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lunedì 7 maggio 2012

Sarkozy ha perso



Sarkò ! “Degage”! ( Levati di torno ) . Ecco questo è il risultato delle elezioni francesi.
Dai sondaggi il 55% dei voti presi da Hollande non sono per lui, ; sono contro Sarkozy. E’ evidente che nei ballottaggi tra due candidati , è facile non essere rappresentati da nessuno dei due ; ma votarne uno, solo per dire no all’altro , è più complicato. In poche parole nelle elezioni francesi non è tanto che ha vinto Hollande ; ha perso Sarkozy.
La Francia anche questa volta, al primo turno presidenziale, ha votato centro- destra , per quasi il 60 %; poi, restando Sarkò al ballottaggio , non è andata a votare ( 19,7%  ,+ 3,7% rispetto alle precedenti presidenziali ), ha votato scheda bianca (5 %,  secondo le indicazioni di Marine Le Pen, Front National) o ha votato per Hollande ( 30% dei centristi e 14 % dei “nazionalisti” della Le Pen).
Ora si sposta tutto sulle “legislative” di giugno. Anche in questo caso la sinistra  sembra favorita. Localmente gli “amministratori” di sinistra in genere sono più considerati degli altri , che oltretutto in genere tendono a frantumarsi. Ma bisogna tener conto di una serie di variabili . Il Fronte Nazionale, oggi non rappresentato in Assemblea, con il suo 18 % di voti potrebbe diventare determinante in molti collegi  ; quindi le altre “destre” dovrebbero concordare con il movimento “bleu marine”, eventuali deputati. Ma se questo avverrà, perderanno i voti dei“centristi”, che sono dichiaratamente contro il Fronte Nazionale. I “centristi” forse hanno già contrattato alcuni collegi , con la sinistra o con la destra. Lo stesso avranno fatto i socialisti con il “fronte della sinistra” e i verdi . E tutto ciò ,ovviamente, dovrebbe essere avvenuto durante la campagna presidenziale , nonostante le drastiche smentite degli interessati.Si potrebbe continuare a lungo su questi traffici elettorali ; una cosa è certa : il sistema elettorale francese è malato e deve essere curato ; ma anche in questo caso , come in Italia, non sembra che ci sia accordo sulla cura da fare.
Dunque Hollande il 15 maggio porterà le sue cose all’Eliseo. Per cominciare è iniziato il toto-ministri. Ogni previsione può essere azzardata, tenuto conto del Presidente “normale”, come si autodefinisce Hollande ; è un normale manovratore di partito, abituato alle mediazioni delle mediazioni; all’analisi delle capacità e del potere , attribuibili ad ognuno; i posti in gioco sono tanti ; ma tante sono anche le ambizioni ; e tanti  gli accordi con gli “altri”, che hanno permesso ad Hollande di essere Presidente. La dietrologia sui nomi quindi oggi può essere solo un gioco da salotto. Solo un fatto deve essere sottolineato . Hollande disse in campagna elettorale che il capo del Governo non deve essere un “collaboratore” del Presidente ( come invece amava dire Sarkò ); egli dovrà dirigere veramente il Governo , essere un Primo Ministro vero ; e quindi quel posto sarà “strategico”.
Non bisogna altresì dimenticare  l’impegno preso dal candidato Presidente di avere un Governo fatto almeno per metà da donne.
Sul programma di Hollande si è detto molto a proposito e forse  anche a sproposito. Il personaggio viene da una gioventù paracomunista e da una crescita socialista , trasformata ormai da tempo in socialdemocratica; come tutti i socialdemocratici europei , anche lui sarà pragmatico e condizionato da regole e vincoli comunitari. Con una differenza rispetto agli altri ; che la Francia è Nazione , con caratteristiche economico-sociali , che danno al potere pubblico un grande margine di intervento. Lo “statalismo” francese è insito nella Nazione , condiviso da tutti, dalla destra alla sinistra. Il sistema liberale alla tedesca o alla americana , per esempio, in Francia è inconcepibile. L’elettricità , il petrolio o il gas o l’industria nucleare o quella avionica, per non parlare di tutti i servizi  , sono  settori pubblici con la bandiera nazionale ; quindi il nuovo Presidente socialista non farà che mantenerli. Resta invece aperto il problema del suo rapporto con il mondo finanziario ; all’inizio della campagna dichiarò che il suo avversario non era Sarkozy , ma la signora Finanza. E’ ancora così ? Come la metterà con l’euro ? Continuerà nella politica dell’euro forte ( cambio con il dollaro a 1,30-1,60 ) o spingerà per un euro più debole e rispettoso delle realtà economiche che lo usano ( cambio con il dollaro a 0.90-1.10 ) ? Nazionalizzerà eventuali banche in difficoltà ? Colpirà le cosiddette speculazioni finanziarie ?
E’ curioso vedere un opinione pubblica che ha paura solo della tassa sui ricchi di Hollande ; ha proposto che su oltre un  milione di reddito annuo, si  paghi una aliquota fiscale del 75 %;  chi ha un reddito in Francia di quelle dimensioni , non teme questo aggravio ( anche se forse esagerato ) : non gli cambierà la vita.
Le vere incognite della presidenza Hollande restano quelle relative al suo rapporto con la spesa pubblica e quindi alla sua politica budgettaria ; alla sua politica europea; alla sua politica monetaria ; e alla sua politica estera , con particolare riferimento a quella mediterranea.
Sarkozy ha perso , oltre che per la sua politica confusa ( che ha avuto anche degli aspetti positivi ) ,soprattutto  per la sua persona, purtroppo per lui, poco francese ; eletto Presidente andò a cena con amici ricchissimi al Fouquet’s , ristorante extralusso degli Champs Elisées.  Hollande, in un palchetto di Tulle,       cittadina della Correze, ove  ha incarichi elettivi da più di venti anni, ha fatto suonare la “vie en rose” da un accordeon ( fisarmonica) e da un’orchestrina popolare ;in piazza si è ballato fino alle ore piccole . Il Presidente si è invece precipitato , senza mangiare, alla festa della gente francese , soprattutto giovane, alla Bastiglia , a Parigi.

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