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venerdì 4 settembre 2009

Voltagabbana

Ricevo e traduco.
Voltagabbana: opportunista, banderuola, trasformista, per tornaconto personale. Ma questo Paese è fatto di voltagabbana ? Esiste nel profondo della cultura e della storia italiane lo spirito dei voltagabbana ?
In linea generale dovremmo proprio dire di si . Da Machiavelli, che teorizzò la gestione del potere con tutti i mezzi possibili, anche i più atroci, senza alcun riguardo alla coerenza ; alle guerre italiane , tutte decise e condotte con grande equivocità di politica e di pensiero. Per esempio , la decisione di intervenire nella prima guerra mondiale , fu presa , trattando contemporaneamente a Londra con l’Intesa e a Vienna con la Triplice, di cui l’Italia faceva parte. Per una settimana circa, nella primavera 1915, l’ Italia era impegnata a trattare con tutti e due i contendenti. E il popolo ? Come i capi ; da pacifista diventò rapidamente guerrafondaio. Era in gioco l’onore della bandiera o un semplice interesse egoistico? Ovviamente l’ interesse , che fu giocato tra i due schieramenti, su chi ci avrebbe dato di più in termini di espansioni territoriali. E’ così che ci guadagnammo la sfiducia dell’intera Europa, sulla nostra serietà e la nostra coerenza, pur facendo quella guerra contro l’Austria, in principio nostra alleata , con seicento mila morti e con i ragazzi del ’99, tra cui mio padre, che furono mandati al fronte a 16-17 anni.
Siamo dei voltagabbana. E non da ora. Da sempre. Questo forse è l’aspetto più importante che ci distingue dagli altri Paesi europei e ci sprofonda nell’area mediterranea.
La furbizia prevale sull’intelligenza. E la furbizia viene più dai sensi, dall’istinto, che dalla razionalità, dal ragionamento. Siamo un Paese di furbi e qualche volta di geni. Si , perché il genio è l’espressione prevalente di un acuto dei sensi, accompagnato anche, ma non sempre, da raziocinio.La furbizia può anche essere fonte di allegria, di spensieratezza, di vita movimentata, male o non organizzata. Quando sui grandi problemi economici che ci stringono, rispondiamo che lo stellone ci salverà, esprimiamo il meglio di noi e cioè diciamo che con la nostra furbizia e con quattro piroette ancora una volta ce la faremo. E in genere ce la facciamo veramente , perché furbizia e mancanza di regole , di ideali , di coerenza, ci fanno improvvisare soluzioni estemporanee , che normalmente poco hanno a che vedere con la razionalità.
Comincio a odiare i toni enfatici , che magnificano le virtù italiane, facendoci primi nel mondo quasi sempre e dovunque: discorsi cretini e infondati . E’ vero l’inverso: questo è un Paese , che con arguzia, volontà e sacrificio combatte per restare a galla : e ci riesce, come i voltagabbana. E talvolta gli capita perfino di primeggiare in qualcosa: come i voltagabbana.
Questo orribile termine, i voltagabbana, torna troppo spesso. Vediamolo. Vediamo se gran parte della nostra classe dirigente , di Governo e di Opposizione , non ha voltato anche più volte la propria “gabbana”. Qualche giornalista ci ha scritto libri, nominando molti cosiddetti voltagabbana e intervistandoli anche. Ne viene fuori un quadro sconcertante, con alcuni principi di difesa-ragionamento, comuni a tutti ( si veda in particolare Claudio Sabelli: “Voltagabbana. Manuale per galleggiare come un sughero” ).
“Chi non cambia idea è un imbecille”: detta così , è solo una frase cretina, che offende la storia del pensiero umano e il sacrificio che,per un ideale, milioni o miliardi di persone, affatto cretine, nella storia hanno sacrificato la propria esistenza. Chi non cambia idea è solo convinto di quello che pensa, ci ha riflettuto e ha sposato una sua filosofia di esistenza individuale e sociale, che sicuramente evolve durante la vita , ma che resta ancorata ad un pensiero , ad un’ideale. E chi cambia ideale, sistema di riferimento di pensieri e di relazioni, è un voltagabbana ? Se lo fa per un interesse materiale, fosse anche per sopravvivere ,certamente si. Sviluppare un’idea , un ideale , non significa cambiarli : significa farli progredire ; non significa tradirli ; significa amarli, nel profondo rispetto del proprio pensiero, che può essere in contraddizione con il proprio interesse.
“Il primo voltagabbana fu San Paolo, che si convertì sulla via di Damasco”. Anche in questo caso siamo sulla idiozia pura, che faticosamente riuscirà financo a recuperare una qualsivoglia furbizia. Una conversione religiosa è quanto di più elevato ci possa essere nella storia del pensiero umano : un fatto intimo e sofferto , che niente ha a che vedere con tornaconti individuali: a meno che il tornaconto ci sia e allora non di conversione si tratta, ma di furba azione diretta a trarne beneficio individuale o di gruppo.
“ Diventai cattolica, quando vidi il figlio di un professore ucciso dalle Brigate rosse dire che perdonava gli assassini di suo padre”. Già , perché il mondo cristiano aveva bisogno di far arrivare i martiri di oggi, per dimostrare le proprie convinzioni sul perdono e sulla tolleranza. La verità è che quando uno diventa cattolico a età matura, in un Paese cattolico, spesso lo fa o perché sta per morire o perché , se sta nella vita politica, vuole semplicemente i voti dei cattolici. Se sta per morire è un voltagabbana, con forti attenuanti. Se invece fa politica è un voltagabbana dei peggiori, perché dopo la religione è sicuramente disposto a calpestare i propri adorati figli, cani, marito o moglie e quant’altro appare tra i suoi “cari”, onde ottenere furbescamente i risultati che vuole.
“ Non sono io che ho cambiato: tutto mi è girato attorno: io sono sempre rimasto lo stesso e quindi mi sono trovato collocato altrove”. Questa è la classica pietosa bugia che molti voltagabbana cercano con loro stessi. Non merita commenti, ma solo sorrisi.
Il vero e unico problema è quello del rapporto tra voltagabbana e Paese : quando il Paese mercifica le guerre e i propri morti patrioti; quando i rappresentanti del popolo diventano avvocati ,se possibile, di chi vince ; quando le ideologie vengono considerate come ingessature per il progresso; quando il pragmatismo diventa la regola dell’esistenza; quando non sai più con chi parli, perché il tuo interlocutore può diventare in ogni momento voltagabbana , nell’indifferenza generale; quando tra i più appariscenti voltagabbana, trovi illustri Capi di questa nostra Repubblica; allora ti viene voglia di ricercare un tuo spazio di esistenza ,fatto di idee, di valori, di amori, di consuetudini, di profonde convinzioni e di rapporti elementari , umani e sociali. Il mondo dei voltagabbana di questo Paese deve restare lontano e nemico : non merita nulla, neppure un sorriso.

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