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martedì 4 novembre 2014

L'arte di creare problemi


TTIP, Trattato Transatlantico sul commercio e gli investimenti ( o zona di libero scambio tra Unione Europea e Usa ) ; questo trattato è da tempo allo studio della Commissione Europea e degli USA. A cosa servirebbe ? A eliminare o ridurre le barriere e le formalità doganali ; alla progressiva riduzione dei dazi ; alla definizione di regole comuni sugli standards e sulle qualità dei prodotti ; ma anche sui controlli sanitari e fitosanitari ; alla unificazione delle certificazioni di sicurezza delle macchine ;e così via. La guerra alle dogane e alle frontiere è una vecchia storia e ambizione di tutte le politiche liberali del mondo. Ma prendere delle scorciatoie per arrivare all’obiettivo è pericoloso, molto pericoloso . Ne sappiamo qualcosa in Europa con l’introduzione dell’Euro e con la sua successiva gestione.
Innanzitutto bisogna stare attenti a non far calare dall’alto di tecnocrazie , apparentemente asettiche, scelte economiche e commerciali, che poi andranno a incidere anche profondamente nella vita dei popoli. Sono scelte politiche di cui rispondere agli elettorati, dopo ampia informazione e discussione. Già Governi e Stati dovranno ratificare un accordo di libero scambio stabilito tra la Commissione Europea e il Canada, che dovrebbe servire come apripista per quello ben più importante tra Europa e Nord America.(...‘Questo accordo dà agli esportatori canadesi un accesso privilegiato a 500 milioni di consumatori dell’Unione Europea e permetterà di reinventare la nostra relazione commerciale con il più grande mercato del mondo,’‘ ha detto il premier canadese Stephen Harper. ; già ! )
I dati di partenza del TTIP sono semplici: l’ UE esporta verso gli USA circa 290 miliardi di Euro di prodotti e ne importa circa 206, all’anno . Da queste due cifre sembrerebbe che , se la bilancia commerciale dovesse mirare teoricamente al pareggio , siano gli USA ad avere interesse a esportare più in Europa e quindi a modificare gli accordi esistenti. L’Italia esporta verso gli USA circa 27 miliardi di Euro di merci e ne importa circa 13. Anche in questo caso la bilancia commerciale è a favore dell’Italia e quindi la modifica della situazione dovrebbe interessare più gli americani che gli italiani. I dati sono di Confindustria ; Confindustria è favorevole a questo Trattato; e dalla Confindustria vengono il Ministro e il Vice Ministro allo Sviluppo Economico, con delega al commercio internazionale. La tesi che gli americani sono più interessati di europei e italiani a modificare le regole del gioco è semplicistica ? Ci forniscano gli elementi concreti per dimostrarlo, prima di continuare a spingere per la conclusione del Trattato.
Al momento sappiamo che non è facile , se non impossibile, modificare le regole protezionistiche americane ; un esempio ? Il WTO , World Trade Organization, ha concordato con i propri associati , tra cui gli USA, una “liberalizzazione” nella gestione degli appalti pubblici ; “13 Stati americani non applicano questo accordo ; e 37 lo applicano in maniera disomogenea” ( fonte Confindustria ). A complicare ulteriormente la questione c’è il fatto che molti prodotti destinati al libero scambio ricercato, sono manufatti multinazionali , con etichetta finale europea o americana ; e di questa complicazione possono essere vittime più gli italiani , che puntano all’eccellenza del made in Italy, rispetto ai prodotti più comuni europei e americani, che possono avere fabbricazioni le più diverse e nei Paesi più diversi.
Un’ultima minuscola considerazione , che dai documenti ufficiali in materia nessuno tratta ; la questione del valore dell’Euro sul Dollaro e della loro rispettiva gestione. L’ Euro partito in sostanziale parità con il dollaro , di fatto si è rivalutato ad oggi del 30 %, circa ; cioè i nostri prodotti sono per gli americani sempre più cari e quindi meno competitivi. E qui tutto si complica ; il surplus della bilancia commerciale tedesca , per esempio, può reggere valori di scambio più alti rispetto alle esigenze della fragile bilancia commerciale italiana: e quindi il valore dell’euro sul dollaro è vissuto in maniera profondamente diversa in Germania ,da un lato , e in Italia o in Europa del Sud, dall'altro ; tanto per dare cifre, il cambio euro- dollaro forse potrebbe superare la cifra di 1.50 per l’interesse tedesco, mentre dovrebbe stare sotto a 1.10 per gli interessi italiani , francesi , spagnoli ecc. E infine bisogna anche considerare la gestione delle rispettive monete , fondamentale nella ipotesi di un’area di libero scambio ; negli USA la FED, Banca centrale, in 24 ore decide le politiche di inflazione o deflazione ; in Europa alla BCE, Iddio volendo , per misure analoghe ci vogliono non meno di 6 mesi.
Sembra, in sostanza , che per questo Trattato abbiamo tutte le voglie del Liberalismo più perfetto e tutti gli strumenti di un sistema affatto liberale, intriso di storie , culture ed economie , antiche , di frontiere in sostanza tuttora esistenti e spesso parcellizzate in Europa ; e di un sistema americano brutalmente libero, ma con mille regole ( 350 linee tariffarie doganali, che interessano i prodotti italiani, per esempio) confederali e altrettante statali . Ma non sarebbe più semplice e produttivo continuare sulla strade dei confronti diretti con gli USA , per migliorare l’interscambio , con la eliminazione di tutto il “superfluo”, burocratico o protezionistico, possibile ? Leggenda vuole che nel passato gli americani non volevano il prosciutto italiano, per problemi sanitari ; gli italiani risposero che anche le scarpe Timberland , all’epoca di gran moda, ponevano problemi sanitari, cioè ortopedici; naturalmente ci fu accordo ; prosciutto e Timberland entrarono così nei rispettivi Paesi. Il commercio è fatto di interessi ; non di ideali ( a meno che dietro agli ideali non ci siano interessi...).

