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sabato 18 febbraio 2012

Sarkò FranciaForte


“Francia Forte” contro “ Il cambiamento è adesso” ( derivato da Insieme per il Cambiamento ). Sono i modesti slogans dei due principali candidati alla Presidenza della Repubblica francese , Sarkozy e Hollande.

Sarkozy è sceso in campo ( o salito sul ring ) il 15 febbraio scorso, con “Francia Forte” , che in Italia non suona gran che ; e in effetti anche in Francia lo slogan ei suo annuncio sono stati subito presi di mira dalla satira ( per la maggiore va l’immagine di Sarkò in un pedalò della Costa crociere, diretto su uno scoglio, aveva detto per la Francia Forte “stesso capitano per una nave in tempesta” ). La candidatura di Sarkozy era nota da tempo ( tra i suoi oppositori si arriva a dire che egli è sempre stato candidato e mai presidente ). Forse sarebbe stato meglio per lui averla annunciata qualche mese fa, in contemporanea con gli altri candidati. Non si capisce il motivo di questo ritardo , giustificato solo con precedenti storici e con il fatto che un Presidente in esercizio non può essere anche candidato. Mah ! Negli ultimi mesi ogni sua azione è stata giudicata in termini di elezioni e non di gestione presidenziale ; quindi forse sarebbe stato meglio scoprire formalmente le sue carte con gli altri. Ma ora l’aspetto può anche essere irrilevante. C’è invece il fatto che il progetto di Sarkozy per il secondo mandato non è ancora noto. Mentre gli altri sono tutti, o quasi, nero su bianco. E quindi è prevedibile che il Presidente cerchi di fare le pulci agli altri, più che sbilanciarsi in proposte nuove, in un progetto per una “Francia Forte”. Il bilancio del primo quinquennio non è stato gran che , soprattutto se misurato con le promesse fatte nel 2007. E’ vero che le contingenze internazionali hanno contribuito a ridurre di molto le sue possibilità politico-gestionali ; ma la gente è “crudele” ; vuole i fatti e non le scuse ; e poi Sarkozy ci ha messo anche un po’ di suo nell’appesantire situazioni già gravi, nella forma e nella sostanza.
In ogni modo ora il Presidente è formalmente a capo della Destra francese per la riconquista dell’ Eliseo. La Francia della conservazione e della Nazione dovrebbe stargli dietro ; e questa Francia , a dire dei più , sarebbe largamente maggioritaria nel Paese. Ma gli starà veramente dietro ? Dalla sua ha una serie di fattori ; altri candidati, all’apparenza , non forti o mediocri ; un’esperienza accumulata di capacità gestionale, anche se nei contenuti discutibile ; un’ accordo con la Germania , che sembra essere anche protettivo in chiave europea ( vietato ammetterlo, ma il saperlo ora tende a dare maggiore tranquillità ); alcune proposte concrete largamente condivise a destra , come la questione dell’aumento dell’età per andare in pensione o della revisione della legge sulle 35 ore di lavoro settimanale . Ma il punto chiave della campagna del Sarkozy-Presidente sarà il tentativo di distruzione del progetto del suo principale avversario socialista Hollande , quello di “Insieme, il Cambiamento “ (?). Un progetto pieno di uscite sociali, non facilmente giustificabili con nuove entrate : un progetto “europeo”, al momento isolato ; un progetto di belle parole, che possono essere lette in termini retorici o demagogici, se non coperte da risorse ed esperienza.
Quindi Nicolas Sarkozy de Nagy Bocsa , ha impostato la sua partita con un gioco più di contropiede , che di attacco. Spera di dimostrare che al di fuori di lui ci sarà il vuoto o, in ogni modo, l’instabilità , l’insicurezza. Questo vale non solo per il candidato socialista , ma anche per gli altri due pretendenti , che hanno sondaggi a due cifre ; la nazionalista Le Pen e il centrista Bayrou . La prima per l’incognita relativa all’autarchia nazionale anti-europea. Il secondo per l’equilibrismo tra destra e sinistra , che, nonostante il prestigio e la serietà della persona , ingenera dubbi e incertezze.
Nel frattempo Carlà e i suoi cari sono stati pregati di fare un passo indietro ; anche se alla Première Dame è stato consentito un fuori onda televisivo : si è curata infatti di sistemare un distintivo nella giacca presidenziale e per l’occasione ha dato un bacetto sulla guancia di un nervoso e imbarazzato Presidente: egli stava per parlare ai francesi proprio sulla sua salita nel ring elettorale.
Pubblicato da "l'Occidentale" il 20 febbraio 2012

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