viaaaa!!!
giovedì 31 maggio 2012
Giovanilismo
E' istituita l' "Associazione Vecchi d'Italia " ( AVI), in difesa dei diritti e della onorabilità dei vecchi , contro l'aggressione virulenta di giovani rottamatori , dei loro compari e dei loro sponsors.
"Non abbiamo nessuna paura dei giovani al Governo. Temiamo solo che si impossessino di Enti economici e culturali, ove si maneggia denaro e sapere. Non che dubitiamo della loro probità ( salvo frequenti eccezioni ) . Ci fanno invece paura la loro ignoranza , la loro incompetenza , a volte la loro incoscienza ". ( parafrasando Luigi Einaudi )
Progetti di legge 1
Il qualunquismo è l’anticamera del fascismo. Quindi :
art. unico: “ Tutti devono votare ; chi non vota sarà fustigato fisicamente e moralmente; e in galeraaa!”
martedì 29 maggio 2012
INGV ?
Terremoto in Emilia : c’è da fidarsi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, INGV ? Delle sue carte ? Delle sue previsioni ? Delle inutili comparsate televisive dei suoi banali geologi ? A occhio, no !
Operaismo presidenziale
Napolitano,
“Tristissimo muoiono
operai”
venerdì 25 maggio 2012
Vedi Grillo e... toccati !
Leggete bene. Nel 2018 il mondo sarà diviso in due blocchi: a Ovest con internet e a Est con una dittatura orwelliana. Nel 2020 ci sarà la terza guerra mondiale (durerà vent'anni) che spazzerà via San Pietro e Notre Dame e altri simboli. Si useranno armi batteriologiche e il clima sarà stravolto e il mare si alzerà di 12 metri. La popolazione si ridurrà a un miliardo e finirà il petrolio. Nel 2040 trionferà la rete democratica (internet) e nel 2043 gli ambientalisti divideranno il pianeta in migliaia di comunità governate dalla rete. Nel 2047 ciascuno avrà la sua identità elettronica in un network sociale (forse creato da google: Earthlink, dove se non ci sei non esisti) e i passaporti saranno aboliti. Nel 2050 un brain trust collettivo risolverà ogni problema mentre nel 2054 ci saranno le prime elezioni mondiali in rete, dopodiché spariranno religioni, partiti e governi nazionali. Ora: sappiate, prima di chiamare la neuro, che questo è il futuro previsto da Gianandrea Casaleggio in un video da lui prodotto nel 2008. E' in rete. Casaleggio - un tizio che sembra Angelo Branduardi ingrassato - è il guru e il socio di Beppe Grillo che gestisce il suo blog e il suo partito in tutto e per tutto. Casaleggio è Grillo. Non abbiamo commenti da fare: vi stiamo solo dando delle informazioni.
Da Filippo Facci Libero 25 maggio 2012
mercoledì 23 maggio 2012
Eurocondizioni
Tutti, almeno in
apparenza, sembrano convertiti alla teoria del “rigore con la crescita” ;
questo viene richiesto ai Paesi della eurozona.
Cominciamo dal rigore : il concetto è chiaro : i conti
pubblici devono tornare ; si deve spendere il meno possibile e si deve anche
vendere almeno qualcosa del patrimonio che non serve alla collettività ; poi si
devono rifare i conti ; se questi continuano a non tornare , si prova a
ragionare su eventuali tasse. Ma il rigore nella spesa e la cessione di un
patrimonio non essenziale , sono i primi due strumenti da usare per coprire i
debiti . Le tasse vengono dopo. Invece si sta procedendo all’inverso ; prima le
tasse , poi quella che in termini caricaturali chiamano la “spending revew” e
infine il patrimonio da vendere ,che sembra processo più lento e complesso (
anche se non è vero ). Come fu fatto con l’euro ; si ribaltarono i termini di
procedure economiche arcinote a tutti gli addetti ai lavori ; fecero la moneta
, per fare l’integrazione economica ; e non l’inverso , come ogni logica
avrebbe voluto ; non solo: questa moneta “artificiale” fu anche ingessata (
cioè non gestita ).