Pubblicato da Le Formiche il 4 novembre 2014      

martedì 21 ottobre 2014

Guerre e mondializzazione

Mai più una guerra mondiale” tutti gridarono sulle macerie, con più di 70 milioni di morti, alla fine degli anni ’40. Già, oggi ci sono 64 Stati in guerra, con 584 organizzazioni belligeranti (dal sito “guerre nel mondo”). Fu fatta l’ONU, per evitare altre guerre; è diventato un carrozzone di carnevale, pieno di costose figure di cartapesta. In apparenza la causa più frequente di queste guerre sembra essere l’integralismo religioso islamico, con le sue dottrine interne, in particolare sunniti contro sciiti o viceversa.
Parentesi. Maurice Sartre in un suo recente libro sostiene che “…il monoteismo ha creato l’integralismo religioso… i monoteismi si basano su testi ispirati da Dio o addirittura da Lui stesso consegnati, con il divieto assoluto di ridiscuterli, pena il sacrilegio…”; anzi bisogna convertire gli altri, gli infedeli, al proprio Dio, con la missione della parola o della forza. Solo il giudaismo poi ha ripiegato sulla conversione di tutti “alla fine dei tempi”. I politeismi antichi invece si fondavano su miti dai contorni mobili, mai origine di guerre missionarie; anzi molti “dei” venivano adottati da confessioni diverse. Chiusa parentesi.
Oggi la religione sembra usata come arma di guerra negli scontri economici e finanziari dei grandi processi di mondializzazione in atto. Ci sono molte confusioni di armi , fornite e rifornite (senza munizioni le armi servirebbero a poco) per un fine e usate per il fine opposto. Armi occidentali date contro Assad in Siria (probabilmente per rompere il fronte sciita Iran-Siria) si sono ora ritorte contro gli occidentali, in una spirale sunnita integralista tesa a conquistare anche l’Irak, oggi, e forse i Paesi dei sunniti moderati, Arabia Saudita ed Emirati, domani. Oppure potrà essere il contrario; i sunniti moderati, usati gli integralisti per sbarazzarsi di sciiti scomodi, poi elimineranno i loro mercenari per la creazione di una immensa area sunnita. Per non parlare degli effetti su altri popoli di quelle regioni, come i curdi, i turchi, i libanesi; senza contare il cuore delle religioni monoteiste, Gerusalemme e Israele. In poche parole si tratta di una guerra lunga, lunghissima; anche perché essa si è estesa a macchia d’olio in molti Paesi africani, aree “di moda” negli interessi economici internazionali.
Prima della mondializzazione queste guerre potevano essere definite “regionali” o “nazionali”; e ce ne sono ancora di questo tipo tra i cosiddetti conflitti indipendentisti. Ma quelle prevalenti rientrano nei processi di sviluppo della mondializzazione economica. E in questo senso possono essere considerate guerre mondiali, perché non possono essere risolte “in loco”; con armi, denari, risorse e addirittura mercenari prelevati dalla povertà della emarginazione metropolitana o del sottosviluppo e, a quanto si dice, ben pagati materialmente e “spiritualmente”: tutto ciò con risorse internazionali, a copertura di affari internazionali, che sembrano seguire la rituale logica del “divide et impera”.
In conclusione, la mondializzazione economica contiene in sé anche un germe di guerra, che, se pur locale, ha implicazioni e conseguenze mondiali. Lo strumento più usato è la religione, ma anche il fanatismo, l’estremismo della miseria e ove possibile, il nazionalismo o regionalismo di comodo. Una mondializzazione, dunque, per certi aspetti pericolosa; dalle grandi guerre calde e poi fredde dei secoli scorsi siamo passati alle microguerre diffuse, dagli effetti internazionali e a volte mondiali. Che fare? Disarmare; mettere tutte le armi, le loro produzioni, i loro commerci, i loro movimenti, sotto un controllo internazionale molto rigido. Roberto Benigni un giorno sostenne che se la gente voleva fare la guerra, la doveva fare a manate, così le guerre sarebbero finite: forse ridurre tutto a manate non sarà possibile; ma assistere impotenti al maneggio di mitra, bazooka, missili e quant’altro, con pezzi di ricambio, accessori e assistenza continua, sembra un tantino paradossale, quasi che il tutto avvenga per destino… divino.
Marcello Inghilesi

