
E allora l’intervento dei “volenterosi”, coperti dalle Nazioni Unite,sempre con frasi diplomatiche, interpretabili ed equivoche, è stato un atto di guerra o umanitario o di prevenzione ?
L’avere imposto una “no fly zone” in Libia non è atto di guerra ; si è voluto solo impedire che aerei o elicotteri in mano ai contendenti interni non fossero usati come strumenti di eccidi di massa ( come stava già succedendo ). Il colpire strumenti militari ( comprese eventuali armi chimiche ) , capaci di essere usati contro la popolazione civile , è parimenti azione preventiva in una situazione di guerra civile in corso. Ma perché queste azioni trovano tra i “volontari” molto impegnati, Paesi europei e mediterranei ( a cominciare da Francia e Italia ) ? Al di là di spiegazioni retoriche e semplicistiche , perché avere di fronte all’ Europa la costruzione di un nuovo potere ( quello vecchio è caduto con la rottura dell’equilibrio tribale su cui si reggeva Gheddafi ), violento, arbitrario, oscuro nei suoi rapporti islamisti e imprevedibile su tutto , fa paura: e deve far paura anche a chi teme la creazione di un porto franco di lancio dell’esodo arabo in Europa.
Quindi non si tratta di una guerra ( oltretutto i libici sono, tra gli arabi, quelli più amici del mondo occidentale ) , né di azioni umanitarie da Croce Rossa. Si tratta di un intervento armato preventivo, onde evitare possibili tragedie future, sociali, economiche e di relazioni internazionali.
Ci sono stati grandi errori nei tempi ( si potevano colpire le armi del potere appena cominciarono ad essere usate, anche per dare un segnale a tutto il sistema di potentati libici in guerra tra loro ); nei modi ( con la Francia che voleva e vuole fare la prima della classe, forse per interessi politici e personali del suo presidente ); e nelle forme ( ma che vuol dire i “volontari” ? L’ONU dia mandato a chi vuole e copra formalmente l’intervento ; e questo sempre : non solo in Libia; e il commissario europeo agli esteri, per cui brigò il nostro D’Alema , che fine ha fatto ? E la Nato ? Voglio, ma non posso ? ).
Restano tuttavia i fatti ; oggi la “no fly zone” in Libia è quasi una realtà ; una parte del “disarmo” di una ormai sicura guerra civile è stato avviato , senza troppi danni per le popolazioni : sarà teoricamente completato quando la gente , che vuol picchiare, lo dovrà fare con le mani e non con i missili o le mitragliatrici ; è anche passato il messaggio che nel Mediterraneo ognuno è a casa propria , se non viola apertamente e provocatoriamente le regole del condominio.
Non dobbiamo però illuderci che le democrazie nord-africane saranno come le nostre ; saranno migliori o peggiori, in funzione della storia e delle tradizioni di civiltà di ciascuno . E smettiamola con i salottini delle prediche televisive , fatte da signorini libici o italiani, che misurano sempre tutto sulla base di opinioni elitarie, sommarie e troppo spesso interessate. E smettiamo pure di dar noia con i microfoni ai campi di aviazione militare e ai piloti impegnati in azioni di chirurgia delicatissime , con immagini paradossali e spesso ridicole ( come le lucine di un caccia in decollo in una notte buia ). Che i professionisti delle disgrazie, politici o mediatici che siano, si diano una calmata ; si tratta di problemi seri ; non di avanspettacolo !
pubblicato da " l' Occidentale" il 23 marzo 2011
pubblicato da " l' Occidentale" il 23 marzo 2011
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