viaaaa!!!

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domenica 31 ottobre 2010

Granducato di Toscana




Dio c'è : la Fiorentina è penultima e forse andrà in B.

I moralisti

Tra i moralisti e i peccatori non ho dubbi : W i peccatori ! I peggiori ? I moralisti-peccatori .
La prova ? Se il giovane Francesco fosse stato con la ragazzina Chiara tra le mura di Assisi, mi sarebbero piaciuti ancora di più !

Dio c'è



Le tre grandi religioni monoteiste lasciano ormai  spazio a proprie correnti di odio. Predicano e praticano odio. Quelli da più  disprezzano; quelli da meno odiano. Queste pratiche arretrano l'evoluzione di secoli ; e quindi creano un baratro tra l'homo sapiens sapiens e l'homo poco più che erectus. Sembra proprio che Dio ci sia, punendo  questi sottosviluppati mentali ( sistematicamente perdono, poco o tanto , ma perdono sempre ) ; e vada spesso anche contro le sue stesse religioni. Povero Sant’Anselmo ! Lui aveva cercato di dimostrare con la logica l’esistenza di Dio ; ma non si sarebbe mai aspettato un’ esistenza di Dio, provata dai fatti .

sabato 30 ottobre 2010

Cantico delle creature




Altissimo, onnipotente, bon Signore,
tue so' le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione.

Ad te solo, Altissimo, se konfanno,
et nullo homo ene digno te mentovare.

Laudato sì, mi' Signore, cum tucte le tue creature,
spetialmente messer lo frate sole,
lo qual è iorno, et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:
de te, Altissimo, porta significatione.

Laudato si', mi' Signore, per sora luna e le stelle:
in celu l'hai formate clarite et pretiose et belle.

Laudato si', mi' Signore, per frate vento
et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,
per lo quale alle tue creature dai sustentamento.

Laudato si', mi' Signore, per sora acqua,
la quale è molto utile et humile et pretiosa et casta.

Laudato si', mi' Signore, per frate focu,
per lo quale ennallumini la nocte;
et ello è bello et iocundo et robustoso et forte.

Laudato si', mi' Signore, per sora nostra matre terra,
la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi con coloriti fiori et herba.

Laudato si', mi' Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore,
et sostengon infirmitate et tribulatione.

Beati quelli ke le sosterrano in pace
ka da te, Altissimo, saranno incoronati.

Laudato si', mi' Signore, per sora nostra morte corporale,
da la quale nullo homo vivente pò skappare.

Guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le tue sanctissime voluntati,
ka la morte secunda nol farà male.

Laudate et benedicete mi' Signore et rengratiate
e servitelo cum grande humilitate.

venerdì 29 ottobre 2010

Sono etrusco

Scrisse Seneca :"...ecco quanto ci distingue dagli Etruschi; secondo noi i fulmini nascono quando si scontrano le nuvole; secondo loro , invece, le nuvole si scontrano affinché nasca il fulmine e si manifesti così il volere degli Dei..."

mercoledì 27 ottobre 2010

Fini e i sovietici




E’ giusto quel che il giudice ha deciso per la casa di Fini a Montecarlo. E dove è il “reato” ?

Anche in Unione Sovietica quando finì il comunismo, i gerarchi si spartirono tutti i beni del Partito, che in quel caso era lo Stato ; li intestarono a sé stessi e ai propri cari, con formule più o meno dirette.Ma che il comunismo sovietico sia finito proprio per questo ?

Vuoto

Assente per numero di post ottobrini non consentito 

martedì 26 ottobre 2010

Terzigno

Non sono né cittadino, né concittadino, né corregionale, né  connazionale di Terzigno e comuni limitrofi; se voglio dire qualcosa o protestare , non mando avanti donne ululanti  con  bambini , propri o altrui.