Pubblicato da Le Formiche il 21 ottobre 2014

mercoledì 15 ottobre 2014

Un alluvione burocratica


Ecco i veri colpevoli dei disastri in Liguria

15 - 10 - 2014Marcello Inghilesi
Ecco i veri colpevoli dei disastri in Liguria

Mancano i soldi e la burocrazia ha bloccato gli interventi già deliberati; questi i motivi che sembrano all’origine di molti dei disastri di Genova.
Cerchiamo di non scomodare le responsabilità del Signore per il cattivo tempo e dell’uomo per l’incuria dei sistemi e degli equilibri idrogeologici. Vediamo, invece, nel concreto perché Genova è stata colta, almeno in parte, impreparata all’appuntamento con il destino di una nuova alluvione.
Nel 2012 sono stati appaltati lavori per l’allargamento delle volte sotterranee del Bisagno, per 35 milioni di euro; il Bisagno, come noto, è ed è stato all’origine di gran parte degli allagamenti e delle inondazioni di Genova. Alcune imprese, che hanno perso l’appalto, hanno fatto ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale, TAR; poi al Consiglio di Stato; poi ad un altro TAR; e così via. I lavori non sono stati fatti.
E’ ormai prassi comune tra le imprese quella di ricorrere al TAR, una volta perso un appalto; e questa consuetudine è fonte di dubbi e sospetti. Qualcuno era uso dire che ogni firma pubblica (ma anche privata) può trasformarsi in una occasione di corruzione. Certo è che gli appalti pubblici non possono continuare così, in un avvitamento perverso di leggi, regolamenti e procedure, che si trasformano in tempi lunghi o lunghissimi e in occasioni per malaffare. Le imprese trovano occasione per scorrettezze, come ricorsi ricattatori o accordi di dubbia liceità (“se tu ritiri il ricorso, io non mi presento alla prossima gara di tuo interesse” o argomentazioni del genere).
Non risulta per niente chiaro alla gente che lavora perché l’esame, da parte di un magistrato, di una gara conclusa e documentata, richieda tempi biblici per un giudizio di sua correttezza “formale”. L’esame contabile-amministrativo di un’impresa, anche complessa, per un esperto del settore non richiede quasi mai più di una settimana; perché mai l’esame formale di un giudizio già espresso da una commissione, dovrebbe richiedere più tempo? Ci sono anche delle priorità di cui tener conto, quando si hanno tra le mani decisioni sensibili da prendere; e Genova è ed era argomento ultra-sensibile, da trattare con procedimenti “per direttissima”.
Gli amministratori locali, infine, che avevano deciso molto rapidamente per questi lavori (anche se con “bandi di gara”, ritenuti malmessi), si sono fermati, secondo le procedure di Legge. Potevano andare avanti, ma a loro rischio e pericolo personale, esponendosi ad eventuali interventi sanzionatori di un altro Tribunale amministrativo, quello della Corte dei Conti. Ciò che non trova alcuna giustificazione invece, è il silenzio di questi amministratori nelle loro diverse sedi e funzioni; i giudici perdono tempo? E loro urlino le urgenze, i pericoli e le necessità della propria gente, senza aspettare doni divini dalla meteorologia (le letterine di sollecito tra “compagni” non contano).
Questo imbroglio di responsabilità deve servire ormai da lezione. Sembra che la “politica” abbia capito; ancora una volta aspettiamo dunque che alle parole e alle promesse seguano i fatti.

Le Formiche 15 ottobre 2014

lunedì 6 ottobre 2014

Debray vs Germania




La Francia non rispetta il patto di stabilità europeo. Può essere l’inizio di un profondo cambiamento dell’ Unione Europea o tutto procederà come prima, con il dominio della Germania su Paesi che arrancano o che ormai si sono lasciati “sottomettere”?

Ci possono essere alcune considerazioni preliminari da tenere presenti.

L’ Euro è una moneta complicata, creata per facilitare l’integrazione, ma che sembra aver ottenuto l’effetto contrario. In concreto non pare governabile. Rappresenta realtà economico-sociali radicalmente diverse. Ha un valore di mercato che tende a premiare le sue aree ricche e a penalizzare a quelle povere (per esempio si dice che rispetto al dollaro dovrebbe valere 1.50, per soddisfare gli interessi tedeschi e 1.00 per quelli italiani, essendo partito da 1.00 e oscillando oggi su 1.25, dopo aver toccato anche 1.57). Ha infine regole troppo rigide per consentire politiche economiche autonome di 18 Stati così diversi.


I debiti pubblici si sono fortemente internazionalizzati e quindi molti Paesi tendono a vivere sotto tutela finanziaria “straniera”.
Da quando circola l’Euro, paradossalmente sono esplosi nazionalismi e sciovinismi, fino ad allora sopiti o sconosciuti.
Regis Debray scrisse nel 2010 “Eloge des frontières”, un libro nel quale da “sinistra” vedeva come unica via di uscita della mondializzazione, per lo sviluppo e la pace, la gestione delle frontiere come “porte” aperte, ma sempre “porte”. Secondo Debray i popoli possono progredire solo nel rispetto reciproco delle loro specificità; e quindi delle loro tradizioni, culture, valori, religioni. Debray arriva a rivendicare l’orgoglio del passaporto, come presentazione di una identità: anche in Europa. Queste tesi devono essere lette contro l’ Europa o contro questa Europa?
La Francia ha dunque violato i patti europei, lanciando anche un messaggio semplice, ma difficilmente digeribile in Commissione; prima gli interessi nazionali e poi quelli europei. Dietro a questa posizione ci sono anche pasticci politici interni al Paese. Ma questa decisione costituisce un precedente (anche se non il primo) per gli altri 28 Paesi dell’Unione (sulla quale sempre Debray pensa “…La miseria mitologica dell’effimera Unione Europea, che la priva di ogni affectio societatis, deriva in ultima analisi da ciò che essa non vuol sapere e, ancor peggio, da quello che non vuol dichiarare: da dove essa cominci e dove essa finisca…”).
Ora ognuno potrà violare i patti o urlare per il loro rispetto, con prove di forza tecnico-burocratiche (sanzioni della Commissione), di significato politico (interesse della gente) pressoché nullo. E allora? Tutte le lotte e le incomprensioni si sposteranno in Commissione? La Francia ha il commissario alla Economia; ma la Germania ha voluto due vicepresidenti di fiducia che dovrebbero controllarlo; e ha anche un grande peso sul presidente stesso e sugli alti burocrati dell’ istituzione.
In conclusione la sfida francese non è di poco conto. Difficilmente tutto potrà tornare come prima; quindi o la Commissione pretenderà il rispetto degli accordi e imporrà sanzioni alla Francia, con la quale si schiereranno molti Paesi poveri dell’UE, a cominciare dall’ Italia; oppure si faranno nuovi patti, tesi a risolvere i problemi dell’integrazione finora quasi tutti lasciati aperti (la lista delle integrazioni dovute e non risolte è ormai un dizionario, in campo sociale, economico e giuridico); e tesi anche a tracciare una linea a denominatore comune per lo sviluppo.
Questo avverrà in un momento, in cui ci sono le tesi filosofiche affascinanti di Debray, ma anche quelle nazionalistiche e regionalistiche crescenti, nelle politiche di tutti i Paesi; e c’è un euro che non accontenta nessuno; neppure la Germania che lo domina.

