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sabato 8 ottobre 2011
Il deismo
Copia e incolla : frammenti
Concezione religiosa che da una parte afferma l'esistenza di un Dio trascendente creatore e ordinatore dell'universo, e dall'altra esclude una sua rivelazione positiva nella storia e quindi un suo rapporto diretto e personale con l'uomo. Questo concetto vago e indeterminato di Dio è considerato dal deismo come l'unico veramente corretto e filosoficamente valido, giacché è quello a cui l'uomo perviene con la sola ragione (donde il nome di religione naturale o razionale). Il doppio rapporto Dio-uomo e uomo-Dio viene ridotto alla mera creazione del mondo e dell'uomo da parte di Dio e alla sola ammissione razionale dell'esistenza di Dio da parte dell'uomo. La religione propugnata dal deismo risulta così svuotata di ogni contenuto positivo, priva di dogmi e libera da ogni forma di culto. Storicamente il deismo coincide con lo sviluppo del razionalismo e dell'illuminismo nei sec. XVII e XVIII. Fra i suoi rappresentanti più insigni vanno annoverati E. di Cherbury, J. Toland, A. Collins, M. Tindal e D. Hume in Inghilterra; Voltaire, Rousseau e gli enciclopedisti in Francia; J. S. Semler, H. S. Reimarus e G. E. Lessing in Germania.
Facendo leva sulla ragione, i deisti contestano le rivelazioni positive su cui si fondano le varie confessioni religiose, ritenendo le chiese istituzioni umane, dettate da scopi di dominio e non dal possesso della verità, in quanto la vera rivelazione è offerta dal lume naturale della ragione e non da comunicazioni dirette e miracolose della divinità a profeti e fondatori di religioni positive… La concezione deistica, nata in un'epoca fortemente segnata dalle guerre di religione, intende così, mediante il solo uso della ragione, porre fine ai contrasti fra le varie religioni rivelate, in nome di quell'univocità della ragione, sentita, in particolare nell'ottica dell'illuminismo, come l'unico elemento in grado di accomunare tutti gli esseri umani.
Per Lord Bolingbroke (1678-1751), la religione, il cristianesimo e le chiese non sono che mezzi al servizio dello stato per raffrenare le passioni antisociali presenti nell'uomo. Il Cristianesimo è vero solo nella misura in cui coincide con i princìpi della ragione, mentre la fede ecclesiastica è un'invenzione umana, escogitata a vantaggio di un ordinamento gerarchico in cui il clero recita una parte ben remunerata, mantenendo al contempo nella miseria, nella superstizione e nell'ignoranza gli strati popolari. Anche per Matthew Tindal la religione rivelata è il risultato di imposture umane, evidenti negli antropomorfismi che caratterizzano la divinità preda di passioni umane come l'ira e la gelosia. La religione autentica - che Tindal in ogni caso identifica negli aspetti razionali del Cristianesimo, il quale però egli ritiene essere eterno, cioè istituito direttamente da Dio all'atto della creazione - si fonda su principi puramente morali e pratici, come voleva anche Locke un atteggiamento di tolleranza nei confronti dei non conformisti e di chi ha opinioni non coincidenti con l'ortodossia di una chiesa dominante.
Nonostante talvolta sia polemico nei confronti delle religioni positive, inclusa la religione cristiana, il deismo rifiuta decisamente l'ateismo, in quanto incapace di spiegare l'ordine del grande orologio dell'universo che richiede un grande orologiaio quale suo fattore (Voltaire)…. Per usare un'immagine gli atei sono imbarcati su di un aereo privo di pilota e non saprebbero spiegare chi ha predisposto il pilota automatico, o costruito un aereo capace di volare, non mettendo all'origine una Mente onnisciente e onnipotente.
La pubblicazione del frammento in cui Reimarus contestava l'attendibilità storica del miracolo della Resurrezione di Gesù, attribuendola a un'invenzione dei discepoli, destò un vivacissimo scandalo nel corso del quale a Lessing fu vietato il diritto di replica. Lessing utilizzerà questo silenzio imposto per portare sul palcoscenico la prosecuzione del confronto con il pastore Goeze, scrivendo il dramma Nathan il saggio in cui, utilizzando la parabola dei tre anelli, già presente nel Decameron di Boccaccio, svilupperà al contempo il tema della tolleranza e il tema della teoria dell'impostura.
Teismo, dal greco theos ("dio"). Si usa definire teista l'atteggiamento opposto all'ateismo, per cui il termine teismo designa ogni corrente di pensiero che affermi l'esistenza di Dio. Kant distinse poi il teismo dal deismo, il primo ammette l'esistenza di Dio all'interno del mondo naturale (per cui il teista può essere panteista), mentre il secondo ammette l'esistenza di Dio solo per via trascendentale, ovvero autonoma rispetto alla dimensione naturale in cui vivono gli uomini.
Nell'uso comune del termine, il teista è colui che ammette l'esistenza di una divinità personale e unica.
Molti agnostici "speculano" sulle posizioni deiste avendo superato completamente quelle teiste.
Non è però esatto dire : "L'agnosticismo sospende il giudizio sulla divinità, pur ammettendone l'esistenza."
In verità l' agnosticismo non "ammette l' esistenza del divino", ma al contrario non accetta la "gnosi" teologica.
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