venerdì 22 ottobre 2010

Mi dispiace ma è quasi così



Sciogliete la Rai. Non c’è altra soluzione. Lo dice uno che credeva al servizio pubblico e, pensate, perfino al ruolo educativo della tv. Ma l’Italia, il governo e il Parlamento non possono occuparsi ogni giorno delle parole di Santoro, dei contratti di Benigni, degli ultimatum di Fazio e degli arrangiamenti di Masi. Un Paese non può dividersi sui contratti agli artisti e sugli insulti ai direttori. Meglio chiudere baracca e burattini e lasciare campo al libero mercato. Le tre reti principali lasciatele ai migliori offerenti, con diritto di prelazione a cooperative di dipendenti, amatori e ispiratori della rete. Chi ama Raitre si paghi il canone per farsene carico; chi ama il suo rovescio faccia altrettanto con un’altra rete, per esempio Raidue, che non esiste più da quando finì l’era craxiana. O paghi un canone per Raiuno chi pretende un’informazione più ufficiale, meno schierata, tendenzialmente governativa a prescindere dai governi in carica. Non sono un seguace entusiasta del federalismo fiscale, ma in questo caso ci starebbe bene: ognuno paga la rete che vuole e la rete spende i soldi che i suoi utenti versano a lei. Più quello che ciascuna rete raccoglie di pubblicità sul mercato. È la fine del servizio pubblico, direte, è l’apoteosi della lottizzazione al suo stadio più esplicito e brutale. Sono d’accordo e mi dispiace un sacco. Ma non si può sopportare questo scempio quotidiano, questa porcata giornaliera, e questa impossibilità di venirne fuori. Ci sono censure vere che passano sotto silenzio perché fanno comodo un po’ a tutti i dignitari politici della Rai: spariscono dal video o non vi approdano gli irregolari che non appartengono ai blocchi di potere e ai partiti dominanti, compresi i partiti editoriali che ci sono in Italia. Non trovano spazio gli incontrollabili che, pur avendo un’identità precisa, non vanno in quota partiti e non prendono ordini dai poteri. Ci sono invece mezze censure, o censure presunte, che diventano oggetto di guerra, di vertenza e di teatro. La Rai fa molto più spettacolo fuori dai suoi schermi che dentro. Se la Rai è in trattativa con un divo «de sinistra» ed entrambi tirano sul prezzo, la trattativa viene presentata come una lotta per la libertà contro il fascismo e un’eroica resistenza contro un tentativo di censura. L’azienda non può cercare di contenere i costi, inguaiata com’è; se lo fa, vuol dire che usa a pretesto i soldi per censurare i programmi. Dammi centomila o ti sputtano come dittatore: questo in sintesi il «raicatto» della malavita organizzata in sinistra televisiva. E non c’è giorno che non emetta ultimatum come se fosse una potenza straniera pronta alla dichiarazione di guerra e all’attacco armato: dacci carta bianca o ti facciamo a pezzi. Un giorno o l’altro recapiterà a Berlusconi un orecchio, un testicolo e un baffo di Masi.



No, non si può andare avanti a discutere se bisogna lasciar fare per non farsi accusare che si è tiranni o se censurare, fregandosene bellamente degli attacchi. Ancora più grottesche le mezze misure, le tiratine d’orecchi e le sospensioni con ampia facoltà di esternazione in video, che amplificano il martirio senza fermare l’abuso. Non è meglio, a questo punto, rompere le righe e affidarsi alla libera iniziativa? Lo dico da cittadino e da utente, ma anche da ex-consigliere e collaboratore della Rai. Se la Rai non fosse ingessata dai padroni di fuori e dai vigliacchi di dentro, se la Rai non fosse eterodiretta e succuba di troppi poteri, non giocherebbe sempre in difesa, ma andrebbe all’attacco. Smetterebbe di studiare come frenare Santoro, il predicozzo di Benigni o il «dossieraggio» di Report (lo chiamo così come loro chiamano le inchieste giornalistiche mirate, come quelle che riguardano Fini o Berlusconi). Lascerebbe loro libero campo, magari convogliandoli nella stessa rete per coerenza editoriale e garanzia dell’utente; ma poi andrebbe all’attacco. Il miglior modo per rilanciare la Rai e bilanciare le presenze moleste è rompere gli equilibri, svecchiare, innovare. Per esempio, una Raidue vivace si sarebbe accaparrata un Antonello Piroso, indipendentemente dalle sue opinioni politiche, dopo che è stato ingiustamente accantonato da La7 per far posto ad un altro bravo come Mentana. Dico ai lottizzatori cretini: la bravura fa più fatturato politico di un programma allineato che non vede nessuno. Una Raiuno vivace non lascerebbe il monopolio all’ottimo Vespa, che è sì la sua colonna principale, ma neanche San Pietro regge su una sola colonna, bensì su un colonnato: e allora magari avrebbe puntato al suo interno su Minoli, che ha il difetto di essere in quota se stesso; avrebbe cercato di portarsi il meglio che offre la concorrenza (facendo scouting nelle private). Avrebbe corteggiato spietatamente un Giuliano Ferrara, che si chiama fuori dal video. Avrebbe sperimentato in reti secondarie e in fasce orario marginali nuovi talenti interni, magari di diversa opinione; immetterebbe come editorialisti di rete o di testata firme giornalistiche mordaci della carta stampata. Invece il nulla. Lo so per esperienza personale, avendo vanamente proposto, quando ero in consiglio, non pochi innesti e perfino una rete ad hoc per testare emergenti promesse. Ma ai politici queste cose non interessavano: l’importante è vedere come sono trattati loro dalla Rai e i loro famigli, suocere incluse. Al partito Rai nemmeno: guai a toccare la mummia, se sposti un cameraman metti a rischio la democrazia.


