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sabato 22 gennaio 2011

Elogio dei limiti



Da Régis Debray Eloge des frontières Gallimard 2010

…Roma la Città delle città. Primo atto ; Romolo prende un vomere di aratro e traccia il “pomerium”, limite sacro e inviolabile del Palatino. Suo fratello Remo lo pagherà con la vita , perché si ammazzerà , saltandoci sopra. Così nelle nostre radici . Sacro viene dal latino sancire : delimitare, cingere, vietare. E così Santuario.



Una popolazione si trasforma in popolo .L’ economista, il sociologo, il demografo trattano la popolazione , da un punto di vista scientifico…Un popolo, invece , è una questione sia più solforosa che più lunatica ; un problema di miti e di forme. Sono richieste una leggenda e una carta. Degli antenati e dei nemici. Un popolo è una popolazione, con in più dei contorni e dei narratori.


La miseria mitologica dell’effimera Unione Europea, che la priva di ogni “affectio societatis”deriva in ultima analisi da ciò che essa non vuol sapere e , ancora peggio, da quello che non vuol dichiarare : da dove essa cominci e dove essa finisca.


Chiunque, nazione o federazione di Stati, non riesca a riconoscersi un “di sopra”, non si sente responsabile di “un di fuori”. Non tollera neppure l’idea di “un di fuori”. E ignora dunque il suo “dentro”. Chi vuole superarsi, deve cominciare con il delimitarsi. L’ Europa non è riuscita a prendere una forma ; non incarnandosi in nulla, ha finito per rendere l’anima.


Niente rivela meglio il retro-pensiero di una società, che i propri avamposti. Per entrare nell’ intimo di una società, allontanatevi dalla sua capitale e fate il cammino delle frontiere.Ho seguito questa regola in Terra Santa. Non credo di essermi sbagliato. Là si trovano i veri cristiani , i veri ebrei, i veri mussulmani, quelli dietro essendo solo delle pallide contraffazioni, perché troppo ben protetti. Più esposti ai rischi delle perfusioni e delle confusioni con il fratello-nemico, i centravanti di ogni squadra mobilitano i propri anticorpi , come un gatto, che tira fuori le proprie unghie.


“Quando una scienza naturale fa dei progressi, non li fa mai nel senso del concreto, ma sempre verso l’incognito. Ora l’incognito si trova alle frontiere delle scienze, laddove i professori si mangiano tra loro , come disse Goethe” ( Marcel Mauss )


“Oggi non ci sono più limiti”, si sente dire. …L’indecenza dell’epoca non proviene da un eccesso, ma da un deficit di frontiere. Non ci sono più limiti “a” , perché non ci sono più limiti “tra”. Gli affari pubblici e gli interessi privati. Il cittadino e l’individuo, il noi e l’io. Tra l’essere e il suo apparire. Tra la banca e il casinò.Tra l’informazione e la pubblicità. Tra la scuola da una parte e le convinzioni e gli interessi dall’altra. Tra lo Stato e le lobbies… La camera e l’ufficio del capo dello Stato. ecc. Il principio della laicità aveva un nome : separazione. La Legge, nel forum ( il collettivo ) ; il Privato , a casa.


La frontiera rende eguali ( per quel poco che sia ) potenze diseguali . I ricchi vanno dove vogliono, volando ; i poveri vanno dove possono, remando.

Guardiana del proprio carattere, rimedio contro l’adorazione ombelicale, scuola di modestia, leggero afrodisiaco, stimolatrice di sogni, una frontiera riconosciuta è il miglior vaccino possibile contro l’epidemia dei muri.

Il predatore odia i bastioni ; la preda li ama.


“ Lo stato di frizione latente e continuo elettrizza i rapporti “ ( Julien Gracq ) .Lo strofinio delle civiltà tra loro provoca degli eczema. Gli integralismi religiosi sono malattie della pelle del mondo globale , dove le religioni sono attaccate tra loro. “ Quando lo spazio senza limiti si unifica al punto da divenire tutto assieme una frontiera, allora il mondo intero diventa una zona irritabile “ ( Daniel Innerarity ) . Ad ogni tocco, un grido di collera, ad ogni disaccordo, un punto d’onore. Ci si picchia, ci si spia, ci si oltraggia, si prende fuoco per una parola di troppo.


“ Quale è il cuore della pace ? Una frontiera . Quando due popoli vicini fanno la pace , fissano, prima di ogni altra cosa una frontiera tra loro.( Uri Avnery )


“ Agli altri popoli è stato dato un territorio limitato ; la città di Roma e il mondo hanno la stessa estensione.” ( Ovidio)

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