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lunedì 29 luglio 2013

Teocrazie basta!




Teofilo è contro tutte le teocrazie : l’uso delle fedi per il potere è perfido e blasfemo. Quindi non solo Teofilo è contro le teocrazie , ma non capisce neppure quelli che con queste si uniscono, per obiettivi congiunturali : come la caduta di un regime . In effetti poi si sono trovati i teocrati a comandare , peggiori del regime abbattuto . Questo è successo  in Egitto, Libia e Tunisia ( altroché primavere arabe ! ) : e in Siria Teofilo per ora sta con Assad , finché i teocrati cercheranno di prendere il suo posto . Fuori i teocrati e fuori anche Assad.
Aggiornamento al 19 agosto 2013 . E per ora  sta anche  con el Sissi  ( e Moubarak) in Egitto , finché la Confraternita dei mussulmani resta armata con obiettivi teocratici. Con il seguente quesito ; è meglio una dittatura civil-militare o una dittatura religiosa-teocratica ? La prima che hai detto ; con le lacrime agli occhi .

mercoledì 24 luglio 2013

Il vuotatoio


Ecco !

martedì 23 luglio 2013

Porcherie magistrali : Gardini




Intervista di Von Peter al Corriere della Sera del  21 luglio 2013.
"Per me fu una sconfitta terribile. La morte di Gardini è il vero, grande rammarico che conservo della stagione di Mani pulite. Per due ragioni. La prima: quel 23 luglio Gardini avrebbe dovuto raccontarmi tutto: a chi aveva consegnato il miliardo di lire che aveva portato a Botteghe Oscure, sede del Pci; chi erano i giornalisti economici corrotti, oltre a quelli già rivelati da Sama; e chi erano i beneficiari del grosso della tangente Enimont, messo al sicuro nello Ior".
"...Seconda ragione": "Io Gardini lo potevo salvare. La sera del 22, poco prima di mezzanotte, i carabinieri mi chiamarono a casa a Curno, per avvertirmi che Gardini era arrivato nella sua casa di piazza Belgioioso a Milano e mi dissero: 'Dottore che facciamo, lo prendiamo?'. Ma io avevo dato la mia parola agli avvocati che lui sarebbe arrivato in Procura con le sue gambe, il mattino dopo. E dissi di lasciar perdere. Se l'avessi fatto arrestare subito, sarebbe ancora qui con noi".

I soldi andarono al PCI ? Quindi ?  Se tutti fossero stati eguali , anche i capi del PCI , come gli altri , non potevano non sapere ; eppure secondo l'irraggiungibile Von Peter non sapevano . A meno che Gardini gli avesse detto... ; ma Gardini si ammazzò ; o no , come dicono in molti ?
A margine Von Peter se l'è presa anche con Cagliari morto suicida in carcere , dicendo che Cagliari era un uomo che sputava nel piatto in cui aveva mangiato.

 (Von Peter  è stato così  condannato, tra l'altro, a farsi dodici sciacqui al giorno allo specchio guardandosi sugli occhi e gorgogliando dieci ave-pater-gloria ; per 9 anni, 9 mesi (anzi 6 ) e 12 giorni , prima di aver diritto di tornare a parlare di Cagliari ) .
Qui di seguito la lettera di addio di Cagliari , "lo sputo sul piatto" .

