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domenica 31 luglio 2016

Francia : attentati e valori repubblicani

Terroristi attentatori in Francia, con le loro origini  : Lahouaiej ( Tunisia ) ; Kouachi ( Algeria ) ;Boukezzoula ( Algeria);Coulibali ( Mali );Ghlam ( Algeria);Salhi ( Marocco); Khazzani ( Marocco);Abaoud ( Marocco ) ; Akrouh ( Marocco ); Abdesalam ( Marocco );Mostafai ( Algeria );Amimour ( Algeria);Aggad ( Algeria ) ; Abballa ( Marocco); Merah ( Algeria ). Si tratta in genere di francesi con recenti origini di Paesi colonizzati dai francesi : in particolare del Maghreb, Marocco, Algeria e Tunisia. Questa lista ovviamente non è completa , ma altamente rappresentativa.  Il problema in Francia sembra essere quello del rapporto tra il Paese e gli immigrati dalle vecchie colonie mediterranee. L’ Isis, alla ricerca di terroristi,  in quell’area va a pescare. Sono giovani di seconda o terza generazione di immigrati ; quindi francesi  spesso con doppio passaporto ; mussulmani , con nostalgie per le loro terre di origine. Francesi emarginati , senza prospettive e senza lavoro ; uniti tra loro dalla fratellanza delle nazioni di origine e da una religione , che , se pur  poco o per niente  praticata, li fa sentire diversi dalle radici francesi. D’altra parte la Francia moderna e “umanista” si trascina dietro il complesso coloniale ; si sente colpevole e sente di non aver ancora pagato il proprio conto con la storia. E’ l’unica delle potenze ex coloniali a manifestare questo complesso ; e il fatto curioso è che la Francia , di tutti i Paesi coloniali, fu quella più “paternalista” , più aperta all’integrazione e allo sviluppo delle terre dominate. Il colonialismo separatista  , diretta espressione di un potere “superiore” nei confronti dei dominati , non ha prodotto  così tante recrudescenze nei Paesi coloniali , come in Francia.
La violenza terroristica in Francia sembra concentrata negli ambienti della immigrazione da Paesi ex colonizzati.  I primi immigrati trovarono lavoro e si integrarono rapidamente nel Paese , che li aveva occupati. Le generazioni successive si trovarono ad avere “tutte le voglie dei ricchi e tutti i mezzi dei poveri”, come diceva Alfred Sauvy a proposito dei “sotto-sviluppati”. Avevano avuto scuole , sanità, “vitto e alloggio” ; ma si erano trovate a vivere ammassate nelle periferie urbane , con scarsissima integrazione sociale e culturale con la vecchia Francia , che restava ospitale , ma distante ; anche nella lingua ; il francese delle periferie magrebine delle grandi città è immediatamente identificabile e diverso dal francese  corrente; e soprattutto senza lavoro né prospettive  di vita, francese o non.
Alcuni figli degli ex colonizzati hanno maturato  un odio profondo nei confronti degli ex coloni e del loro Paese-Nazione.
Tutto questo per dire che la ricerca delle radici del terrorismo in Francia , non è così  vasta e complicata ; basta avere il coraggio di superare i complessi coloniali e andare a fondo nello scavare le responsabilità di reti eversive  nate e sviluppatesi, più che nelle moschee, nelle periferie monoculturali ( arabo-ex coloniali) di aree degradate e protette dallo stato sociale francese, che vivono ai margini della legalità e a volte  nella illegalità più violenta ( droga e prostituzione ). E’ peraltro vero che in queste situazioni , la componente “devianza psichica” è spesso fenomeno più diffuso di quello che si pensi.
Che fare ? Ci sono allo stato delle cose , al di là di partiti e istituzioni ,di magistrature e polizie, due “culture” che si confrontano . La prima è quella dell’ “umanismo- mondialista” , per così dire ; ricerca la conciliazione tra stato di diritto e mondializzazione ; assorbe le regole delle super urbanizzazioni con le iper metropoli , le “città-mondo”;  vuole le integrazioni ,anche veloci, delle genti e dei popoli  sotto la bandiera nazionale , ma con la conservazione delle identità di origine , capaci anche di arricchire  la vecchia società francese ( senza andar troppo lontano, il presidente Sarkozy è ungherese di seconda generazione  , il primo ministro Valls, spagnolo , come la sindaco di Parigi , Hidalgo o il presidente della Camera dei deputati, Bartolone,  madre maltese, padre italiano , nato a Tunisi, la ministro dell 'Educazione nazionale, Belkacem  e la ministro del Lavoro, El Khomri, nate in Marocco ). La seconda cultura è quella delle radici della Francia profonda , delle provincie, delle campagne, delle periferie , del “saper fare “ tradizionale e antico, dell’orgoglio del carattere,  della lingua e della storia francese ; della propria identità nazionale. Spesso la prima di queste culture si definisce di sinistra ; la seconda di destra. Nella sostanza le cose non sono schematizzabili così.  La ricerca di una  identità nazionale è voluta da tutti . I mezzi proposti per averla sono diversi e spesso opposti ; ma non è uno scontro tra progressisti e reazionari, tra sviluppo e conservazione . E’ uno scontro sul modo di vedere il mondo di oggi e il ruolo di ogni Paese , o sua regione , di partecipare al suo sviluppo , alla sua storia. E’ uno scontro sui mezzi da adoperare per salvaguardare l’identità nazionale .
Le vicende terroristiche di questi ultimi tempi  hanno accentuato e  accelerato i termini di questo scontro. Anche per un motivo legato alla storia della Francia repubblicana , che dette al mondo l’immagine di una nuova società moderna , attraverso il motto rivoluzionario “ liberté , egalité , fraternité”. Oggi i francesi si chiedono se quel motto non si stia  svuotando di contenuto , giorno dopo giorno, a cominciare proprio dalla Francia ; dove la libertà si sta sempre più restringendo e non di poco ; l’eguaglianza è diventato, nella pratica, un concetto  astratto ; la fratellanza non c’è più, se mai c’è stata , fuori dalle “chiese” .  

I colpi delle pistole e delle armi di ogni tipo hanno contribuito a questa disgregazione dei principi “repubblicani”. 
                                                                                  Marcello Inghilesi
Pubblicato da Le Formiche il 31 luglio 2016

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