Ma se non si riesce a stare sul mercato, a essere agili e innovativi, in sintonia con i propri tempi, se non si ha la possibilità sovrana di decidere, meglio tagliare la testa al toro e sciogliere la Rai. Questo braccio di ferro su quanto spazio concedere e fino a che punto sopportare il Nemico o l’Invasore, è tristemente ridicolo ed è pure noioso. Cambiate programma, per favore.

Marcello Veneziani: "Il Giornale" 22 ottobre 2010

L'ira




C'è in giro "...l'ira funesta del pelide Achille...".

mercoledì 20 ottobre 2010

La serenità in RAI



"Manca la serenità"
C'è chi la chiama moneta.
C'è chi la chiama serenità  ( in RAI : Japino, Carrà, Fazio, Saviano, artisti & partners)

Sarkò e la piazza



No a Sarkozy ! Questo in sintesi il significato delle manifestazioni che stanno paralizzando la Francia. Il no ha almeno tre ragioni che si ritrovano nelle piazze.

No all’uomo Presidente. Il capo dello Stato, della Nazione, deve volare alto, rappresentare la grandeur di una storia di quasi cinque secoli, essere la sintesi di tutto il popolo francese. E questo non è successo. La persona Sarkozy è politico partigiano; ha una vita privata troppo “bollicine” (bling, bling) ed etero-dipendente; è irruento, focoso e poco uomo di stato; ascolta poco e tende a mediare il meno possibile.

No all’uomo politico. Troppe divisioni lacerano la sua maggioranza. Ci sono nazionalisti, tecnocrati, imprenditori, professionisti, cattolici, massoni, affaristi, artisti , aristocratici, ognuno con interessi diversi e anche con disegni personali e di casta diversi. Gli americani direbbero che le lobbies sarkosiste stanno disintegrandosi.

No al capo del Governo. Come in tutti i Paesi occidentali, la gestione della grande crisi economica è stata molto difficile in Francia. La elasticità della Nazione forse è molto più ridotta rispetto a quella degli altri Paesi occidentali ; le grandi e medie aziende , pubbliche e private,determinanti nella struttura socio-economica francese, possono innescare spirali di crisi difficilmente gestibili. Gli interventi a protezione dei grandi capitali agricoli e industriali nazionali sono stati dolorosi per tutti e il Governo è stato messo nel banco degli imputati.

La rivolta contro il progetto di riforma del sistema pensionistico, che sta in piazza in questi giorni, è fenomeno di superficie, cavalcato da tutte le opposizioni al Presidente. In sé questo progetto, che vuole portare l’età delle pensioni da 60 a 62 anni in un Paese dove vigono le 35 ore di lavoro settimanali e dove la speranza di vita media della popolazione è ormai attorno agli 80 anni, è del tutto plausibile e difficilmente contestabile. Ma è stata la scarsa disponibilità alla trattativa , la forma stessa delle relazioni sociali e la difficile credibilità degli attori messi dal Governo a discutere il problema, che hanno innescato il fiammifero della rivolta. E le opposizioni al Presidente hanno fatto il resto.