Marcello Inghilesi
Le Formiche 6 ottobre 2014

venerdì 3 ottobre 2014

Merkhollande

François Hollande, presidente francese, ha deciso di non rispettare i “patti” dell’Unione: vuole sforare - e non di poco- il fatidico rapporto deficit-pil . Al di là delle cifre, quale è il messaggio ? Ce ne sono diversi .
Hollande, in sostanza, aveva fatto un accordo con la Merkel per “dirigere”l’ Unione Europea ; e questo nonostante il suo impegno elettorale del 2012 ad andare contro i poteri finanziari europei, di interesse prevalentemente tedesco ( il mio avversario in queste elezioni non si chiama Sarkozy, ma “madame la finance” era uno dei suoi slogan ). Invece dai sorrisini Sarkò-Merkel siamo passati subito a quelli Hollande-Merkel. Ecco, adesso forse questi sorrisini non ci saranno più. Anche perché i sondaggi francesi danno gli anti-europei e gli euroscettici a più del 70% e la fiducia sul presidente Hollande al 12-13 %!
Poi c’ è il problema socialista . Sono già cominciate le manovre per le prossime elezioni presidenziali. Allo stato attuale i possibili prossimi candidati sono lo stesso Hollande, il suo primo ministro Valls e Martine Aubry , sindaco di Lille e figlia di Delors, già presidente della Commissione Europea ( chissà perché la Delors ha voluto chiamarsi in politica col nome del marito ; forse per distinguersi da una tradizione di oligarchie familiari e simili , molto praticata tra i socialisti francesi). Per smarcarsi dalla europeista convinta Aubry , dunque, i primi due devono dare segnali forti contro la Unione Europea.
Infine, sempre nel quadro delle prossime elezioni presidenziali, c’è il problema Marine . La Le Pen ha teso ad allontanarsi dal linguaggio vetero-fascistoide del padre e sta guidando il Fronte Nazionale per una strada politica democratica , nazionalista ( contro l’immigrazione incontrollata) , popolare (per trovare soluzioni ai bisogni dei più poveri e alle esigenze dei ceti medi ) e per un sistema produttivo made in France ( sostegno alle piccole e medie imprese del Paese). Il FN è ovviamente contro questa Unione Europea e questo Euro. Alle ultime elezioni europee è così diventato il primo partito di Francia, con circa il 25 % dei voti. Hollande sa dunque che alle prossime presidenziali i candidati in lizza non saranno due ( Destra e Sinistra ) , ma tre ,perché il Fronte Nazionale giocherà un ruolo da protagonista.. I sondaggi attuali ritengono altamente probabile che la Le Pen vada al ballottaggio ; gli stessi sondaggi danno vincente il candidato di Destra contro la Le Pen, ma sono fortemente incerti sull’esito di uno scontro tra Marine e Hollande. Quindi Hollande ha assoluto bisogno di voti euroscettici, anche se allo stato attuale è molto poco probabile che sia lui il prossimo candidato presidente dei socialisti .

Marcello Inghilesi
Pubblicato da Libero il 3 ottobre 2014 


sabato 27 settembre 2014

Il Vangelo secondo Matteo

 "Torniamo convinti che la pagina migliore l'Italia la debba ancora scrivere,e tutti insieme la scriveremo" disse Matteo

Giro giro tondo,
un pezzo di pane tondo,
un mazzo di viole,
le diamo a chi le vuole;
un pezzo di polenta,
lo diamo a chi ci pensa;
una caramella,
la diamo alla Mirella;
la diamo a sua sorella:
tutti giù per terra!

lunedì 28 luglio 2014

Il mitico Schettino


Schettino è contento di sé stesso . Ha fatto adagiare la nave su un fianco , onde permettere agli ingegneri di fare l’exploit di raddrizzarla e portarla via ; lui lo sapeva che tutto ciò sarebbe stato possibile. Probabilmente è sceso dalla nave prima di tutti solo per non compromettere il perfetto equilibrio che aveva costruito. Anzi forse è andato negli scogli per permettere il grande evento della messa in sicurezza della nave.
Francesco Schettino , un mito in libera uscita !  

domenica 4 maggio 2014

Casta diva


Guardando  il cielo vespertino, traguardato da fiori di acacia, ho risentito la Callas , in Casta diva ; ho avuto fremiti e ho pensato ai poveri orchestrali  che dovevano inseguirla : lassù,  per sentieri impossibili.



domenica 6 aprile 2014

Mi ci scappa da ridere 3




 L'India dopo averci messo sotto con i marò , ora ci  mette sotto anche  nella Formula Noia di Montezemolo , capo della Ferrari;   con la sua ...strafighissima Force India.

