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martedì 13 gennaio 2015

La Francia dopo Charlie


Sono Charlie : penso, dico , scrivo e disegno quello che voglio ; viva la libertà. Nelle strade e nelle piazze di tutta la Francia più di 4 milioni di persone hanno urlato il loro diritto alla libertà. E ora ? Due problemi emergono subito ; e sono imbarazzanti.



Per avere più libertà bisogna lasciare allo Stato e alle sue polizie maggiori spazi di intervento, di controllo e di repressione ; cioè , meno libertà per la gente , che potrà essere controllata e fermata, a discrezione delle autorità di polizia. Controlli telefonici ; dove cominciano e dove terminano ? Arresti : con quali limiti ? Isolamento carcerario degli islamisti ; come a Guantanamo ? Riaprono le tropiche prigioni della Guyana francese ? Limitazione dei movimenti nello spazio europeo ; rinegoziazione del trattato di Schengen ? Sua revisione ? Frontiere ? Insomma tutte queste misure, che sono allo studio del Governo francese, vanno a limitare quella libertà urlata dal popolo ; anche se il popolo ha unito il suo grido libertario all'applauso sincero e a volte entusiasta alla polizia ( che per la prima volta forse si è sentita amata dalle piazze ) .Queste, sulla limitazione dei diritti e delle libertà, sono misure delicate ; forse il Governo, anche interpretando lo spirito delle grandi manifestazioni popolari unitarie ( la stessa Le Pen ha invitato la sua gente a scendere in piazza contro il fanatismo islamico e per la libertà ), potrebbe concordare con l'opposizione questi provvedimenti che, passata l'ondata del “je suis Charlie Hebdo”, potrebbero rivelarsi liberticidi nella Francia repubblicana della liberté, egalité, fraternité.



La grande presenza di solidarietà internazionale , ma soprattutto europea, alla manifestazione di Parigi ha evidenziato, per contro, alcune assenze del mondo arabo , non facilmente interpretabili o spiegabili. Armi, risorse e organizzazione del brigatismo islamico vengono probabilmente dall'area araba del Medio Oriente, da quelle guerre e soprattutto dall'offensiva sunnita nello scontro infra-mussulmano con gli sciiti. Il Qatar possiede la squadra di calcio di Parigi , oltre a grandi palazzi, alberghi e proprietà diffuse in tutto l'esagono ;un qatarino e un francese ( Al Attya-Baumel) stanno vincendo in coppia la Paris- Dakar, in Argentina; il Qatar ha un accordo finanziario solido con la Francia . E ora ? Ha mandato un cadetto della famiglia del principe a rappresentarlo ; come dire , negli affari e nei giochi, tutto bene ; per il resto , non chiedeteci altro. Più o meno la stessa cosa ha fatto l'Arabia Saudita. I dubbi sul loro sostegno materiale al brigatismo islamico cominciano ad avere delle prove a sostegno. La matassa dei sostegni economici e logistici al brigatismo islamico è intricata ; ma il bandolo comincia a comparire. D'altro lato i sistemi anti-democratici e aberranti adottati nei loro Paesi ( è di ieri la notizia che tal Raif Badawi è stato condannato a dieci anni di prigione e mille frustate, di cui 50 date subito, per blasfemia in Arabia Saudita ), mal si conciliano con possibilità di dialogo politico con gli Stati europei e le loro democrazie . Molti dei manifestanti di questi giorni lo hanno pensato ; e hanno avuto una gran voglia di urlare basta ! Basta giocare ; basta con i beni di questi regimi in Francia ; se non fosse per il petrolio. Già il petrolio, motore del mondo e quindi strumento di tutti poteri, di tutte le politiche , di quasi tutte le guerre, oggi combattute sulla terra. Fino a quando ?



Anche lo Yemen non c'era ieri a Parigi ; eppure qualcuno dei brigatisti veniva da là, da quei campi di addestramento, da quelle scuole di brigatismo islamico. E nei cortei francesi che urlavano per la libertà , in tanti hanno pensato anche a quei campi ; ad andare a smantellarli , con le buone o con le cattive; ad andare alle fonti del terrorismo per combatterle sul serio e non per parata ; per vincere, non per partecipare. Altro che la Siria di Assad ! Nelle strade di Francia il popolo ha pensato anche a questo : e i raid aerei francesi sull'Isis in Iraq e Siria sono stati intensificati.

Ecco :dai cortei francesi non vengono buone notizie ; una guerra sembra avviata e il Governo francese comincia a lamentarsi di essere stato lasciato solo dagli altri Paesi dell'Unione Europea, che marciano per le strade , ma non combattono. Un po' come quello italiano , a Lampedusa.


Pubblicato dalle Formiche il 15 gennaio 2015

domenica 11 gennaio 2015

Hollande e le brigate islamiste


La Francia del giorno dopo sembra un operato che si sveglia dopo l'intervento , ancora sotto gli effetti delle medicine e delle anestesie. Sono peraltro cominciati i borbottii tradizionali e tipici di questo popolo poco accomodante. Ci sono alcune cose in tutta questa storia di violenza e di attentati contro la sicurezza dello Stato che vengono mal digerite.