Per capire la povertà degli argomenti di alcuni rivoltosi, basti citare, tra tutte, le frasi dei giovani in piazza “..la discussione sulle pensioni è solo un aperitivo che ci preparano, rispetto alle restrizioni di bilancio, agli attacchi all’educazione nazionale, ai diritti dell’uomo:::” “…siamo in una repubblica delle banane, con un governo corrotto in un Paese che ha tra i più grandi milionari del mondo e dove ci sono ancora poveri che dormono per strada…”. Una studentessa , che dice di voler fare "o l’attrice o l’etnologa o l’avvocato", ne ha fin sopra i capelli dei vecchi al lavoro “… e non vogliamo più avere professori vecchi…” Questi giovani,liceali tra i 12 e i 18 anni, per esempio, hanno messo a ferro e fuoco Lione.

Ma la riforma delle pensioni per Sarkozy non è un punto di arrivo; è al contrario il punto di partenza di una serie di riforme promesse e che vuol fare: quelle costituzionali, quella universitaria, quella delle rappresentanze sindacali, quella delle cosiddette tasse professionali e così via. I suoi oppositori hanno capito il disegno del Presidente per questi due ultimi anni di mandato e sono scesi in piazza. De Gaulle 40 anni fa di fronte alla piazza si dimise. Sarkozy non lo farà. La sua unica forza sta nell’armata brancaleone della sua opposizione. Nei cortei già vengono sbandierati i cartelli partigiani contro questo o quel candidato anti – Sarkò.

Quindi la piazza ha cominciato la campagna elettorale per le presidenziali del 2012: Sarkozy era ed è molto debole: chissà che questo errore tattico della sua opposizione non gli renda un gran servizio!

Pubblicato da "L'Occidentale" il 20 ottobre 2010

martedì 19 ottobre 2010

Salve

- Salve !
- Perché mi da del tu ?
- No, non le do del tu.
- E allora dica salvete.
- E che vuol dì ?
- E' il lei di salve!
- Ah ! Senta ,vuol comprare bla bla bla...
- Scusi allora mi da del tu o del lei ?
- Del lei ; ma andiamo avanti.
- Scusi lei vuol vendermi qualcosa, dicendomi salve ?
- Se possibbbile si.
- E allora mi dica salvete.
- E lei cosa compra ?
- Nulla, ma spero solo che non dica più salve.
Sinonimi nobili di salve : buon giorno o pomeriggio, buona sera o buona notte; ciao ( amichevole o intimo ) ;
felice giorno o sera; più corto di salve in latino esiste ave ( pl. avete) , ma è latino puro , come salve. E se si va su altre lingue, preferisco il neutro cinese nihao .
Suona il telefono: rispondo.
- Pronto ?
- Ni hao !
- Compro tutto !

lunedì 18 ottobre 2010

Vidi : Gab(b)anelli


La Gabbanelli, giornalista di "razza"pura, ha scoperto che:

- esiste il capitalismo ed esso viene praticato;
- esiste il mercato  ed anche esso viene praticato;
- esiste il fisco con le sue regole e le sue deroghe ( di cui si occupano eminenti "fiscalisti" );
- esistono i paradisi fiscali ( dove non si pagano le tasse );
- nei sistemi "liberali" esistono  persone libere e  associazioni libere; le loro libertà sono limitate solo dalle Leggi votate da Parlamenti , democraticamente eletti ;
- esistono persone ricche , che con i propri soldi fanno quello che vogliono.

Vedendo la Gabbanelli su ACI, autodromi, plurincaricati, , consiglieri RAI e derivati, poveri e ricchi e infine, champagne , Antigua , mi sono chiesto : e allora ?

sabato 16 ottobre 2010

Ecosostenibile


Ecocompatibile o ecosostenibile ; due aggettivi di moda; significano: capace di adattarsi alle esigenze dell’ambiente e forma di sviluppo , compatibile con le necessità ecologiche. Semplice ? Neanche per sogno.