Mi ci scappa da ridere 2


Mi ci scappa da ridere
a sentire Montezemolo lamentarsi per una Formula 1 , trasformata in "Formula noia" : la Ferrari sta ancora dietro alle altre , Mercedes e Renault ; quando sarà davanti , non ci sarà più noia.

sabato 5 aprile 2014

Mi ci scappa da ridere 1



Mi ci scappa da ridere
a vedere un esercito di Stato che picchia su una ruspa , con qualche goliardo dentro : eversivo. Tutte le mie tasse non riusciranno a coprire che una parte , una piccola parte , delle spese di Stato impiegate nella pagliacciata.

martedì 1 aprile 2014

La Nina è andata via


La mia compagna Nina se ne è dovuta andare.
Mi pesa non trovarla più ad aspettarmi. ; non trovarla più ai rientri dai campi o dai giri; di non trovarla più accanto a me; di non trovarla più.
Mi pesa e mi commuove. Se ne è dovuta andare.

mercoledì 12 marzo 2014

Grondacci , grondaccini e la luna



Tra grondacci e grondaccini da potare , il sole a destra se ne stava andando e la luna era già alta a sinistra . La luna .



Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai,
Silenziosa luna?
Sorgi la sera, e vai,
Contemplando i deserti; indi ti posi.
Ancor non sei tu paga
Di riandare i sempiterni calli?
Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga
Di mirar queste valli?
Somiglia alla tua vita
La vita del pastore.
Sorge in sul primo albore
Move la greggia oltre pel campo, e vede
Greggi, fontane ed erbe;
Poi stanco si riposa in su la sera:
Altro mai non ispera.
Dimmi, o luna: a che vale
Al pastor la sua vita,
La vostra vita a voi? dimmi: ove tende
Questo vagar mio breve,
Il tuo corso immortale?

Vecchierel bianco, infermo,
Mezzo vestito e scalzo,
Con gravissimo fascio in su le spalle,
Per montagna e per valle,
Per sassi acuti, ed alta rena, e fratte,
Al vento, alla tempesta, e quando avvampa
L'ora, e quando poi gela,
Corre via, corre, anela,
Varca torrenti e stagni,
Cade, risorge, e più e più s'affretta,
Senza posa o ristoro,
Lacero, sanguinoso; infin ch'arriva
Colà dove la via
E dove il tanto affaticar fu volto:
Abisso orrido, immenso,
Ov'ei precipitando, il tutto obblia.
Vergine luna, tale
E' la vita mortale.

Nasce l'uomo a fatica,
Ed è rischio di morte il nascimento.
Prova pena e tormento
Per prima cosa; e in sul principio stesso
La madre e il genitore
Il prende a consolar dell'esser nato.
Poi che crescendo viene,
L'uno e l'altro il sostiene, e via pur sempre
Con atti e con parole
Studiasi fargli core,
E consolarlo dell'umano stato:
Altro ufficio più grato
Non si fa da parenti alla lor prole.
Ma perchè dare al sole,
Perchè reggere in vita
Chi poi di quella consolar convenga?
Se la vita è sventura,
Perchè da noi si dura?
Intatta luna, tale
E' lo stato mortale.
Ma tu mortal non sei,
E forse del mio dir poco ti cale.

Pur tu, solinga, eterna peregrina,
Che sì pensosa sei, tu forse intendi,
Questo viver terreno,
Il patir nostro, il sospirar, che sia;
Che sia questo morir, questo supremo
Scolorar del sembiante,
E perir dalla terra, e venir meno
Ad ogni usata, amante compagnia.
E tu certo comprendi
Il perchè delle cose, e vedi il frutto
Del mattin, della sera,
Del tacito, infinito andar del tempo.
Tu sai, tu certo, a qual suo dolce amore
Rida la primavera,
A chi giovi l'ardore, e che procacci
Il verno co' suoi ghiacci.
Mille cose sai tu, mille discopri,
Che son celate al semplice pastore.
Spesso quand'io ti miro
Star così muta in sul deserto piano,
Che, in suo giro lontano, al ciel confina;
Ovver con la mia greggia
Seguirmi viaggiando a mano a mano;
E quando miro in cielo arder le stelle;
Dico fra me pensando:
A che tante facelle?
Che fa l'aria infinita, e quel profondo
Infinito Seren? che vuol dir questa
Solitudine immensa? ed io che sono?
Così meco ragiono: e della stanza
Smisurata e superba,
E dell'innumerabile famiglia;
Poi di tanto adoprar, di tanti moti
D'ogni celeste, ogni terrena cosa,
Girando senza posa,
Per tornar sempre là donde son mosse;
Uso alcuno, alcun frutto
Indovinar non so. Ma tu per certo,
Giovinetta immortal, conosci il tutto.
Questo io conosco e sento,
Che degli eterni giri,
Che dell'esser mio frale,
Qualche bene o contento
Avrà fors'altri; a me la vita è male.