“Miei carissimi Bruna, Stefano, Silvano, Francesco, Ghiti: sto per darvi un nuovo, grandissimo dolore. Ho riflettuto intensamente e ho deciso che non posso sopportare più a lungo questa vergogna
La criminalizzazione di comportamenti che sono stati di tutti, degli stessi magistrati, anche a Milano, ha messo fuori gioco soltanto alcuni di noi, abbandonandoci alla gogna e al rancore dell’opinione pubblica. La mano pesante, squilibrata e ingiusta dei giudici ha fatto il resto.
Tutto quanto mi viene contestato non corre alcun pericolo di essere rifatto, né le prove relative a questi fatti possono essere inquinate in quanto non ho più alcun potere di fare né di decidere, né ho alcun documento che possa essere alterato. Neppure potrei fuggire senza passaporto, senza carta d’identità e comunque assiduamente controllato come costoro usano fare […]
L’obbiettivo di questi magistrati, quelli della Procura di Milano in modo particolare, è quello di costringere ciascuno di noi a rompere, definitivamente e irrevocabilmente, con quello che loro chiamano il nostro “ambiente”. Ciascuno di noi, già compromesso nella propria dignità agli occhi della opinione pubblica per il solo fatto di essere inquisito o, peggio, essere stato arrestato, deve adottare un atteggiamento di “collaborazione” che consiste in tradimenti e delazioni che lo rendano infido, inattendibile, inaffidabile: che diventi cioè quello che loro stessi chiamano un “infame”[…]
La convinzione che mi sono fatto è che i magistrati considerano il carcere nient’altro che uno strumento di lavoro, di tortura psicologica, dove le pratiche possono venire a maturazione, o ammuffire, indifferentemente, anche se si tratta della pelle della gente. Il carcere non è altro che un serraglio per animali senza teste né anima […]
Come dicevo, siamo cani in un canile dal quale ogni procuratore può prelevarci per fare la propria esercitazione e dimostrare che è più bravo o più severo di quello che aveva fatto un’analoga esercitazione alcuni giorni prima o alcune ore prima[…]
Già oggi i processi, e non solo a Milano, sono farse tragiche, allucinanti, con pene smisurate comminate da giudici che a malapena conoscono il caso, sonnecchiano o addirittura dormono durante le udienze per poi decidere in cinque minuti di Camera di consiglio.[…]
Quei pochi di noi caduti nelle mani di questa “giustizia” rischiano di essere i capri espiatori della tragedia nazionale generata da questa rivoluzione. […]
Sento di essere stato prima di tutto un marito e un padre di famiglia, poi un lavoratore impegnato e onesto che ha cercato di portare un po’ più avanti il nostro nome e che, per la sua piccolissima parte, ha contribuito a portare più in alto questo paese nella considerazione del mondo. Non lasciamo sporcare questa immagine da nessuna “mano pulita”. Questo vi chiedo, nel chiedere il vostro perdono per questo addio con il quale lascio per sempre.[…]
A tutti lascio il ricordo di me che vorrei non fosse quello di una scheggia che improvvisamente sparisce senza una ragione, come se fosse impazzita. Non è così, questo è un addio al quale ho pensato e ripensato con lucidità, chiarezza e determinazione.
Non ho alternative … Gabriele

Porcherie magistrali : Del Turco


(ANSA) - ROMA, 23 LUG -"Accanto allo scandalo della sentenza che ha condannato Ottaviano Del Turco ce ne sta un altro ben più grave: quello di un vile silenzio. Tacciono su questa incredibile vicenda il Pd di cui Del Turco è stato tra i fondatori e la Cgil dove egli ha trascorso metà della vita. Tace Guglielmo Epifani che a Del Turco deve gran parte della sua carriera. Credo che sia questo silenzio assordante ad addolorare di più Ottaviano". Così Giuliano Cazzola, ex sindacalista e amico di Ottaviano Del Turco.

Forza Ottaviano ! Lo Stato di diritto fu sospeso ; e resta sospeso . Gli unici torti che hai avuto sono stati quelli di non aver visto i golpisti e di credere, forse ancora, nella dignità e nella riconoscenza di molti amici-compagni. Forza Ottaviano !  

giovedì 18 luglio 2013

Peppone vs Calderoli



Calderoli, vice -presidente del Senato, va al negozio Eataly di Monticello; sottobraccio tiene un orango , datogli in affidamento da un vicino zoo ; Calderoli voleva comprare cibo per il suo orango. Lo hanno messo alla porta su ordine del proprietario , Oscar Natale Peppone Farinetti : Calderoli ha denunciato il negoziante ; i giudici si sono riuniti subito ed hanno condannato Peppone Farinetti , in applicazione dell'art 1336 del codice civile ; i commerci non possono rifiutare i clienti. Il danno quantificato da risarcire a Calderoli è stato stabilito in 55 miliardi di euro : Peppone Farinetti è stato rovinato.  