Negli anni 70 i cosiddetti verdi gridavano: “ chi vive inquina anche te ; digli di smettere !”. Questo slogan, a ben vedere , sintetizza meglio di ogni altro il grido alla conservazione. Ogni forma di vita , di sviluppo, di crescita ,“ tesi-antitesi-sintesi”, crea inquinamento , entropia , materia morta, per il secondo principio della termodinamica. Quindi , fermi ! Cerchiamo di ridurre al massimo l’entropia; respiriamo piano; lavoriamo poco; e manteniamo la Natura così come ce l’ha data il Signore. “ Piccolo è bello !” “Si stava meglio prima !”e così via.

Che l’attenzione ai problemi ambientali sia una necessità è fuori discussione. Il problema è la misura di questi problemi. Se essi fossero quelli predicati dai verdi catastrofisti, il mondo dovrebbe chiudere, con il cartello “the end” ( l’entropia ha mangiato la Terra ). Per contro se questi problemi fossero ignorati, il mondo dovrebbe chiudere lo stesso, con il cartello “tutto esaurito”( gli uomini si sono pappati tutto ).

I due aggettivi ecocompatibile e ecosostenibile in verità non significano nulla. Servono solo a distribuire benefici ( i prodotti di moda, materiali e non ) e a offrire distintivi di “appartenenza”. Non solo: essi possono diventare anche molto equivoci, mascherando dietro etichette , verità tutt’altro che ambientali. Basti pensare allo sviluppo dei mercati “bio” o “eco”, in prevalenza solo consumistici e quindi predatori di ricchezze nei confronti della gente e dei popoli poveri; e ovviamente produttori di quell’ entropia, che dicono di voler combattere.

Con questi due aggettivi si riescono ad avere anche unanimismi nazionali e internazionali ; chi dirà mai di essere nemico dell’ambiente ? E sono proprio questi unanimismi che provano la vacuità di parole artificiali e superficiali, prive di senso comune ( quello delle scelte quotidiane di vita e di…inquinamento ! ).

"Odio" gli ecocompatibili e soprattutto gli ecosostenibili ; sono anche cacofonici !

venerdì 15 ottobre 2010

Dietrologia serba

Secondo me, ma solo secondo me, senza alcuna pretesa,quasi sicuro di sbagliare, il mitico Maroni ha risolto alcuni problemini del calcio italico , inventandosi i "teppisti serbi ", che hanno permesso all'Italia di vincere a tavolino , senza far lavorare giocatori e giornalisti ( pagati lo stesso ). Ma , sempre secondo me , oh, solo secondo me , c'è di più. Il collega serbo di Maroni ( non mitico, come l'autentico ) è stato d'accordo. La Serbia era ormai eliminata ; il popolo era arrabbiato ; a chi dare la colpa ? Meglio ai teppisti che ai giocatori, alla federazione del calcio serbo o adirittura al Governo. I "teppisti" sono anche militanti del partito nazi-comunista anti-governativo e forse si interessano più a questo che al calcio. Conclusione ; il non intervento della polizia di Maroni, ha reso contenti:
- i giocatori, che hanno risparmiato i loro stinchi miliardari;
- i tifosi italiani, che da buoni sportivi vogliono solo vincere;
- la federazione italiana che annovera un'altra vittoria nel suo palmares;
- i giornalisti sportivi, che si sono risparmiati una fatica , arrotolandosi in primitive analisi extra-pallonare;
- la Fifa, che con il suo solito Blatter ( o come si chiama) se l'è ancora presa con gli italiani;
- i serbi, giocatori, allenatore, federazione e governo, che hanno potuto dire che hanno perso ,per alcuni scalmanati oppositori politici;
- e Maroni, il mitico, che ha garantito l' integrità fisica della gente.
Un capolavoro ! Sarebbero bastati qualche controllo all'entrata ,qualche getto d'acqua ben indirizzato e qualche  scalmanato fatto sparire dalla "curva" , per buttare all'aria tutto.
Ma secondo me, proprio solo secondo me , con infame ragionamento dietrologo, Maroni -Resto del mondo 6-0 !!!

