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domenica 10 luglio 2011

Il business DSK


L’ “affaire” di sesso di Dominique Strauss-Kahn ( DSK ), si sta trasformando in una tempesta di soldi : su molti fronti. La questione “penale” sta vanificandosi, che ci sia processo o no. Non sapremo mai cosa successe nella mitica camera 2806 del Sofitel di New York , tra DSK e Nafisatou Diello, la cameriera che sostiene di essere stata là seviziata : parola contro parola.

Iniziano invece ad essere agitate le bandiere dei ricorsi per danni. E sono tante.
Le responsabilità e i punti oscuri del Sofitel ( gruppo Accor ) sull’ “affaire” sono tanti : la presenza della donna nella camera occupata è equivoca ( o è cattiva organizzazione o è … “istigazione” alla prostituzione, tertium non datur); l’assenza totale di controllo dei piani con camere per vip , sembra insolita e pericolosa ( e se qualcuno si fosse inserito ,attraverso la cameriera, nella camera di DSK , direttore generale del FMI e candidato alle presidenziali francesi, per ammazzarlo o rapirlo ? ) ; la stessa denuncia frettolosa dei fatti alla polizia , senza alcun approfondimento, lascia qualche perplessità ; le “qualifiche” della Diello ,emerse subito dopo un primo sommario accertamento , sono passate inosservate alla direzione dell’albergo ; gli stessi dipendenti chiamati a manifestare in piazza contro DSK ( violentatore bianco di una povera negra ) non sembrano molto naturali ; e poi ci sono dubbi sui rapporti del gruppo Accor con i servizi francesi ; e via dicendo.
Quindi DSK potrà citare per danni l’albergo, la sua direzione e i suoi proprietari.
Ma anche la povera Diello ha incaricato un costosissimo avvocato , noto per transazioni civili, di perseguire DSK per danni morali e materiali ( secondo la tradizione americana qui si punta ad una trattativa più che a una sentenza ).
E DSK potrà citare per danni la procura di New York ( e cioè il suo Comune e il suo Stato , secondo la Legge americana ), per non aver fatto il proprio dovere durante l’inchiesta e la procedura di arresto praticata.
In Francia si è riattivata una giovane giornalista ,Tristane Banon, che nel 2007 disse di essere stata oggetto di violenza da parte di DSK, suo compagno di partito socialista, nel 2002 ( la data, alla verifica di questa accusa, non è certa ); e ha presentato, il 6 luglio scorso , denuncia per danni contro DSK ( sempre parola contro parola ), tirando però in ballo anche Francois Hollande , oggi candidabile socialista alla presidenza della Repubblica e all’epoca dei fatti segretario generale del partito, di cui era militante e consigliera regionale anche la madre della Banon, Anne Mansouret ( per quattro volte candidata e battuta nelle elezioni legislative).
A sua volta DSK ha querelato la Bannon per denuncia calunniosa , chiedendo i danni.
Tenuto conto del livello degli attori di questa girandola giudiziaria e della gran cassa mediatica fatto attorno a questo “affaire” , possono essere in gioco molte decine di milioni di euro , contesi tra DSK , New York e il gruppo Accor, che li hanno e la Diello e la Bannon che li sognano ; con gli avvocati di tutti ,che presenteranno parcelle attorno al 30 % del valore delle possibili liquidazioni giudiziarie.
Tutto è partito dalla denuncia di un tentato stupro avvenuto secondo la vittima il 13 maggio 2011, nella camera 2806 del Sofitel di New York. La palla di neve ha creato una valanga , che ha coinvolto il Fondo Monetario Internazionale , la Procura di New York, i candidati alle presidenziali francesi, il gruppo alberghiero Accor, il partito socialista francese , i servizi segreti francesi, le comunità nere di New York, grandi studi di avvocati, assieme ad alcune cameriere d’ albergo americane. E se questa palla di neve fosse stata solo un gavettone d’acqua ( cosa molto probabile ) ? La valanga potrebbe essere stata provocata solo da un tuono iniziale, politico o finanziario ( probabilmente non si saprà mai ), e poi alimentata da una miscela di interessi indubbi ( personali ,quelli della Diallo , del procuratore “eletto” di New York, degli avvocati in questione ; politico - finanziari , quelli delle elezioni francesi e delle lotte nel Fondo Monetario Internazionale; e mediatici , tenuto conto che l’affaire DSK ha avuto un clamore nel mondo, superiore per esempio a quello della uccisione di Bin Laden).
Per qualcuno l’”affaire “ DSK sarà un business: staremo a vedere per chi.
Amara conclusione : questi sistemi di giustizia dei nostri Paesi “civilizzati” tendono sempre più a privilegiare le esigenze della politica , dei media e anche degli affari, rispetto alla certezza del diritto, fondamento degli stati democratici.

Pubblicato da " L' Occidentale" il 12 luglio 2011

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