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domenica 5 dicembre 2010

Le credenziali

Credenziali ; dare credenza . L’ ambasciatore presenta le credenziali del proprio Paese al capo dello Stato che lo ospita . Credetelo ! Dice il Pese che lo manda . E sia ! Dice il Paese che lo riceve, facendo atto di fede.


Dopo Wikileaks e il suo portacolori Assange, tutto è più facile. Finalmente si sa cosa fanno gli ambasciatori americani in giro per il mondo ; quindi diventa molto più semplice “ credere” in loro. Leggono i giornali , fanno cene e tè , magari danzanti, per avere notizie sui loro ospiti che governano. Se hanno febbri; tumori; amanti; diarree; se dormono; se il cuore batte loro bene; come se la cavano col sangue; se trafficano; “ dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”; cosa pensano della Casa Bianca e dei loro inquilini; e via dicendo. Sono pregati di mandare più “cables” possibile e sempre di critica ( quelli ossequienti sono inutili e noiosi ) ; se la critica è gossippara , tanto meglio! In effetti dei grandi problemi tra Stati si occupano direttamente i governanti, che ormai ,viaggiando a più non posso con jets supersonici, possono essere dovunque e ,spesso , un pò pieni di sé , trattano i loro ambasciatori come camerieri o, nel migliore dei casi, come maggiordomi. E allora che fare ? Dicono ai loro rappresentanti permanenti ; occupatevi del sottobosco e diteci tutte le cose , su cui ridere o piangere, ma… non le banali . E così qualche “cameriere” del Dipartimento di Stato americano, deluso per la sua professione che immaginava alta e quasi mistica, ha sfornato tonnellate di “cables”, provenienti da tutto il mondo . Forse, per ora almeno, mancano solo quelli del Vaticano. Tutti cables esilaranti ( allegri, tristi, gai e seriosi , che siano ), tratti da colloqui confidenziali o festaioli e da media locali, interpretati e sintetizzati… in bella copia , per così dire..

Finalmente quando si accettano le credenziali di un ambasciatore americano, si sa che viene solo per divertirci. Non vale la pena parlarci seriamente. Dopo Wikileaks il Dipartimento di Stato potrà solo riorganizzarsi con comici professionisti, lasciando da parte barbe e baffi finti.

Il problema è se anche le altre ambasciate lavorano sugli stessi temi e con gli stessi metodi . Se così fosse , la diplomazia internazionale potrebbe essere infine uno spettacolino cabarettistico niente male : altro che i nostri Sant’Oro televisivi !

Il ministro Frattini ha detto che Wikileaks è l’ 11 settembre della diplomazia mondiale ! Ma, signor ministro , ci lasci divertire ; ci dia altre tonnellate di cables degli Stati di tutto il mondo, non solo quelli americani. Montiamo uno spettacolo, un circo multi-etnico , da far girare per il globo terracqueo ( anche nelle navi da crociera ).

E lasciamo montare il suo cabaret anche ad Assange, un po’ libertino, come sembra piacere a lui ; noi potremmo contribuire al successo del suo locale, fornendo alcuni intrattenitori, maschi e femmine, gossippari di razza . E fornendo anche qualche meraviglioso rappresentante del nostro popolo , che chiede di discutere nel glorioso Parlamento italiano degli ormai mitici “cables” americani.

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