giovedì 14 ottobre 2010

Il Sant'Oro Nudo

"...Intanto il responsabile comunicazioni del Pd, Gentiloni,in un'intervista al Messaggero, si dice 'preoccupato' per il futuro dell'azienda pubblica che 'punisce chi ha successo..."( Ansa 14 ottobre 2010 a proposito del minacciato licenziamento del mitico dipendente Rai Sant'Oro).
Gentiloni ha ragggione in nome della cultura tele- guardona italica ; le bastonate dei" burattini han sempre divertito grandi e piccini": come d'altro lato, per i grandi, gli exploits osés dei nudismi femminili ( quelli maschili  meno; o forse Sant'Oro Nudo...; mah ! ). Gentiloni aridacce una Cicciolina , gridano i suoi elettori maschi, che  la preferiscono al Sant'Oro Offeso, immerso nei suoi milioni di euro, forse destinati alla rivolta dei poveri contro i ricchi , dei vecchi proletari contro gli antichi padroni ; o daccelo almeno nudo, urlano le sue femmine, ormai poche e di bocca buona .

domenica 10 ottobre 2010

Ernesto Pascale

Oggi giravo con la "Brillante"; stava arrivando un temporale. Sono stato assediato dal ricordo di un mio amico, che se ne andò il 15 giugno 2005 ; oh se mi manchi Ernesto !



"Addio Ernesto. Addio vuol dire che ci ritroveremo: sicuramente ci ritroveremo. A casa di Dio, che non so quale sia, ma da qualche parte sei andato e lì verrò anch’io. Abbiamo lasciato troppi discorsi in sospeso, troppa amicizia da goderci, troppa stima da approfondire.


Sei stato un uomo straordinario. Con il volto scolpito dalla Roma antica ; con un sorriso fatto dalla Natura per piegare il cemento armato; con la semplicità in cui sapevi trasformare tutto e tutti; con un passo sicuro, supportato da lunghissime leve, diretto sempre verso un obiettivo; con il ragionamento raffinato e concreto di chi sa e non fa finta di sapere; con la curiosità disarmante della forte intelligenza. Oh, se mi mancherai.

Ti ricordi ? Mi invitavi a pranzo il mercoledì, all’una. Le prime volte, fissavo appuntamenti per il primo pomeriggio. Poi mi accorsi che il conversare, il discutere, la voglia di continuare, quasi a levarsi la parola l’uno all’altro, ci portava almeno al secondo pomeriggio. Di cosa parlavamo ? Mai chiacchiericci. Dell’Italia, del suo passato, che avevamo vissuto e del suo futuro, secondo le nostre previsioni, molto spesso discordanti. Dei nuovi capi, che spesso trovavamo di coglioneria monumentale : alcuni li avevamo conosciuti nel lavoro e quindi parlavamo con cognizione di causa; altri li misuravamo sui fatti, a volte positivi o molto positivi, a volte disastrosi. Discutevamo i fatti e i loro autori, mai con giochi salottieri . E del mondo: della Cina in particolare. Ti ricordi quel capo cinese che ti chiamava “grandi orecchi”e tu gli spiegasti, con gran sorriso ed interprete, che forse era meglio scegliere un nome diverso da “recchione” ? Con lui impostasti un bellissimo e importantissimo lavoro, che avrebbe onorato l’Italia e la sua cooperazione con la Cina.

Sei stato un grande “capo”: i tuoi ti volevano bene , ti stimavano, sapevano che, con il tuo passo, sapevi bene dove stavi andando e dove stavano andando loro che venivano con te. Avevi una grandissima dignità nel lavoro: la dignità del rispetto della parola data : della coerenza ad un progetto, ad una idea; dell’attenzione vera, se pur celata, ai problemi dei più deboli. Si per tutta questa dignità di vita, ho ricordi, esperienze , prove, date , nomi e fatti. Oh se mi mancherai !

Un mercoledì sera ci fu una cena, tra nuovi potenti. Uno di loro chiese la tua testa da manager di Stato : ci fu qualche resistenza non sul fatto , ma sui tempi. Il giovedì la richiesta divenne un’ingiunzione. Il venerdì mattina ti fu comunicata la decisione di sostituirti, senza alcun motivo : ragioni politiche. Questa è una mia ricostruzione dietrologa, che tu non hai mai condiviso: perché era dietrologa; perché la politica è fatta di sostituzioni; perché la forma con cui avvengono è solo la testimonianza del cervello di chi le fa. Quindi trovasti la cosa normale ( forse pensasti ingiusta e barbara : ma dentro ai tuoi pensieri cercavo di navigare io, sicuramente sbagliando ). Dopo qualche tempo siamo tornati indietro anni luce , rispetto al sistema e ai risultati, che avevi lasciato: con l’aggiunta di qualche strascico misterioso, relativo a strane operazioni per le quali sicuramente Tu potevi essere un ostacolo. Il tuo allontanamento quindi forse fu politico, ma forse fu anche un po’ sporco.