giovedì 11 luglio 2013

Bagnasco ama SE il Potere


 
 
Il capo dei vescovi , Bagnasco , voleva fare il presidente di Finmeccanica . La famiglia Letta , zio e nipote, gli hanno preferito il capo della polizia De Gennaro. Visto il suo attivismo politico , il suo Capo, Francesco , gli ha subito rifilato 2115 immigrati da collocare nei suoi palazzi cardinalizi e nelle aziende da lui controllate , a Genova ; 12 li deve prendere a casa sua.  

Santo subito :con riserva


 
 
 
Papa Francesco ha fatto il suo :a Lampedusa ha dichiarato amore per i poveri immigrati , tutti, vivi , morti e futuri ( dei traffici non si è occupato )

Poi ha preso una decisione storica ; ne ha caricati un centinaio nell' aereo papale e li ha messi nei suoi appartamenti pontifici liberi . Ha anche organizzato un ponte aereo con Lampedusa per portarne in Vaticano altri 5 mila circa , da collocare presso presso i santi curiali e loro annessi. Una attenzione particolare Papa Francesco l'ha riservata al paolino don Antonio Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana , che aveva rimproverato i cattolici politici per non avere troppo sostenuto il Papa nella sua missione evangelica di “ amore verso i poveri e gli ultimi “ ; gliene ha rifilati 27 in casa sua e nella redazione del giornale. Altri 12 li ha dati alla Boldrini , in ricordo del suo passato e tenuto conto del suo presente. Cicchitto , con il suo “predicare è diverso dal governare” è stato risparmiato : ma Papa Francesco gli vuole bene e lo ricorda nelle Sue preghiere.

E' appena uscita una agenzia di stampa : dice che Papa Francesco si è limitato alla predica e ha lasciato gli immigranti e i loro problemi proprio nello stesso posto dove erano ; il paolino don Sciortino , essendosi esposto, teme di essere inviato a vivere nel centro di accoglienza di Lampedusa , in povertà e castità .

lunedì 8 luglio 2013

80 anni




Oliver Sacks proclama che il suo ottantesimo compleanno alle porte segna l'inizio di una nuova era: "Non penso alla vecchiaia come a un epoca più triste da sopportare ma un tempo di piacere e libertà: libertà dalle fastidiose urgenze di giorni precedenti, libertà di esplorare i miei desideri e di legare assieme pensieri e sentimenti di una vita".
Vero ; basta che ci siano 3 condizioni 3 : salute ; no dolori fisici o morali ; libertà dal bisogno . Insomma un vecchio è felice se libero di...e libero da...

domenica 7 luglio 2013

Occidente d'Egitto


 
 
In piazza Tahrir , al Cairo, c'è stato di tutto: fin dall'inizio. Religiosi e laici ; operai e colletti bianchi; lavoratori e diseredati ; vecchi e giovani ; donne intasate nei loro veli e donne aggressive moderne ; studenti e intellettuali : armi e bastoni. Di tutto. I più di 40 partiti che si contendono il potere non rispondono ad una logica politica , all' “occidentale”; ci sono lotte intestine religiose ( più di dieci fazioni islamiste , più o meno tolleranti nei confronti dei cattolici coopti ) , ideologiche ( dai vaghi liberali ai vaghi comunisti ) , rivoltose , conservatrici. Una miscela ingestibile e ingovernabile. E talvolta violenta , con assassini e stupri di piazza. E tutto questo perché ? Per quella che sbrigativi intellettuali nostrani chiamarono “primavera araba”. Diplomatici e “servizi” occidentali dovevano sapere bene che non si sarebbe trattato di una “primavera “ , ma di un autunno , vicino all'inverno, ventoso e carico di brutti segni per le stagioni future.

