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giovedì 5 aprile 2012

Contro i ricchi in Francia

In alcuni Paesi d’Europa , che si proclamano socialmente avanzati, si vuole il libero mercato, ma si pratica il libero odio, verso “il ricco” . Qualcuno ritorna addirittura sulla strada della vecchia utopia egualitaria comunista ( Melenchon , candidato del fronte della sinistra nelle elezioni presidenziali francesi , stimato oggi ad un 15 % nelle intenzioni di voto, chiede che la forbice dei “guadagni” sia tra 1 e 10 ; il più del “massimo”, pari a 360 mila euro annui, dovrà essere confiscato ). Altri vogliono vivere in sistemi liberali , con economie di mercato e pretendono il posto di lavoro per tutti , punendo anche la ricchezza del guadagno di intrapresa . Si tratta insomma di volere il capitalismo e il comunismo assieme.

Mussolini teorizzò il corporativismo , per darsi una filosofia politica , diversa da capitalismo e comunismo ; di fatto creò solo una giustificazione al proprio potere assoluto.
Le socialdemocrazie “nordiche” cercarono di mitigare, attraverso lo Stato, gli eccessi “liberali” del mercato capitalistico ; e di fatto riuscirono a tracciare modelli di società , sulla base dei quali, in gran parte , stiamo vivendo tuttora in Occidente.
Ma le vecchie ideologie liberiste o marxiste ogni tanto riaffiorano , attraverso principi politici , demagogici , populisti e il più delle volte elettoralistici.
E’ un po’ quello che sta succedendo nella melanconica campagna presidenziale francese. In sostanza non ci sono programmi veri a confronto ; ci sono idee buttate lì; spesso tirate fuori dal sacco dei ricordi ideologici e delle nostalgie nazionalistiche. L’ultima proposta è proprio quella di dare addosso ai “ricchi”. Tra i candidati c’ è solo differenza nella quantità di botte da dar loro . Ma picchiare sui “ricchi”, nella Francia popolare e borghese, fa consenso , porta voti. La traduzione in pratica del principio anti-ricco sarà altra cosa . Nel motto repubblicano, “liberté, egalité , fraternité”, ci sono parole che possono voler dire tutto e il suo contrario ; lasciano aperta la porta al comunismo “sartriano” e anche al capitalismo liberista ; quindi , nella Francia attuale, nazionale, europea e mondializzata, il motto repubblicano ormai è solo un’antica bandiera, esposta a tutti i venti. Dopo le elezioni i “ricchi” in Francia continueranno ad esserci , trattandosi oltretutto di un Paese ricco e perciò pieno di ricchi …naturali. I candidati-presidenti fanno finta di indignarsi sugli stipendi o liquidazioni milionari di alcuni imprenditori o super-managers ; sembrano ignorare che il cantante francese preferito dal popolo , Johnny Hallyday, ha preso residenza in Svizzera ( come una miriade di altri ex francesi ) ; che il principato di Monaco è… in Francia ; come Andorra ; o il Lussemburgo ; o il Liechtenstein ; o il mondo intero , ormai tutto a portata di mano, di portafoglio e di affari. Il mercato libero , prevede la concorrenza ; e la gente va là dove la porta il cuore , ma anche l’interesse. Quindi il populismo va bene in campagna elettorale ; ma l’eccesso di populismo può diventare imbarazzante per chi lo pratica. Se non ridicolo, quando non si riesce neppure a distinguere la parte recitata dalla realtà ; dire stupidaggini è sempre possibile ; ma crederci può diventare anche patetico ( e questo sembra il caso di alcuni dei candidati-presidenti in Francia ).
Proprio un geografo francese , Alfred Sauvy, definì sottosviluppati “ coloro che hanno tutte le voglie dei ricchi e tutti i mezzi dei poveri” ; ecco la campagna elettorale francese sta diventando sempre più un confronto intellettualmente “sottosviluppato” ; peccato !

Pubblicato da " l'Occidentale" il 6 aprile 2012

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