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martedì 6 settembre 2011

L'euroscettico







Potrà reggere l’Euro ? Forse , ma ad una serie di condizioni:

- Un governo dell’economia e della finanza unico, nell’area euro.
- L’abbandono di tutti i nazionalismi e protezionismi reali o subdoli praticati in questa regione.
- La comprensione reale e la fiducia di un popolo nei confronti dell’altro, che significa anche solidarietà.

Ci sono queste condizioni ? No.

I governatori di economie e finanze ,nazionali e comunitari, sono quasi tutti “prime donne”, che professano narcisismo e potere su tutto e su tutti ; in particolare quelli finanziari sono ormai convinti di essere l’ombelico del mondo e si comportano di conseguenza . Sempre e soprattutto in termini nazionalistici o euro-burocratici ( costosi e inutili ).

Ogni Paese dell’eurozona tende a praticare un nazionalismo , territorialismo, regionalismo , se possibile , anche più forte rispetto ai tempi precedenti all’euro. L’economia multinazionale è più vista in chiave mondiale che europea.

L’asse franco-tedesco, con i propri rispettivi satelliti, considera gli altri Paesi meno di niente. Salvo, poi , covare il reciproco disprezzo atavico. Gli inglesi vanno per conto loro e tendono a confondere il Nord geografico con l’altezza dello sguardo. Tutti gli altri sperano negli aiuti dei “ricchi” europei nei confronti di tutto il resto dell’ Unione “povero” .Non è e non sarà così . Non c’è , non c’è stato e non ci sarà alcun aiuto; ci sono solo interessi e per di più , guardandoli davvero in faccia , nazionali.

Per chi avanzò dei dubbi sulla validità della scelta dell’Euro , come strumento monetario unico dell’Unione, oggi ci sono sostanziali conferme . L’Euro non può funzionare in Nazioni ( di queste si tratta ) “povere” e in Nazioni “ricche” , allo stesso tempo e con le stesse pratiche monetarie . Né esso è stato capace di spingere verso l’integrazione di un’Europa confederale e sovranazionale , come veniva e viene ancora spiegato dai cosiddetti eurocrati. Si sono creati solo immensi uffici inutili e costosi .

Oggi la TV francese ha detto che la crisi delle borse europee deriva dalla quasi certezza del “default” greco , a cui seguirà quello italiano ( con tanto di immagini relative ad uno sciopero generale in Italia , non della CGIL, che non è stata neppure citata , ma del Paese tutto intero , come in Grecia). Questa è la “fiducia” esistente tra le genti dell’Europa “stretta “ ; figurarsi quando, in termini monetari, si allargherà !

Che fare ? Avere coraggio , al di là di tornate elettorali ( che tra non molto interesseranno Francia , Spagna e Italia, per esempio ). O si sta dentro l’Euro e si realizza un governo dell’economia confederale ( con supremazia politica e non tecnocratico-finanziaria ), con una strumentazione monetaria adeguata ad una politica economica di più o meno marcata crescita  ( per esempio sono sempre più insistenti le voci, anche autorevoli, che vogliono l’euro a 1.20 sul dollaro, rispetto all’ 1.40 attuale, con diminuzione di poteri decisionali alla BCE ). Oppure l’Euro deve essere organizzato diversamente , a due o più velocità , fino all’ipotesi di ritorno alle monete nazionali ( si legga “Eloges des frontières “ di Regis Debray, per evitare di considerare ipotesi del genere come vecchie e reazionarie ). Resta il fatto che continuare a far rotolare l’Euro e le sue economie verso l’ignoto delle “sale -borse”, queste sì multinazionali , è semplicemente da irresponsabili.

Pubblicato da "L' Occidentale" il 9 settembre 2011





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