Come è possibile che due fratelli, brigatisti islamici, in azione terroristica , armati fino ai denti, esecutori implacabili , perdano una carta di identità su una macchina che abbandonano dieci minuti dopo la strage ? Sono apparsi più dei brigatisti cretini, che dei militari islamici combattenti . E contro di loro si è mossa poi una macchina da guerra impressionante , tutta ripresa in una diretta TV, tanto appassionante , quanto un tantino imbarazzante, non trattandosi certo di uno spettacolo di intrattenimento.

Questi due fratelli Kouachi, di origine algerina, stavano in una lista nera dei “servizi” da tempo ; sono stati in carcere, ove hanno avuto la loro formazione ...”teologica”; e poi nelle aree di addestramento e di guerra in Yemen e Iraq, con alcune andate e ritorno; e poi in squadre islamiste di formazione e di lotta , note e denunciate. Come è stato possibile che siano potuti passare all'azione ?



L'altro brigatista, di origine maliana , Coulibaly, è passato all'attacco in contemporanea e in accordo con i Kouachi , in altra zona di Parigi ; ha poi fatto un'intervista telefonica ad una importante TV nazionale, mentre era dentro al supermercato ebraico di Vincennes , aveva già ucciso tre ostaggi e aveva il mitra fumante ancora in mano ; in questa intervista diffusa al termine delle operazioni ,Coulibaly ( convertitosi all'Islam in carcere) ha dichiarato di essere amico e in accordo con i fratelli Kouachi; e che il suo dante causa era l'Isis ; sua moglie , ora ricercata perché altrettanto pericolosa , è algerina e amica dell'algerina moglie di uno dei due Kouachi. Insomma si è trattato di una azione di guerra fatta ...in famiglia, tra un kebab e l'altro ; un mitra e l'atro . E lo Stato ?



Tutti questi traffici , che richiedono abitazioni parigine, viaggi, abiti, alimenti , vita quotidiana e non solo : anche armi, munizioni , coperture ,passaporti, luoghi di incontro e quindi , nel caso specifico, verosimilmente di culto; tutti questi traffici , con quali risorse sono stati fatti ? Con quali stipendi ? Con quali rendite ? Cherif Kouachi ,anche lui in un'intervista telefonica TV in piena azione terroristica , ha dichiarato che loro lavoravano per Al Qaida yemenita . Già : Al Qaida , Yemen; Isis, Iraq, Siria, sunniti ; anche sauditi ed emirati ?



Nella Francia del giorno dopo le televisioni sono letteralmente occupate dalle rituali figure governative che si presentano come salvatrici della patria, ripetendo ritornelli retorici sulla Francia “repubblicana” , sulla tolleranza , sulla unità della Nazione, sulla forza dello Stato ( il Presidente ha addirittura fatto sottolineare di essere stato lui a dare l'ordine dell'assalto finale... alla tipografia e al supermercato !) Ma poi sotto banco hanno voluto eliminare dalla loro “festa” politica prevista per l'11 prossimo, il Fronte Nazionale , che è repubblicano e nazionale , come loro ( o no ? ), rompendo con quello che oggi è il più importante partito francese ( risultati delle ultime elezioni europee 2014 ). Faranno una grande marcia di fermezza contro la violenze islamista , presenti diversi capi di governo occidentali , compreso il nostro Renzi; ma assenti i loro unici e importanti oppositori (e da sempre oppositori dell'estremismo islamico) che sono orientati a manifestare altrove in piena e totale autonomia, essendo stati... costretti a rompere la grande unità nazionale . Nasce il dubbio di un disegno per sfruttare la tragedia a fini di parte ; nel caso ,un disegno perverso , sia dal punto di vista etico che da quello politico: il Governo aveva la possibilità di riportare ad unità ,da sé stesso gestita , un'opposizione crescente in una Francia in grande crisi economico-sociale e ora anche “istituzionale” ; e non lo ha fatto.

La Francia è in guerra contro gli islamisti nell'Africa sub-sahariana, in Iraq, Siria , Afganistan ; e ora sente che la guerra le è stata riportata in casa propria . Si valutano a qualche migliaia i brigatisti islamici francesi , pronti a passare all'azione . C'è una grande preoccupazione in giro, per la gestione della sicurezza interna e come per quella della politica militare estera. Le guerre si fanno per vincerle ; non per partecipare con le bandiere o per far piacere a qualcuno. E non sembra che ,allo stato attuale, le armate nazionali impegnate nei diversi scacchieri abbiano possibilità di uscirne vincenti. Sempre che le guerre si debbano fare ; la Francia è stata tra i promotori della guerra nell'Africa sub -sahariana, in Libia e in Siria; forse i francesi avrebbero voluto volentieri fare a meno di questi focolai infetti. Ed e' soprattutto da questi focolai , che sta arrivando il sistema brigatistico in Francia , come da tempo era stato minacciato. 

