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lunedì 31 gennaio 2011

Progresso



Walter Benjamin, filosofo tedesco, poco prima di suicidarsi, interpretò questo Angelus Novus di Paul Klee, come una figura che respinge la tempesta  del "progresso".

Hegel legge "... la storia dell'umanità come una linea ,con un senso ; è la libertà dell'uomo che avanza , tappa dopo tappa. La storia è fatta di rotture successive ,  è insomma una consapevolezza delle sfide. La storia delle società progredisce e , alla fine, avendo raggiunto l'uomo la sua più completa libertà , abbiamo lo Stato democratico nella sua forma ideale.
"Ma esiste anche un'altra interpretazione della storia.  I progressi fatti attraverso la libertà , la competizione, la corsa al "sempre più" ; tutto ciò può essere vissuto come un uragano di annientamento" ( Stéphane Hessel : Indignez vous . Indigène éditions 2011).

Hessel merita grande rispetto, intanto perché ha 93 anni e ragiona con un cervello meraviglioso, senza età ; e poi per la sua milizia anti-nazista e anti-fascista ; per il suo impegno culturale e politico solare, continuo e tollerante. Ma questa storia del progresso hegeliano , riproposta oggi, dopo più di un secolo di riflessioni , di confronti e di politiche, ha ancora un senso ? Probabilmente si, ma solo come utopia, socio-filosofica , analoga a qualsiasi credo mistico sulla configurazione dell'al di là.
E poi ; contro la logica del  "sempre più ", vale quella del "sempre meno" ? O è un'idea che nasce nella testa di gente sta già bene e può fare a meno del "più" ?  Non è meglio avere una storia del "sempre più" ,             " sempre meglio distribuito"? Non è che l'Angelus Novus di Klee, a differenza della lettura di Benjamin, rappresenta solo un grido di difesa da tutte le violenze devastanti della storia?

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