O greggia mia che posi, oh te beata,
Che la miseria tua, credo, non sai!
Quanta invidia ti porto!
Non sol perchè d'affanno
Quasi libera vai;
Ch'ogni stento, ogni danno,
Ogni estremo timor subito scordi;
Ma più perchè giammai tedio non provi.
Quando tu siedi all'ombra, sovra l'erbe,
Tu se' queta e contenta;
E gran parte dell'anno
Senza noia consumi in quello stato.
Ed io pur seggo sovra l'erbe, all'ombra,
E un fastidio m'ingombra
La mente, ed uno spron quasi mi punge
Sì che, sedendo, più che mai son lunge
Da trovar pace o loco.
E pur nulla non bramo,
E non ho fino a qui cagion di pianto.
Quel che tu goda o quanto,
Non so già dir; ma fortunata sei.
Ed io godo ancor poco,
O greggia mia, nè di ciò sol mi lagno.
Se tu parlar sapessi, io chiederei:
Dimmi: perchè giacendo
A bell'agio, ozioso,
S'appaga ogni animale;
Me, s'io giaccio in riposo, il tedio assale?

Forse s'avess'io l'ale
Da volar su le nubi,
E noverar le stelle ad una ad una,
O come il tuono errar di giogo in giogo,
Più felice sarei, dolce mia greggia,
Più felice sarei, candida luna.
O forse erra dal vero,
Mirando all'altrui sorte, il mio pensiero:
Forse in qual forma, in quale
Stato che sia, dentro covile o cuna,
E' funesto a chi nasce il dì natale. 


Giacomo Leopardi . Canto notturno di un pastore errante dell'Asia , 1830


giovedì 6 marzo 2014

Languide viole


“La grande bellezza”: le viole ( viole, violini , violoncelli e contrabbassi ) in questi giorni si sprecano. Lasciamo da parte il film , che è semplicemente …”esteta”; vediamone solo alcune implicazioni e reazioni.
  • Roma : osannata come la più bella città del mondo , esaltata dalle scene e dalle foto del film; la “più bella del mondo”, ad essere intelligenti o semplicemente ragionando , è un’aggettivazione priva di senso, a meno che non vogliamo seguire i sentieri del fanatismo cretino.
  • La maggior parte delle immagini della Roma fantastica , si riferiscono a riprese , con atmosfere mattutine o con luci notturne ; una volta ( non molto tempo fa, non secoli fa ) era bella , bellissima sempre, a tutte le ore. L’industria turistica sta organizzando visite guidate della Roma della “grande bellezza” ; sarà una delusione senza pari per i poveri pellegrini , a meno di non azzeccare quelle quattro ore , notturne o…albine , in cui le luci esaltano lo splendore della città.
  • Da qualche tempo si sta scatenando in Italia una furia nazionalistica insopportabile ; con l’Oscar alla Grande bellezza , essa sta superando ogni limite. Una volta questo nazionalismo estremo sarebbe stato tacciato di idiozia fascista ( come si soleva dire ) ; e in effetti lo è in senso letterale e in senso storico.
  • Alla cerimonia degli Oscar , il regista Sorrentino , assieme alla famiglia ha ringraziato… Maradona ; come dire che la sua interpretazione del film è un inno allo spettacolo della meravigliosa depravazione , in una scenografia ormai solo immaginaria.
Teofilo è toscano e non considera nessuna città la più bella del mondo.
Teofilo ha visto e vissuto, in Italia e nel mondo, immagini urbane e non, anche molto più belle di quelle della “grande Bellezza”.
Teofilo odia i “nazionalismi” ; sta dall’altra parte ( forse ad eccezione delle manifestazioni sportive ).
A Teofilo non piace l'uomo Maradona ; e neppure la depravazione ; ama l’essere e odia l’apparire.
Sul film "La grande bellezza" si può discutere.

Olé !!!     

lunedì 3 marzo 2014

W la Russia





Sembra che questi venti di guerra ucraini siano dovuti solo a traffici non ucraini.
L’Ukraina è tra la Russia e l’ Unione Europea ; le sue lotte interne sono in sostanza tra filorussi e filooccidentali ; tra i filoocidentali ci stanno anche nazionalisti e filonazisti.
Nel 2010 alle elezioni presidenziali vinse il filorusso Yanukovych ; il quale , preso il potere, credette bene di mettere in prigione la sua avversaria politica Tymoshenko , filooccidentale . Le manifestazioni di piazza di questi ultimi mesi , accompagnate da una divisione dei poteri forti tra i due campi , hanno prodotto la destituzione di Yanukovych e la presa del potere da parte degli altri ; sono state indette nuove elezioni per la fine di maggio.
I russi hanno basi militari importanti in Crimea , regione autonoma dell’Ukraina sul Mar Nero ; e in Ucraina ci sono anche industrie militari importanti per la Russia.
La Crimea era una repubblica  dell’Unione Sovietica ; lo fu fino al 1954 : in quell’anno infatti Krusciov (di origini ucraine e dicono in stato di ubriachezza) ”regalò” la Crimea all’Ukraina , sua terra di origine. Quindi la Crimea c’entra poco o nulla con l’Ukraina, se non fosse per un labile confine geografico. La Crimea è invece fortemente condizionata dai russi , che ci abitano da molto tempo ; in Crimea si parla molto più il russo dell’ucraino . Le navi russe , il cui comando è da sempre fissato a Sebastopoli , controllano strategicamente dal Mar Nero anche il Mediterraneo.
I russi quindi non possono avere dei “nemici” in casa propria ; a loro una Repubblica indipendente della Crimea, dove si parla russo e dove la maggior parte delle attività economiche sono russe, va bene ; in effetti chiedono l’autodeterminazione del popolo della Crimea , sapendo che esso è largamente a suo favore.
I tedeschi vogliono che l’Ukraina sia loro amica ed entri nell’Unione Europea , perché sono interessati alle sue risorse economiche e infrastrutturali ( soprattutto il gasdotto proveniente dalla Russia ) .
Gli americani vogliono solo destabilizzare la presenza russa nel Mediterraneo.
L’Ukraina è a rischio di fallimento economico. Sarebbero necessari 20-30 miliardi di euro per salvarla . I russi erano pronti a concedere subito una linea di credito di 11 miliardi di euro. Gli europei , come al solito, si sono sbracciati ed hanno organizzato comitati e commissioni per stabilire quanto dare e a carico di chi. Gli americani hanno solo parlato , minacciando.