Veniamo alla “crescita” ;
si cresce, se si investe e si
creano così lavoro , prodotti e consumi ; per investire bisogna avere moneta ;
ma il rigore impedisce di avere “altra” moneta ; bisognerebbe stamparla ;
stampare euro, svalutando così la moneta attuale. Quando nacque essa fu
concepita in una parità sostanziale col
dollaro ; forse sarebbe giusto tornare
attorno a quei tassi di cambio ; o quanto meno porsi il problema e avere
progetti , fare proposte. La Germania vuole una moneta più forte ; lavora e produce
in maniera diversa da gran parte delle regioni europee; e quindi la sua moneta
deve essere rappresentativa del suo sistema economico. Non ha torto a
irrigidirsi sui problemi economici e monetari , misurandoli sulla propria
realtà. Il problema è che la crescita dell’Europa parte in larga misura da
situazioni di arretratezza economica strutturale, che richiedono investimenti e
sviluppo , del tutto diversi per qualità e quantità da quelli delle aree ricche
del continente. Quindi crescita vuol dire investimenti , nazionali ed europei
che siano.
Che fare ? E’ necessario insistere affinché la BCE sia una
vera Banca dell’Unione Europea , capace di : a) emettere eurobond ,
obbligazioni europee da destinare ad investimenti infrastrutturali, ma anche
culturali e scientifici; b )garantire i prestiti destinati allo sviluppo
industriale delle aree più deboli dell’Unione ; c) gestire la moneta europea ,
in analogia con le altre monete “concorrenti” , di tutto il mondo ( tra poco ci
sarà da fronteggiare anche la potente
entrata dello yuan cinese nel mondo finanziario internazionale ). Gestire
significa fare anche azioni di svalutazione o di rivalutazione della moneta. Un
direttorio della BCE rappresentativo delle esigenze monetarie dell’Unione dovrà
avere l’autonomia e la forza per accompagnare le politiche economiche di Paesi
molto diversi , che hanno aderito
all’eurozona ( oltretutto ne stanno arrivando altri ) . Queste tre condizioni
possono mantenere in vita l’euro; e anche rafforzarlo quale moneta di scambio
internazionale. Ma a queste condizioni , bisogna aggiungere una premessa ; alla
costituzione dell’euro , non fu pensata una procedura per uscire da quella
moneta ; questo limite fu in parte corretto nel Trattato di Lisbona del
2007, su proposta tedesca ; la correzione è stata parziale e abbozzata (
procedure per uscire dall’Unione , non dall’eurozona); bisogna invece chiarire
questa procedura ; perché si sappia bene cosa significhi non solo entrare , ma
anche uscire dall’euro. Quando la Germania pose il problema si disse che essa
stava preparando l’uscita della Grecia . Qualcuno pensò che invece stava
preparando la sua uscita ; probabilmente sapendo che prima o poi qualcuno
avrebbe chiesto per l’euro le condizioni sopra ricordate ,oggi inaccettabili per la Germania, Federale unificata con la DDR , grazie anche all’aiuto dell’euro.
Ma ci sarà qualcuno in Europa capace di parlare con
chiarezza su questi problemi , essenziali per la vita dell’ euro e forse
dell’Unione stessa ?
Pubblicato da "l'Occidentale" il 23 maggio 2012
lunedì 21 maggio 2012
Il vispo Bersani
La vispa Teresa
avea tra l’erbetta
A volo sorpresa
gentil farfalletta
E tutta giuliva
stringendola viva
gridava distesa:
"L’ho presa! L’ho presa!".
A lei supplicando
l’afflitta gridò:
"Vivendo, volando
che male ti fò?
Tu sì mi fai male
stringendomi l’ale!
Deh, lasciami! Anch’io
son figlia di Dio!".
Teresa pentita
allenta le dita:
"Va', torna all'erbetta,
gentil farfalletta".
Confusa, pentita,
Teresa arrossì,
dischiuse le dita
e quella fuggì.