Addio Ernesto ! Immagino che Tu sia libero da quei dolori che ti hanno perseguitato negli ultimi tempi della Tua vita qui, e a cui sicuramente hanno contribuito anche le pene che ti hanno fatto sopportare gli italici usurpatori di regime. Che Tu sia libero nei sensi e nell’anima. Che Tu abbia saputo tutto di Te, anche quelle cose meravigliose che avevi e che non volevi ammettere di avere. Hai sempre guardato le cose dall’alto della testa e dei sentimenti : ora le vedrai ancora più dall’alto ; e quanto Ti sembrerà ridotto male questo Paese , a cui hai dedicato gran parte della tua vita ; e quanto Ti sembreranno piccoli tanti omuncoli che corrono qua e là, in preda a frenesia di “nuova” politica. Forse riuscirai a vedere la storia , a leggerla e finalmente a capirla per intero , senza le nostre meravigliose e forse ingenue discussioni.

Oh , se ci mancherai, Ernesto !"

La macchietta

Sembra che Bersani abbia detto di aver avuto torto; il Berlusca non è una macchietta.
Se ne è  accorto solo 16 anni dopo.

sabato 9 ottobre 2010

La gioiosa macchina da guerra

Per loro la gioiosa macchina da guerra ( di cui sembra che ricorra un triste anniversario ) , fu il gaio strumento che doveva levare la libertà agli altri. A me la levarono; e dopo dieci anni mi chiesero scusa.


Per me la gioiosa macchina da guerra è “ la Brillante”, mia grande trattrice Fiat 355, con cui faccio tutto ; forse anche il caffè !

venerdì 8 ottobre 2010

I burattini

Nelle TV italiane ci sono teatrini  unici al mondo. In sostanza ormai si esibiscono burattini, di vari colori vestiti, che fanno scene a randellate verbali. Uno apre la TV e ,a seconda dell’ora e della rete, può assistere , a suo piacimento, a botte degli uni contro gli altri , secondo copioni da teatrini di luna park. Tutto è prevedibile ; sarebbe come andare a vedere la squadra del cuore , che vince sempre 12 a 0 o talvolta, tanto per irridere, 12 a 1, fino a 3. Tutto sarebbe infantilmente divertente, se non fosse che :


- questi teatrini costano e non poco;

- non vengono pagati da quelli che li guardano, ma da tutti noi, contribuenti o consumatori che dir si voglia;

- ci sono solo in Italia ; in altri posti o ci sono teatrini unici a disposizione di chi comanda o normali commedie con interpreti, talvolta con buoni e cattivi e talvolta con dotte disquisizioni informative e culturali; solo in Italia c’è il teatro dei burattini in TV, quello bianco e quello rosso; qualcuno ha provato a farlo anche rosa;

- per le botte siamo passati dai sermoni di critica al vilipendio armato di bastoni contundenti, nascosti tra i panni; al momento ,per tacito accordo, i burattini non si toccano; si sfiorano soltanto, ululandosi le più atroci e volgari ingiurie; tra poco, probabilmente, verranno sfoderati i bastoni, dopo  qualche manata.



Nella storia gli uomini si sono sempre divertiti a vedere la gente che se le da di santa ragione o per sport o per spettacolo. Ma i nostri burattini televisivi sono altra cosa; hanno i panni imbottiti di denaro: ostentano un mestiere pseudo-intellettuale comico: e presentano capacità recitative o comunicative dei veri burattini, di legno; la loro vita è segnata solo dai soldi che ricavano dalle botte date al burattino nemico; se questo non ci fosse , sarebbero semplicemente poveri, restando solo marionette: di legno.

mercoledì 6 ottobre 2010

...per muovermi mi sono mosso...

