’ICE tra gli Enti pubblici economici ( come per esempio erano ENI o ENEL ) e tanto meno a trasformarlo in società per azioni , se pur con capitale di controllo pubblico. In quegli anni l’ICE ebbe molti successi , alcuni dei quali clamorosi ( tra i tanti altri, la mostra Italia 2000 a Mosca ). Poi il golpe giudiziario nel 1993 spazzò via l’ICE ,accusato di irregolarità amministrative, per l’affitto di un ufficio negli Stati Uniti ( irregolarità inesistenti, come la stessa Magistratura avrebbe sentenziato dieci anni dopo ) ; così l’ Istituto ritornò ad essere ente pubblico , parastatale , per la gioia dei poi-comunisti. Quindi rientrò nell’ombra di gestioni sussurrate, di ragnatele burocratiche, di compressione delle capacità e dell’entusiasmo di gruppi professionali maturati nell’ ICE, da De Franceschi in poi. Ci fu addirittura un presidente che si attardava in ufficio fino a notte inoltrata, a studiare qualcosa ; i portieri gli spengevano le luci del palazzo , per mandarlo a casa ; l’ICE tornò povero, sonnacchioso, triste, girovago nei soliti anfratti del “potere” istituzionale.
La Confindustria ha ora proposto con clamore di privatizzare l’ICE ; ha riscoperto l’acqua calda di venti anni fa, vendendola come una trovata di ingegno attuale.
Cosa fa l’ICE ? Promuove le grandi manifestazioni economiche e commerciali dell’Italia nel mondo ; assiste le imprese per l’import e l’export; fa ricerca e formazione in commercio estero. Tutte attività , che ormai nulla hanno a che vedere con un ente pubblico, nel senso giuridico e tradizionale del termine. Ci sono tre Ministeri che gli stanno addosso ; quello dello Sviluppo, per le strategie commerciali; quello dell’Economia, per l’uso delle risorse pubbliche; quello degli Esteri, per le relazioni economico-commerciali con gli altri Paesi. Quindi , con tre padroni pubblici di riferimento, con pochi soldi e soprattutto con un fiume di interventi diretti nel mondo di altri enti pubblici regionali e locali, di camere di commercio , di associazioni industriali , commerciali, di categoria, la vita dell’Istituto sta diventando impossibile . Soluzioni ?
O la vecchia idea della privatizzazione , costruendo una società di servizi all’impresa e di organizzazione di eventi promozionali, con partecipazione pubblico-privata .
Oppure il progetto di spostare l’Istituto nel quadro del Ministero degli Esteri , per la rete degli uffici nel mondo e in quello dello Sviluppo per le strategie commerciali e le manifestazioni, con possibili economie di scala ricavabili dalle due fusioni . Gli uffici e le attività locali italiane potrebbero essere trasferiti direttamente alle Regioni.
Queste non sono  idee nuove ; esse sono datate, ma ancora valide , soprattutto se misurate con la situazione soporifera attuale.
Quindi chi può si dia da fare ; ridia vita all’Istituto e alle sue capacità potenziali, tuttora compresse ; lo Stato potrebbe recuperare anche un po’ di risorse , disperse in mille rivoli, burocratici e insensati.

Pubblicato da " L'Occidentale" l'11 giugno 2011

Dibattiti ? Of course , de corsa !



E’ stata appena aperta un scuola di formazione professionale per imparare a saper parlare di corsa.

La moda è questa : nei salotti-dibattiti televisivi e radiofonici i conduttori, padroni di casa ,più o meno gentilmente , autoritari, invitano, diciamo per un’ora di trasmissione , dieci ospiti . Loro, i conduttori, su un’ora parlano , o documentano , per dieci minuti ( quando va bene: il lotta continuista Lerner, per esempio parla a strascico anche 20-30 minuti , sui 60 disponibili ). A ogni invitato restano quindi 5 minuti massimi, da ripartire in due o tre interventi ( 1-2 minuti di eloquio per volta ). Appena il malcapitato comincia a dire, gli viene fatto cenno di stringere; viene pressato, con insistenza , con cenni, movimenti , poi le voci cominciano a sovrapporsi e il dire dell’ospite finisce lì. E’ riuscito a proferire poco o nulla ; ed è innervosito dalle continue pressioni ; e gli altri gli dicono “ che ,sei nervoso ? visto che sei in difficoltà ? ecco hai torto !” Se ci riesce tira solo qualche cazzotto verbale. Poco male : ora comincia il solito calvario pressante di un altro invitato , in genere suo antagonista.