Conclusione : è probabile che vada a finire così ; l’Ukraina farà nuove elezioni , senza la Crimea , che nel frattempo organizzerà un referendum sulla propria indipendenza . In Ucraina vinceranno i filo-europei ; in Crimea gli indipendentisti filo russi. Sarà necessario ricoprire il debito ucraino ; la Germania chiederà all’UE di farlo ; e così il povero Teofilo dovrà pagare per riempire non solo il frigorifero  dei propri parassiti, ma anche quello di nuove appendici europee, di interesse tedesco. Basta ! Viva Putin e abbasso la Merkel ! Ecco !!!      

venerdì 28 febbraio 2014

Aumentano le benzine : evvivaaaa!!!


Aumentano le benzine nel Belpaese. La competitività.....bla, bla, bla... Le tasse bla,bla,bla...





mercoledì 26 febbraio 2014

Paco de Lucia




Paco de Lucia questo fece in memoria della madre Luzia. Ora se ne è andato anche Lui ; è rimasta la sua musica : bella, mistica, com movente.

martedì 25 febbraio 2014

Cagoni!



Meno male che non ci sono più le guerre patriottiche. Ancora una volta avrebbero vinto gli altri . Lo spettacolo di questi mesi è nauseante. Tradimenti, parole date e rivoltate, pugnalate , giravolte, trottolate di colori e suoni, corse in avanti , corse indietro ; le idee non ci sono ; tanto meno gli ideali .Le ideologie ormai sono diventate bestemmie. E su tutti prevale il pensiero omologato ; minacciano sfracelli e , alla minima refola, si appecorano dietro al capo, a chi vince , al potere o ai ricatti..Chiacchiere e distintivo. Non ridono neanche più : berciano , per farsi vedere e poi giù , con la testa prona . E lo Stato viene consegnato alla beata innocenza dei bimbi, più o meno grandi ( speriamo che le maestre non infieriscano contro di noi ).

Cagoni !

lunedì 24 febbraio 2014

Letta- Renzi

No comment.

lunedì 10 febbraio 2014

Napolitano indiano

Napolitano chiama i suoi .
  • Fate preparare l’aereo ; fra tre ore parto per l’India. Ah : avvisate l’ambasciatore ; che venga a prendermi all’aeroporto e che prepari una camera in Ambasciata ; levatemi di mezzo quel De Mistura o Ministri vari .
Si guardano tutti stralunati ; Napolitano va dalla moglie e le chiede di fargli la valigia .
  • Vado in India ; da solo ; tu resta qua.
Qualche ora dopo va a Ciampino e parte per l’India.
A Delhi sono confusi ; che fare ? L’ambasciatore balbetta freneticamente ; avvisa il Ministero degli Esteri indiano ; ma quello non risponde . Chiede istruzioni alla Farnesina ; ne riceve di confuse. Intanto l’aereo presidenziale sta arrivando. L’Ambasciatore chiede un “cerimoniale “ d’urgenza. Ma non ha risposta neppure su questo. Quindi va all’aeroporto . Chiede alla polizia di poter accedere alla pista per ricevere il suo Presidente ; confusione tra gli indiani . La stessa torre di controllo non sa cosa fare : non può vietare l’atterraggio all’aereo del Presidente italiano ; quindi tace. L’aereo tocca terra ; l’Ambasciatore è riuscito a ottenere una macchina con cui andare a prelevare il Presidente ; e va a prenderlo. Lo saluta : entrano in macchina .
  • Presidente andiamo nella saletta diplomatica ; qualcuno delle autorità indiane verrà sicuramente a salutarLa ; per ora non mi hanno fatto sapere nulla.
  • No : andiamo subito in Ambasciata . Faccia sapere agli indiani che non mi muoverò da Delhi , se non con i due marò ; l’aereo resterà pronto al decollo . Tutto qui . Ogni giorno alle 18 una conferenza stampa internazionale sul caso, sui suoi dettagli , sugli aspetti giuridici e sui suoi risvolti politici.
  • Ma Presidente...
  • Non ci sono ma; via all'Ambasciata !
La notizia fece il giro del mondo . Il Presidente non si mosse . Peggio ; si mise ad andare in giro con i due marò per negozi e per passeggiate ; li accompagnò anche dalla polizia a firmare il registro delle presenze.
In Italia, con questo colpo di reni finale, divenne un eroe : anche se i poveri cittadini dovettero subirsi il Grasso , ex giudice, come Presidente ad interim.

  • Teofilo, sveglia , sveglia ! Sono le quattro e mezzo !
Il sonnellino pomeridiano era finito ; Teofilo guardò il soffitto, i travi e i travicelli ; cercò di ricostruire il sogno , nei dettagli ; non ci riuscì ...



domenica 19 gennaio 2014

L'Euopa sarà un inferno


giovedì 16 gennaio 2014

Fellini ? No


Abbiamo voglia di bestemmiare addosso al senso comune della critica cinematografica.

