Sarkò ! “Degage”! ( Levati di torno ) . Ecco questo è il
risultato delle elezioni francesi.
Dai sondaggi il 55% dei voti presi da Hollande non sono per
lui, ; sono contro Sarkozy. E’ evidente che nei ballottaggi tra due candidati ,
è facile non essere rappresentati da nessuno dei due ; ma votarne uno, solo per
dire no all’altro , è più complicato. In poche parole nelle elezioni francesi
non è tanto che ha vinto Hollande ; ha perso Sarkozy.
La Francia anche questa volta, al primo turno presidenziale,
ha votato centro- destra , per quasi il 60 %; poi, restando Sarkò al
ballottaggio , non è andata a votare ( 19,7%
,+ 3,7% rispetto alle precedenti presidenziali ), ha votato scheda
bianca (5 %, secondo le indicazioni di
Marine Le Pen, Front National) o ha votato per Hollande ( 30% dei centristi e
14 % dei “nazionalisti” della Le Pen).
Ora si sposta tutto sulle “legislative” di giugno. Anche in
questo caso la sinistra sembra
favorita. Localmente gli “amministratori” di sinistra in genere sono più
considerati degli altri , che oltretutto in genere tendono a frantumarsi. Ma
bisogna tener conto di una serie di variabili . Il Fronte Nazionale, oggi non
rappresentato in Assemblea, con il suo 18 % di voti potrebbe diventare
determinante in molti collegi ; quindi
le altre “destre” dovrebbero concordare con il movimento “bleu marine”,
eventuali deputati. Ma se questo avverrà, perderanno i voti dei“centristi”, che
sono dichiaratamente contro il Fronte Nazionale. I “centristi” forse hanno già
contrattato alcuni collegi , con la sinistra o con la destra. Lo stesso avranno
fatto i socialisti con il “fronte della sinistra” e i verdi . E tutto ciò
,ovviamente, dovrebbe essere avvenuto durante la campagna presidenziale ,
nonostante le drastiche smentite degli interessati.Si potrebbe continuare a
lungo su questi traffici elettorali ; una cosa è certa : il sistema elettorale
francese è malato e deve essere curato ; ma anche in questo caso , come in
Italia, non sembra che ci sia accordo sulla cura da fare.
Dunque Hollande il 15 maggio porterà le sue cose all’Eliseo.
Per cominciare è iniziato il toto-ministri. Ogni previsione può essere
azzardata, tenuto conto del Presidente “normale”, come si autodefinisce
Hollande ; è un normale manovratore di partito, abituato alle mediazioni delle
mediazioni; all’analisi delle capacità e del potere , attribuibili ad ognuno; i
posti in gioco sono tanti ; ma tante sono anche le ambizioni ; e tanti gli accordi con gli “altri”, che hanno
permesso ad Hollande di essere Presidente. La dietrologia sui nomi quindi oggi
può essere solo un gioco da salotto. Solo un fatto deve essere sottolineato .
Hollande disse in campagna elettorale che il capo del Governo non deve essere
un “collaboratore” del Presidente ( come invece amava dire Sarkò ); egli dovrà
dirigere veramente il Governo , essere un Primo Ministro vero ; e quindi quel
posto sarà “strategico”.
Non bisogna altresì dimenticare l’impegno preso dal candidato Presidente di avere un Governo
fatto almeno per metà da donne.
Sul programma di Hollande si è detto molto a proposito e
forse anche a sproposito. Il
personaggio viene da una gioventù paracomunista e da una crescita socialista ,
trasformata ormai da tempo in socialdemocratica; come tutti i socialdemocratici
europei , anche lui sarà pragmatico e condizionato da regole e vincoli
comunitari. Con una differenza rispetto agli altri ; che la Francia è Nazione ,
con caratteristiche economico-sociali , che danno al potere pubblico un grande
margine di intervento. Lo “statalismo” francese è insito nella Nazione ,
condiviso da tutti, dalla destra alla sinistra. Il sistema liberale alla
tedesca o alla americana , per esempio, in Francia è inconcepibile.
L’elettricità , il petrolio o il gas o l’industria nucleare o quella avionica,
per non parlare di tutti i servizi ,
sono settori pubblici con la bandiera
nazionale ; quindi il nuovo Presidente socialista non farà che mantenerli.
Resta invece aperto il problema del suo rapporto con il mondo finanziario ;
all’inizio della campagna dichiarò che il suo avversario non era Sarkozy , ma
la signora Finanza. E’ ancora così ? Come la metterà con l’euro ? Continuerà
nella politica dell’euro forte ( cambio con il dollaro a 1,30-1,60 ) o spingerà
per un euro più debole e rispettoso delle realtà economiche che lo usano ( cambio
con il dollaro a 0.90-1.10 ) ? Nazionalizzerà eventuali banche in difficoltà ?
Colpirà le cosiddette speculazioni finanziarie ?
E’ curioso vedere un opinione pubblica che ha paura solo
della tassa sui ricchi di Hollande ; ha proposto che su oltre un milione di reddito annuo, si paghi una aliquota fiscale del 75 %; chi ha un reddito in Francia di quelle
dimensioni , non teme questo aggravio ( anche se forse esagerato ) : non gli
cambierà la vita.
Le vere incognite della presidenza Hollande restano quelle
relative al suo rapporto con la spesa pubblica e quindi alla sua politica
budgettaria ; alla sua politica europea; alla sua politica monetaria ; e alla
sua politica estera , con particolare riferimento a quella mediterranea.
Sarkozy ha perso , oltre che per la sua politica confusa (
che ha avuto anche degli aspetti positivi ) ,soprattutto per la sua persona, purtroppo per lui, poco
francese ; eletto Presidente andò a cena con amici ricchissimi al Fouquet’s , ristorante
extralusso degli Champs Elisées.
Hollande, in un palchetto di Tulle, cittadina della Correze, ove ha incarichi elettivi da più di venti anni,
ha fatto suonare la “vie en rose” da un accordeon ( fisarmonica) e da
un’orchestrina popolare ;in piazza si è ballato fino alle ore piccole . Il
Presidente si è invece precipitato , senza mangiare, alla festa della gente
francese , soprattutto giovane, alla Bastiglia , a Parigi.
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