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venerdì 25 marzo 2011

Veltroni senza frontiere



Mio nonno mi ha detto che Uolter Veltroni , trentennale dirigente dei comunisti italiani ( con tutte le code di partiti da loro creati nell’ultimo ventennio e unico a essersi auto-persuaso di non essere mai stato comunista ) , Veltroni,dicevo, doveva essere in Africa a far del bene. Questo aveva detto qualche anno fa dopo aver perso l’ennesima sfida politica. Mio nonno, che si occupa di olivi e non segue il gossip politico , lo credeva in Africa nera. Ho detto al nonno che forse i giornalisti avevano travisato il pensiero di Uolter . Sta di fatto che Veltroni è stato nella TV italiana a far di prediche sulla Libia. Il suo dire ? Dobbiamo liberare la Libia dall’immondo dittatore; dobbiamo aiutare la nascita di una Libia libera, fatta di libero pensiero , di confronto politico e di democrazia parlamentare. Insomma la guerra attuale è una guerra “umanitaria “. La malattia originaria di Veltroni torna. Il sistema comunista prevedeva , con l’internazionalismo, di essere esteso in tutto il mondo, come valore dominante. Veltroni ora è passato di qua, nel sistema capitalistico occidentale ;ma con la stessa scuola di pensiero , ritiene ora che tutti i Paesi del mondo debbano avere gli stessi valori occidentali ed europei, la libertà , i partiti, il parlamenti , le elezioni, il mercato, le libere chiese in liberi stati , eccetera, tutto come lo intendiamo noi; i nostri valori e sistemi politici devono essere esportati, per la felicità dei popoli e del mondo intero.


Come noto le cose nel libero mondo non imperiale , non stanno così. Nel suo “Eloge des frontières” Regis Debray, spiega , in termini storici e filosofici, perché questa invadenza imperiale, civile, militare o religiosa che sia, costituisca il pericolo più grave dei nostri tempi. Le 140 tribù , o quante sono, libiche rappresentano un fatto storico e non possono oggi essere trasformate nel partito unico o nei partiti plurimi di Veltroni; questa realtà potrà forse avere delle evoluzioni in senso liberale o socialista, come li intendiamo noi ; ma avrà sempre un’identità culturale e storica, da studiare, capire e rispettare. Ovviamente si può non essere d’accordo col loro sistema di valori e di vita ; come non siamo d’accordo con molti altri sistemi politici vivi e antichi nel mondo ( a cominciare da quello cinese , che oggi è il più importante di tutti ); il rispetto reciproco è alla base della convivenza ; possiamo gridare il nostro dissenso da pratiche disumane usate in molti Paesi del mondo ; questo però non significa che i nostri sistemi di vita e di valori siano necessariamente migliori degli altri ; sono semplicemente diversi ; possono essere migliori solo quando abbiano più rispetto della persona umana , in tutte le sue espressioni di vita.

Diciamo che la guerra libica è una guerra “preventiva “ (fatta per evitare disastri mediterranei ) ; non è certo umanitaria ; e non può esportare alcun valore ; neanche quelli del primo Veltroni ( internazionale comunista ) o del secondo ( internazionale social-capitalistica ).

Ma forse aveva ragione mio nonno ; il buon Uolter doveva andare in Africa, in qualche anfratto, ove poter raccontare le sue regole, quelle della sua libertà e quelle della sua democrazia; probabilmente avrebbe potuto fare anche il capo tribù, in quell’anfratto !

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