In Egitto Mubarak fu eliminato perché il suo cerchio di potere si stava lentamente spostando dalle forze armate alla sua famiglia. Le forze armate indispettite lo fecero fuori, alleandosi per la bisogna ai loro nemici storici , islamisti , in generale , “fratelli mussulmani” in particolare e intellettuali antimilitari .

Le forze armate hanno provato a far governare i “fratelli mussulmani “ , concedendo pure qualche testa , come quella del loro capo Tantawi ; ma mantenendo rigorosamente tutti i loro privilegi economici e sociali. Accettarono così l'elezione di Mursi , che non era neppure il capo dei “fratelli mussulmani”, a Presidente dell'Egitto ( il primo presidente non militare dalla cacciata del re Faruk nel 1952 ) . Mursi si è rilevato un disastro ; perché non ha “unito” , ma al contrario è stato solo un disciplinato esecutore degli ordini della sua confraternita mussulmana; perché non ha rispettato alcuno degli impegni presi alle elezioni ; perché ha trascinato il Paese in una situazione economica e sociale drammatica , in una spirale di povertà dilagante tra gente che, a quanto si legge, per il 30 % è ancora analfabeta. Le spinte religiose e tribali si alimentano nella miseria e nella disperazione. Le piazze Tahrir si riempiono di gente arrabbiata che non ce la fa più , disposta anche a morire , se non altro per una bandiera o una fede ; assieme a gente che lotta per nuovi potere e nuove ricchezze.

Mubarak , con il suo laicismo militare , duro e intollerante (nato anche sull'assassinio del suo predecessore Sadat da parte del gruppo estremista al jihad )) aveva portato il Paese ad uno stato di benessere ben lontano dalla situazione attuale ; e oggi molti, in cuor loro, lo rimpiangono e pensano che sarebbe stato più semplice tenere lui , emarginando tutta la sua corte familiare. Dopo lo scontro tra forze armate da un lato e fratelli mussulmani dall'altro, i primi riprendono il potere che avevano prestato ; lo riprendono direttamente, da Stato nello Stato, , facendo finta di prestarlo di nuovo ( si dice che puntino questa volta sul tecnocrate civile El Baradei, che sta al Nobel per la pace, che ha ricevuto, come il nostro Dario Fo sta a quello per letteratura ). E poi ? Poi con altre elezioni , la cui attendibilità, nella situazione data, è molto discutibile, si cercherà un nuovo uomo della provvidenza ; o un militare con grande carisma o un civile che oltre al carisma abbia chiaro il concetto della sua sottomissione alle forze armate e al loro potere economico.

E' superfluo dire che la situazione egiziana è determinante per il futuro del medio oriente e del Mediterraneo tutto. Quindi ulteriori errori non sono consentiti alle comunità internazionali . Se si passa dalla situazione A alla B , bisogna esser certi che la B sia migliore della A ; cosa che non sembra essersi ancora verificata con la favola delle primavere arabe. A meno che la logica seguita fin qui sia stata quella del “divide et impera” ; sciiti contro sunniti ; islamisti violenti contro i moderati ; cattolici contro mussulmani ;borghesia laica contro militari ; e così via.Logica cinica , perversa e pericolosissima per tutti noi. Che il mondo stia alla finestra di quello che sta succedendo in Egitto ( o nella vicina Siria ) sembra una tesi un tantino ingenua, per gli appoggi materiali e non, dati a questo o quello. E che errori madornali siano stati compiuti nelle “primavere arabe” è ormai un fatto oggettivo. Le armi di Gheddafi sono sparse ormai in tutto il nord Africa ; e non solo; e sono in funzione , per disgregare.

In Egitto , per il bene di tutto il Mediterraneo, dobbiamo sperare che vinca uno Stato laico , lontano da guerre sante : militare o non.

Pubblicato da "l'Occidentale" l'8 luglio 2013