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sabato 30 giugno 2012

Europa somma


A leggere i giornali sembra che il calcio sia stato giocato anche a Bruxelles ; non solo a Varsavia. Pure quelli tedeschi titolano Monti-Merkel 2-1 ( Der Spiegel ).Super Mario ( imitando quello del pallone ) batte la Merkel e si impone in Europa. Gioca duro e vince. Utilizza l’armamentario burocratico comunitario , per negoziare gli interessi italiani. “Notte di disfatta, che entrerà nei libri di storia” , dice Die Welt. E così via.Le cose non stanno così ; ed è lo stesso Monti a dirlo. Cerchiamo di capire meglio cosa è successo e cosa c’ è di nuovo dopo il vertice dei giorni scorsi ( notti comprese ), a Bruxelles.
La cosa più importante che stava a cuore a italiani e spagnoli era il cosidddetto scudo anti spread. Attualmente la speculazione finanziaria internazionale fa sì che i prestiti per rimborsi di capitali costino per esempio l’1,5 % in Germania, il 2,5% in Francia , il 6 % in Italia o il 6,5 % in Spagna. Si è chiesto ai Paesi euro di combattere assieme contro la speculazione sulla moneta comune ; indebolire una parte dell’eurozona a favore di un’altra , significa in concreto destabilizzare tutta l’Unione Europea ; il tornaconto a breve di alcuni potrebbe essere pagato nel medio-lungo termine da tutti. Il concetto sembra essere stato recepito .
A metà luglio Il Meccanismo Europeo di Stabilità ( MES ) si aggiungerà al Fondo europeo di stabilizzazione monetaria (FESF ) ; questi organismii sono destinati ad aiutare gli Stati che non riescano più a finanziarsi correttamente sui mercati ; avranno un fondo di 750 miliardi di euro, disponibile per aiutare gli Stati in difficoltà , ma non per il salvataggio delle loro banche ; potranno peraltro acquistare anche debiti sovrani degli Stati sui mercati obbligazionari.
E’ stato concordato un patto per la crescita, valido per i 27 Paesi dell’Unione. Sono previsti 130 miliardi di euro ( pari all’1% del PIL europeo ) di investimenti “comuni” : 60 miliardi andranno a finanziare progetti di investimenti già identificati dalla BEI ( Banca Europea per gli investimenti ); sono poi stati sbloccati altri 55 miliardi da fondi strutturali comunitari non utilizzati ; e ancora 10-15 miliardi saranno ricavati da obbligazioni europee per progetti di reti infrastrutturali.
Il patto di stabilità dei bilanci pubblici, adottato il 2 marzo 2012 , deve essere ratificato da tutti gli Stati membri . La Germania lo ha già fatto e chiede che tutti gli altri facciano lo stesso prima della fine dell’anno.
La Germania l’ha avuta vinta sugli eurobonds , obbligazioni europee a garanzia dei prestiti fatti dai singoli Stati. Con gli eurobonds i Paesi più poveri avrebbero visto diminuire i tassi di interesse che pagano sui loro debiti ; e quelli ricchi ( Germania in particolare )al contrario li avrebbero visti aumentare. Gli eurobonds invece non sono passati, come non sono passati neppure gli eurobills (eurobonds a breve termine). Restano invece validi i “projects bond”, prestiti garanditi dalla BEI , per progetti specifici e limitati .
La BCE infine avrà una estensione di poteri ; da approvvigionatrice di moneta per le Banche centrali dell’eurozona , diventerà anche responsabile della supervisione delle stesse Banche centrali ( cosa che esse fanno già sugli istituti di credito che operano sul loro territorio ). Questa decisione tende a ridurre le sovranità nazionali e pone dei problemi sul rapporto tra BCE e Banche centrali dell’Unione extra euro.
Nel vertice è stato ancora rinviato il problema dell’unione politica dell’Europa ( punto finale di arrivo di tutti i processi di integrazione presenti e futuri ). La Germania si è già pronunciata in proposito : elezione a suffragio universale del Presidente della Commissione europea ; trasformazione del Consiglio europeo ( l’attuale vertice dei capi dei Paesi aderenti ) in Camera Alta dell’Unione ; maggiori poteri al Parlamento europeo. Gli altri Paesi per ora tacciono, anche per problemi politici interni sull’argomento.
Questo è il quadro sintetico delle questioni sul tappeto a Bruxelles e delle faticose intese raggiunte. Maggiori coperture comunitarie nei confronti dei debiti de Paesi più esposti , ma con conti in via di risanamento : maggiori investimenti comuni per la crescita dell’Unione ; maggiore integrazione dei diversi sistemi bancari .
Qualcuno ha vinto e qualcuno ha perso ? Ha sicuramente vinto la tesi europeista , almeno nel breve termine. Dopo il vertice del 28 giugno l’euro sembra essersi rafforzato e sembra anche che si cominci a prendere coscienza che l’ Unione può esistere solo se le aree più ricche sono solidali con quelle più povere,puntando ad una crescita collettiva e non geo-nazionale. Successe anche quando la ricca Germania federale, aiutata dall’ Europa e dall ‘Euro, dovette farsi carico dell’unificazione con la povera Germania dell’Est.
L’arrivo di Hollande ha rotto l’asse franco-tedesco, quello dell’Europa ricca contro quella povera. Ma anche Hollande è attaccato a casa sua ; in campagna elettorale ( cioè poco più di un mese fa ) aveva detto che con lui Presidente il “trattato di stabilità” sarebbe stato rinegoziato ; ora invece si affretterebbe a portarlo in Parlamento per l’approvazione ( nello stesso testo concordato da Sarkozy). Ma le carte cominciano ad essere rimescolate; non ci sono più patti di ferro . Bisogna invece verificare fino a che punto c’è volontà e possibilità di costruire un Europa politica ; per il momento la questione continua a non essere neppure nell’agenda di eventuali discussioni future; solo i soldi tengono banco.

Pubblicato da "l'Occidentale" il 2 luglio 2012




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