Il vispo Bersani fu sicuramente primo al corso del PCI delle Frattocchie ; lì si insegnava che un comunista non perde mai ; mai, neanche davanti alle evidenze ; anzi deve mostrare sempre gioia e soddisfazione ; davanti ai qualunquismi e alle mafie dilaganti , lui ha vinto ; ed è contento ; e stringe la farfalla tra le sue mani...
domenica 20 maggio 2012
Hollande tuttofare
“Rassembler” , riunire i francesi , aveva predicato Hollande
prima e dopo la sua elezione a Presidente. “Ressembler” un corno ! Ha fatto un
governo unicamente di socialisti, di partito, e di “suoi cari”( con tre eccezioni ; su 34 ministri , una è verde e due
radicali ); tutti assieme non rappresentano più del 25 % dei francesi , un
francese su quattro ; pochino , per voler unire tutti francesi sotto il nuovo
re repubblicano François Hollande. Poi aveva promesso parità tra uomini e donne
; si, è vero, 17 ministri sono donne ,
ma con portafogli di secondo ordine, come averle fatte entrare in casa e messe
in cucina ( ad eccezione della Ministra della Giustizia ).
Quindi è già cominciato il borbottio contro Hollande . Ha
diminuito del 30% le indennità dei Ministri , ma ne ha aumentato il numero del
70% ( da 20 del Governo precedente a 34 dell’attuale ), con tutte le spese
collaterali che accompagnano la vita di un ministro. Ha fatto la scena del
cambio da un Presidente Sarkò, bling bling , a quello di uomo di Stato, forte e
ligio ai doveri di servizio alla Francia , fino a farsi annacquare come un
pulcino da un temporale che lo ha colto in giacca e cravatta nella sfilata
ufficiale agli Champs Elisées in auto scoperta , in piedi come un soldato ,
ovviamente senza impermeabile , né protezione alcuna ; nudo e forte per senso
dello Stato ! Mah !
Già si disse nell’Occidentale che le elezioni presidenziali
e quelle legislative del 10 e 17 giugno erano legate più di quanto non si
pensasse. Ecco, questo legame ora si sta evidenziando . Hollande ha fatto un
largo governo di socialisti di partito ( e mancano ancora i Segretari e
Sotto-segretari di Stato ) soprattutto in vista delle elezioni legislative; il
suo obiettivo è quello di passare da 197 seggi attuali a 288, su 577 deputati
da eleggere, con sistema maggioritario ( i due candidati più votati al primo
turno vanno al ballottaggio ). E così ha utilizzato il Governo , come
“strumento” elettorale . E’ venuto fuori quello che un po’ tutti temevano ;
l’astuto uomo di partito che ha
prevalso sulle apparenze dell’uomo di stato. Il Primo Ministro, suo compagno
fidato , ha detto subito che i ministri candidati e non eletti dovranno
dimettersi dal Governo ; di 34 ministri , 5 soli sono in collegi tranquilli ;
gli altri 24, che si sono candidati,
rischiano tutti il posto.
E’ peraltro comprensibile che Hollande cerchi una sua
maggioranza più forte possibile in Assemblea Nazionale , per evitare o ricatti
parlamentari o addirittura una coabitazione con un Governo politicamente diverso
dal suo progetto. A complicare le cose ci sono le richieste dei suoi alleati :
il Partito Comunista Francese , usata l’immagine allegra e istrionica dell’ex
socialista Melenchon, è tornato quello di prima ( non invita neppure il povero
Melenchon alle riunioni sulle legislative ) ; aveva 19 deputati ( su 20 del
Fronte della Sinistra ) e ne chiede 30 ; i verdi e i radicali di sinistra ne
chiedono 15 ciascuno ( minimo per fare il gruppo parlamentare ) ; qualche
deputato lo chiede anche Chevenement , ritiratosi dalla corsa presidenziale e
già deluso e borbottante. Gli accordi pre-elettorali ,che dovevano essere
chiusi prima del 18 scorso , sono falliti ; i comunisti li volevano fare su 29
circoscrizioni e i socialisti su almeno 50. Tra 50 e 70 circoscrizioni c’è il
pericolo, per la sinistra divisa, di non arrivare al secondo turno di
ballottaggio, data la forza del Fronte Nazionale di Marine Le Pen. In
conclusione la situazione elettorale è delicata e Hollande spera di risolverla
anche con l’uso dei posti di Governo ; e tutto ciò non pare elegante,
soprattutto per chi si era impegnato ad essere uomo di Stato e non di parte (
per essere uomo di Stato non basta la sfida, semi-umoristica, alla pioggia per
deporre una corona al milite ignoto ) . In realtà la Sinistra francese spera di
vedere la politica dopo le elezioni legislative ; e anche la Destra del dopo
Sarkozy è impegnata sullo stesso obiettivo, con l’importante nodo da sciogliere
relativo al Fronte Nazionale , che in realtà in alcuni collegi sembra più forte
dell’UMP , partito della destra presidenziale.