Alla TV e ovviamente anche alla radio, non c’è più ( o quasi ) la boxe ; ecco , i ring sono stati sostituiti dai salotti politico- culturali, affollati da mestieranti dello scontro fisico-intellettuale e dominati dal padrone di casa , gestore energumeno o raffinato di questo suo locale ; tutti pontificano, a suon di botte e con slogans, su elezioni, nucleare, partiti, Parlamento,libri, statistiche , economia e via…comiziando ! Alcuni , malcapitati, inducono alla pietas , perché non riescono a coniugare le idee con i cazzotti ; hanno anche rifiutato il corso professionale sulla "parlata di corsa". Ed anzi , sentendosi le mani della pressione addosso , hanno cominciato ad arrotolarsi nel loro pensiero inespresso.

E allora tutti assieme andiamo giocosamente dalle arene alle “gabine” dei referendum o delle idee ; a dire si o no, on o off ; TCB ( tutti Contro Berlusconi ) o TPB ( Tutti Per Berlusconi ) ;quello che c’è dietro non conta.

La “Gabina" elettorale di Teofilo è troppo distante dal suo eremo.

martedì 7 giugno 2011

Referendum : gli asini volano ?


Volete voi che l’acqua sia pubblica ? Si, anche perché lo è e non può essere altrimenti in questo Paese . Volete voi che l’acqua sia gestita dal Comune e non da un’Azienda ? L’acqua è un prodotto ; non è l’anagrafe ; deve essere gestita e distribuita come servizio pubblico attivo ed efficiente e quindi con un’azienda, pubblica, privata, semi pubblica o semiprivata,che sia, ma azienda, che lavora nel mercato, come avviene dappertutto.Volete voi che nella tariffa dell’acqua siano compresi gli interessi relativi agli investimenti necessari per la sua produzione e distribuzione ? Certo che si, vivendo in un’economia di mercato . Non solo ; l’acqua è un prodotto , con un suo valore (anche se si vuol regalare ); spesso viene sperperata, portata via , persa, regalata o rubata ( regali e furti fanno parte della voce “perdite”, nelle statistiche ) ; trattata come aria, senza valore. Ed è così che viene trattata dai due quesiti referendari.


Volete voi abrogare le nuove norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare ? Il quesito tende al risultato 'di non consentire l'inclusione dell'energia nucleare fra le forme di produzione energetica' , dice la Corte Costituzionale. Risposta ; siamo per avere sempre più energia elettrica , volendo uno sviluppo positivo ( e non zero, come una volta veniva predicato ) ; siamo per averla con produzioni diversificate, nessuna esclusa e con tecnologie le più economiche, le più avanzate e le più rispettose dell’ambiente ; quindi anche per la produzione elettro-nucleare, tecnologicamente più avanzata possibile ; come si può domandare al popolo di condannare un comparto industriale tra i più importanti ed avanzati in tutto il mondo e nello sviluppo di tutto il mondo ( rientrano in questo settore anche la fusione nucleare e i reattori a sicurezza intrinseca ; e vi rientra anche un mondo di migliaia di fisici e ingegneri italiani, punta avanzata del lavoro intellettuale e di ricerca ) ? Curioso è anche il divieto del nucleare “nel territorio nazionale” ; altrove invece sarebbe possibile ; grazie per il permesso, diranno i nostri vicini; in termini pratici nella Unione Europea possiamo predicare per lo sviluppo del nucleare , basta che non sia a casa nostra . Si tratta quindi di altro quesito razionalmente sconclusionato.

Volete voi che chi è impegnato in responsabilità di Governo del Paese possa non comparire nelle aule di giustizia ? Certo che lo vogliamo . Si tratta di rinviare le sedute ; non di annullarle ; di dare la precedenza al Governo del Paese, rispetto a sedute giudiziarie con tempi indefiniti.

Ecco questi sono i quesiti per cui più di 40 milioni di cittadini vengono chiamati a votare : tutto è possibile in questo Paese rissoso e contradaiolo : i referendum sono uno strumento di democrazia diretta importante ; e per questo non possono essere usati come clave in mano a dei cavernicoli.

Chiedere alla gente se è vero che gli asini volano, è da sempre stato solo cretino ; e chi pensa , qualsiasi cosa pensi, non accetta di essere trattato da cretino.

Pubblicato da "L'Occidentale" il 9 giugno 2011

domenica 5 giugno 2011

Logorrea napolitana 5


(ANSA) - ROMA, 5 GIU - Di fronte alla tragedia dei tanti migranti inghiottiti dal mare, l'indifferenza e' un rischio da scongiurare e occorre reagire moralmente. Lo scrive il presidente Napolitano in una lettera a Claudio Magris che sara' pubblicata sul Corriere della Sera. Chi organizza la partenza 'di folle disperate' - sottolinea - compie un crimine di fronte al quale 'la comunita' internazionale e innanzitutto l'Unione Europea, non possono restare inerti'. E dice: Stroncare questo 'traffico' di esseri umani'.


Se ne è accorto ; forse un tantino in ritardo ; come sempre ...