Fellini non ci piace.

  • i films sono quasi tutti lunghi, lenti;
  • ci sono delle rappresentazioni la cui ripetitività tende a trasformarsi in banalità: come le figure dei prelati, delle mignotte, dei clowns,delle donne formose e sceme, dei cinematografari:
  • i contadini umbri amavano spesso chiedersi: “ ma tu , che vuoi dì? e che ne so che vojo dì !”; ecco , questa può essere una questione frequente nel cinema di Fellini;
  • troppo spesso c'è un'ossessione del rapporto fisico, dell'istinto e di disegni erotici animaleschi ( il Casanova raggiunge l'apice di queste storture mentali ) , con un'ironia talmente appassionata e avvitata, che a volte non pare più ironia;
  • c'è un'ossessione dei valori della vita provinciale, elevati a valori universali, anche se tapini, meschini;
  • Fellini ignora il mondo del lavoro o lo riduce a sistema banale , accessorio ; e il mondo è lavoro.

In sostanza , Fellini gioca con valori spesso marginali nella vita quotidiana: ci si crogiola e ci si arrotola dentro; sovente in maniera ripetitiva e incomprensibile. E sembra compiacersene.

Chiediamo scusa al Maestro di esserci introdotti in maniera così irrispettosa in un mondo che non è il nostro. 

sabato 11 gennaio 2014

C'est logique


In questi giorni in Francia si divertono.

Il Presidente sembra che  vada in scooter a passare la notte da una sua giovane amica attrice: con l'autista ( che porta loro le brioches di buon mattino) ! E vabbè ! Il problema è che ospita all'Eliseo una inquilina, non moglie , ma con tutti i diritti e le spese a carico dei contribuenti ( ufficio, segreteria , pubbliche relazioni ecc) , come moglie ; ora quindi sembra comparire un'altra non moglie ; paghiamo anche quella , si chiedono  i francesi ? Non rientra nella logica cartesiana , tanto cara al sistema transalpino.

Poi c'è un tal Dieudonné, M'Bala-M'Bala, di origini rigorosamente galliche e di mestiere comico, che ha  deciso di fare spettacoli contro gli ebrei e soprattutto contro la shoa , inneggiando al nazismo. Il Ministro degli Interni , Manuel Valls, ha vietato gli spettacoli ; putiferio ; la libertà d'espressione in Francia deve essere sacra; ma ci sono due leggi che la limitano ; una è quella contro il razzismo; l'altra è quella contro il negazionismo. M'Bala-M'Bala le ha violate tutte e due ; e poi è stato condannato in via definitiva dai tribunali francesi , senza alcun seguito ; e  poi non ha pagato tasse per cifre più che considerevoli. Ma la Legge a lui non  è stata   applicata  ;forse  si temevano disordini da parte dei franco-nazisti. La Legge sembra quindi non esserci ( ed è stata confusa anche nella circolare di Valls che vietava i comizi razzisti e negazionisti di M'Bala-M'Bala , tant'è che ci sono stati ricorsi amministrativi, con esiti differenti e opposti ), anche se in realtà ci sarebbe.

Poi c'è il sequestro di quadri aziendali da parte di alcuni sindacalisti e dipendenti di un'azienda in crisi ; contro Legge , ma i compagni di questi sindacalisti sostengono , nella libertà di espressione , che i padroni sono dei criminali. Insulto ideologico di altri tempi, tollerato per la libertà di espressione ( magari, nello stesso spirito, i padroni diranno di loro che sono banditi , figli di mignotta ).

E poi....

Sotto il cielo nuvoloso francese , splende un gran casino ; ma il sistema continua ad affrontare il mondo con il cartesiano "c'est logique", come se niente fosse

 

giovedì 9 gennaio 2014

Sequestro e competitività


Liberté , egalité, fraternité . Già : così gridarono i francesi con la rivoluzione del 1789.
Ora il Governo dice che vuole un'economia competitiva nel mercato mondiale. Già.
L'altro giorno alcuni sindacalisti sequestrarono in fabbrica il direttore dello stabilimento e il direttore del personale della Goodyear ( questi sequestri in Francia sono frequenti ). Li tennero con la forza per un paio di giorni , dando loro da bere e da mangiare.
Un industriale americano interessato a rilevare lo stabilimento ha detto più o meno questo : negli Usa i sequestratori , sindacalisti o meno, passerebbero 30 anni in galera : il sequestro è un delitto ; in Francia è tollerato ? Niente investimenti ; lontano dalla Francia. Uno dei capi dei sequestratori ha detto in TV che gli industriali e le loro organizzazioni sono semplicemente criminali . Ecco fatto : lo Stato di diritto in Francia e in Europa.

giovedì 2 gennaio 2014

Keihanaikukauakahihuliheekahaunaele

Keihanaikukauakahihuliheekahaunaele. E' il cognome che si e' ritrovata Janice, 54 anni, quando ha sposato il marito hawaiano nel 1992. Trentacinque lettere piu' un 'okina', segno usato nell'alfabeto hawaiano e che quindi porta il cognome a 36 caratteri.
Secondo l'assessorato ai trasporti delle Hawaii il massimo dei caratteri che possono essere contenuti su patenti e carte d'identita' e' di 35. Ma dopo il precedente di Janice, la legge e' stata cambiata ed e' stato portato a 40 per il cognome, 40 per il nome e 35 per il secondo nome. La donna avra' quindi il suo cognome finalmente scritto per intero.( ANSA 2 gennaio 2014)