Dal 1 ottobre 2009 al 30 settembre 2010 ho fatto:

- 1095 Km a piedi ( da solo )

- 263 metri a nuoto ( da solo con stili diversi )

- 238 Km in bici ( assistito dalla Gitana )

- 1552 Km in moto ( con Mamoto )

- 9720 Km in auto ( con varie specie )

- 37,5 Km in cingolata ( con la Brillante )

- 253 miglia marine in barca ( con la Ya Ma )

Per muovermi, mi sono mosso.

venerdì 1 ottobre 2010

Republicain

“Repubblicano”; a chi capita di sentire le informazioni politiche francesi questo aggettivo viene rivendicato con cadenza quasi ossessiva. Sul momento la reazione è semplice: ovvio, non sono “monarchici”. Invece “repubblicano” in politichese d’oltralpe significa un’altra cosa; dicesi repubblicano colui che crede nella triade “liberté , egalité, fraternité”, nella “dichiarazione dei diritti dell’uomo” , nella laicità e universalità dello Stato. Quindi i cosiddetti valori repubblicani oggigiorno sono un bell ‘ impegno !


Finché la gente si muoveva poco , la Francia riceveva emigranti ed esuli politici con una certa facilità e con un certo orgoglio. Lentamente si è però trovata ad affrontare problemi nuovi. Innanzitutto i figli degli immigrati hanno cominciato a prendere in mano il Paese ; il Presidente è di origine ungherese; uno di capi dell’opposizione è spagnolo e francese solo dal 1982 , per non parlare di italiani ( a cominciare dalla première dame ), di nord africani, di portoghesi e così via. Quindi la vecchia Francia comincia a non sentirsi più a casa propria; e allora vuol discutere sulla cosiddetta identità nazionale e sulla immigrazione ; la quale immigrazione non è più ( ormai da tempo ) un semplice fenomeno demografico, ma costituisce una mini invasione , derivante dagli esodi dei popoli poveri verso le aree ricche del mondo; con tutte le conseguenze del caso, sociali, culturali e giuridico-istituzionali. Finché erano problemi degli altri, in particolare di italiani e spagnoli, primo fronte dell’immigrazione, la Francia era “repubblicana”… Poi sulla propria pelle, nelle grandi periferie urbane, negli accampamenti nomadi ( definiti in termini chic “ gens de voyage”), nelle carceri e nei luoghi di religione , i francesi si sono trovati … assediati dagli “stranieri”; e allora, in termini razionali e decisi, come è nella loro tradizione, hanno preso in mano il problema. E non c’è destra e sinistra nei fatti. Sindaci di destra e di sinistra hanno puntato l’indice sulle immigrazioni irregolari, a cominciare ( in priorità disse il Governo ) da quelle nomadi, maggiormente legate alla delinquenza. Naturalmente i Partiti sono gli uni contro gli altri ; ma gratta , gratta, la pensano nello stesso modo; che poi è l’unico possibile: gli immigrati irregolari devono andar via. Non solo; il Governo propone che anche chi ha avuto la nazionalità francese ed è colto a commettere azioni illecite contro lo Stato ( polizia in genere e luoghi pubblici ), è soggetto a revoca della nazionalità stessa. Ancora grandi dibattiti tra politici e uomini di cultura; ma il popolo della vecchia Francia avverte il problema e vuole provvedimenti.

A dar manforte a questa vecchia Francia , viene ora la Commissione europea, che si permette di “sanzionare” la Nazione. Apriti cielo ! Portoghesi, lussemburghesi e quant’ altro ( Commissari europei ), si guardino in casa propria , prima di far prediche alla Francia “repubblicana” ! Naturalmente l’opposizione cavalca le pretese europee, in funzione anti-governativa; ma è difficile che ne tragga un gran vantaggio ; perché la Francia popolare, quella delle radici e dell’orgoglio nazionale, mal si adatta a sottostare a prepotenze , raccomandazioni o sermoni, che vengono da fuori.

L’aggettivo “repubblicano” dovrà essere ridiscusso, nel suo significato; d’altronde dal 1789 ad oggi tanta acqua è passata sotto i ponti della Senna.

Pubblicato da " L'Occidentale" il 1 ottobre 2010