Pubblicato da Formiche l'11 gennaio 2015 



   

venerdì 9 gennaio 2015

Charlie Hebdo


 
 
La Francia è Charlie : Charlie Hebdo il settimanale ove due fanatici islamici hanno fatto una strage di giornalisti e poliziotti. Ora tutta la Francia sembra essere d'accordo: tutti insieme contro il terrorismo islamico ; comprese le due ali ,di destra e sinistra , non rappresentate all'Assemblea Nazionale , il Fronte Nazionale di Marine Le Pen ( che peraltro è il primo partito di Francia e quindi ) e il Parti de la Gauche , con i comunisti e la sinistra di Melanchon. Questa unione innaturale può essere un fatto unico nella storia della Francia contemporanea. Sui fatti accaduti le letture e le politiche proposte ovviamente restano molto diverse.

Marine Le Pen accusa sinistra e destra di vivere il problema del fanatismo islamico in Francia e nel mondo , con leggerezza, tolleranza, sufficienza, debolezza e paura. I comunisti con Melanchon, sono più su una linea neo-maoista, la religione in sé “ è l'oppio dei popoli”; la Francia “repubblicana” ( liberté,egalité. fraternité) e laica deve essere dura contro queste guerre di religione.

Quindi la tragedia della strage a Charlie Hebdo produrrà due effetti esplosivi nella vita politica francese ; il primo, con l'unità nazionale contro il fanatismo islamico ( vivono in Francia circa 6 milioni di mussulmani ), forse ricondotta ad una unica manifestazione domenica prossima ; il secondo, con il probabile e forte attacco politico alle formazioni di “centro”, socialista o “gollista” che sia , così visto dalla nazionalista Le Pen e dai comunisti . Attacco che sarà costruito da ora alle elezioni presidenziali del 2017, passando dalle prossime regionali del marzo 2015,con l'obiettivo di far arrivare al ballottaggio presidenziale non due forze del centro, socialisti e “gollisti”, ma una del centro e una dell'opposizione , verosimilmente i “frontisti”, con la Le Pen.

Lo scontro sull'islamismo ormai coinvolge la Francia profonda , la Francia “d'en bas”, con una maggioranza silenziosa, tendenzialmente non votante , ma nazionalista e conservatrice , che non sopporta più la violenza degli “stranieri” e dei loro valori nella propria terra. L'attacco portato alla gestione ,fatta finora, dell'ordine pubblico, dei “servizi segreti” , delle carceri e della giustizia, non lascia più indifferenti.

Poliziotti che vengono ammazzati per strada , ma anche all'interno dei commissariati, affogati in procedure e burocrazie , carenti di forze e di risorse,vittime di disorganizzazione e talvolta di confusione.

Servizi segreti , tra i più importanti del mondo , che sembrano sapere tutto, ma solo dopo che i fatti si sono verificati ; e che non si rendono conto dell'enorme traffico di armi e di esplosivi e dell'esistenza di campi di addestramento militare eversivi , che stanno sotto i loro occhi (in questo contesto non bisogna altresì mai dimenticare che la Francia è l'unica potenza nucleare dell' Europa continentale ).

Carceri che sono diventati, tra l'altro, scuole di formazione militare eversiva islamica ; vi entrano giovani mussulmani accusati di delitti minori ; ne escono militanti islamici fanatici , pronti a guerre ed attentati.

Magistrati , che affrontano le condanne per estremismo islamico con leggerezza e buonismo, rilasciando pericolosi estremisti destinati a compiere azioni violente e nuovi delitti; spesso i magistrati sono anche accusati di intralciare le azioni operative di repressione del crimine , con le loro lentezze procedurali e burocratiche.

In alcune moschee francesi si insegna la violenza religiosa ;tutto è noto; niente è fatto.

Ecco su questi fatti la Francia “d' en bas” ,quella profonda, chiederà il conto alle forze politiche che hanno governato il Paese finora . Ed è su questa Francia, nazionalista e conservatrice , che Marine Le Pen conta e conterà per vincere; gli islamisti le stanno dando una grande mano.

E' proprio nel giorno della uscita del libro “Sottomissione”, di Michel Houellebecq , ove si romanza sulla presa del potere degli islamisti in Francia nel 2022, è avvenuta la strage di Charlie Hebdo ; il libro era stato bollato come fascistoide dai benpensanti intellettuali francesi ; ora il successo delle sue vendite sembra assicurato. “Sottomissione” è la traduzione del termine “islam” dall'arabo ; lasciando perdere il suo probabile significato teologico originario, viene da chiedersi “sottomissione” di chi a chi ,oggi in Francia , in Europa e nelle democrazie moderne ?

Pubblicato dalle Formiche il 9 1 2015