I bordelli son tornati : diffusi


Comunicazioni personali:


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- Livorno affascinante deliziosa fisico stupendo aria condizionata 334…(41/2487)

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Ecco ! Solo un esempio. Hanno riaperto i casini in provincia ? Ma no ; subito a pensar male ; queste signore offrono giochi, massaggi, aria condizionata, compagnia giovanile, maggiorenne o minorenne, di prima o seconda volta (?), trans, bei fisici, esterofilia, maggiorazioni e quant’altro , solo per pubbliche relazioni ( il mio amico Ludovico,comunista doc, fu cacciato da un nobile salotto romano, perché ad una grande madama , che a lui si presentò come “pubbliche relazioni”, rispose , ammiccando, “attività mignottesche ?” ). I numeri che stanno in fondo alle offerte si riferiscono solo alle file da fare o ai posti da prenotare . L’ azienda di intermediazione di queste offerte è la Finegil editoriale di Roma : Presidente Carlo De Benedetti ; amministratore delegato Monica Mondardini ( e fatela finita ! ora, perché donna, subito “maitresse” ); consigliere , tra gli altri , il figlio del Presidente, Rodolfo . Una famiglia di industriali italo- svizzeri veri , mica tarocchi, che opera, per lo specifico, attraverso il giornale Il Tirreno di Livorno , del gruppo editoriale L’Espresso. Decine di offerte al giorno; centinaia al mese ; migliaia all’anno.

Da rapidi conti fatti questa attività livornese paga quanto meno lo stipendio del mitico vicedirettore di Repubblica , Massimo Giannini, narciso, solare, con solidissime infarinature economiche e moralistiche ; ma forse anche quello del divino direttore , Ezio Mauro, lottatore indefesso e continuo.

In Annunciazione Annunciazione (novembre 2010) , Teofilo parlò dell’argomento ; ma forse sbagliò i conti. Poi rimase deluso ; egli credeva che un esercito di poliziotti giudiziari si sarebbe scatenato ad accertare queste offerte, i loro mandanti e i loro intermediari, mediatici e non. In effetti questo esercito, di magistrati e loro poliziotti, c(i)’aveva da fare ; doveva indagare altrove ( anche su chi aveva ammazzato nostri connazionali impegnati in guerre all’estero ) ,talvolta arrestare innocenti e talvolta liberare colpevoli, mafiosi e omicidi compresi.

Nel frattempo i bordelli, naturalmente vietati dalla Legge, si sono diffusi sul territorio, per la gioia di chi li promuove e li vende : e forse li usa anche. E l’obbligatorietà dell’azione penale resta un optional.

Aggiornamento

(ANSA) - MADRID, 22 LUG - Il governo del premier socialista Jose' Luis Zapatero ha presentato oggi ai gruppi parlamentari della Camera dei deputati un progetto di riforma della legge sulla pubblicita' che prevede l'interdizione degli annunci per il sesso a pagamento sui giornali. Il progetto propone di vietare la pubblicita' nella stampa scritta e digitale per i servizi sessuali e per i locali dediti alla prostituzione, riferisce Publico, uno dei pochi quotidiani spagnoli che non accetta questo tipo di inserzioni.

Oh  meravigliosi "repubblichini"social-debenedicti , nella Spagna socialista sareste senza stipendio ; ma guarda un pò !

giovedì 2 giugno 2011

Lo strapresidente eccitato



 Alla Festa ,nel palco, lo strapresidente è stato eccitatissimo ; dava mani e baciava ; alcuni si ,altri no ; poi tornava indietro e ridava le mani e baciava; piangeva; poi ritornava e dava le mani , salutava ; e poi dava le mani ; e baciava ; applaudiva ; poi si tratteneva ; poi appaludiva chiù fforte ; e poi dave le mani . Che bello tutto ciò ; e pensare che al posto suo i "poicomunisti" avevano candidato  Dalema , già ordinario alla libera Università delle Frattocchie in Roma; se ci fosse stato lui padrone di casa alla festa forse avrebbe dato il mignolo al capo russo , solo per souvenir ; avrebbe anche spalancato gli occhi e fatto una smorfia a mò di sorriso, al passaggio dei blindati. W lo strapresidente, dunque; che si allarga un pò, è vero: ma dovrà pure, in qualche modo,   scacciare i brutti pensieri del passato, ovviaaa! 

Professione : abbassareitoni


Gli "abbassareitoni" sono nuovi professionisti di grande successo. In genere fanno i presidenti o studiano per farlo . Sono pacieri, mezzani. Tolleranti . Predicano. Chiedono di porgere l'altra guancia ; basta che sia degli altri ; la propria è troppo importante per essere insudiciata. Sono sempre stati di moda ; conoscono i toni alti, ma li praticano sottovoce ; vogliono per gli altri un mercato sussurrato ; fatto di ammicchi e di aumme aumme. E' un bel mestiere quello degli "abbassareitoni" ; lo consiglio a chi cerca lavoro .