Per il momento , Hollande, ancora zuppo come un pulcino dopo
la sfilata agli Champs Elisées, è volato dalla Merkel , colpito anche da un
fulmine in aria. Aveva fatto minacce in campagna elettorale ; Merkozy ( gli
accordi di acciaio tra Germania e Francia) sarebbe finito ; l’incontro si è
invece concluso con grandi strette di mano e un nuovo accordo : in Europa la Germania consentirà che al rigore sia
affiancato lo sviluppo ( Dio solo sa cosa voglia dire questo paradigma
rigore-sviluppo ! ) . Tutti i drammatici
problemi dell’eurozona restano aperti e non si riesce a capire quale sia
la posizione di Hollande in materia. Anche perché il Presidente è volato subito
in America , da Obama , che, tra l’altro , gli ha proposto tra una pacca sulla
spalla e un’altra , un cheesburger di Chicago, onde rompergli il suo “demi-
phisique du role” , conquistato in cinque anni di duro lavoro. Hollande ha
stabilito un’intesa con Obama sul “vogliamoci bene” e sul ritiro dei francesi
dall’Afghanistan a dicembre 2012 , invece che a giugno 2013 ( obiettivo
travolgente per la vita dei francesi !) Alla riunione del G8 a Camp David , tra
i tapis roulant di Obama e Cameron e i salottini , con camicie , camicette e
golfini della Merkel e di Monti,
Hollande è stato accettato nel club ( d’altra parte la domanda non poteva
essere rifiutata ). Hanno ripetuto le stesse cose , ma sull’ eurozona ci sono
stati movimenti ; Hollande e Monti ( sostenuti sembra da Obama ) hanno
predicato lo “sviluppo”; la Merkel e Cameron il rigore dei conti. Nel frattempo
il sistema finanziario internazionale ha continuato a menare randellate a più
non posso, per accumulare ricchezze monetarie e ignorare le ricchezze
produttive; nonostante il “club” di Camp David e il neofita Hollande , che
aveva dichiarato in campagna elettorale “il mio avversario non è il signor
Sarkozy , ma la signora Finanza!”
Il rimpianto per i De Gaulle , i Churchill, gli Adenauer, i
De Gasperi, gli Shumann o i Roosvelt è grande ; ce ne dovremo fare una ragione.
Pubblicato da "l'Occidentale" il 21 maggio 2012
Pubblicato da "l'Occidentale" il 21 maggio 2012
venerdì 18 maggio 2012
Krugman docet
Non tutto e' perduto, ecco cosa bisogna fare
di: WSI Pubblicato il 18 maggio 2012| Ora 10:08
"L'euro puo' ancora essere
salvato", secondo il premio Nobel. Ma va svalutato. I leader delle
maggiori potenze d'Europa devono intervenire ora. Bce e Germania si rassegnino
a diversi anni di inflazione al 3-4% e oltre.
New York - La spaccatura dell'euro, quel grande esperimento
pieno di difetti che e' l'area della moneta unica, non e' piu' un evento cosi'
lontano e non fa piu' parte solo delle fantasticazioni di qualche economista
pessimista.
Le cose potrebbero degenerare in fretta, nel giro di mesi, non anni. La Grecia potrebbe tornare alla dracma gia' alla fine di quest'anno. E i costi, economici e politici, saranno enormi.
Non tutto e' perduto, tuttavia, secondo il premio Nobel Paul Krugman. "L'euro (o almeno gran parte di esso) puo' ancora essere salvato. Ma i leader delle maggiori potenze d'Europa devono intervenire ora". In particolare la Germania e la Bce devono cambiare la strategia di questi ultimi anni. "Devono smettere di fare la morale e agire. Devono smetterla di temporeggiare e anticipare i tempi".
La Florida e la Spagna hanno avuto gli stessi problemi con la bolla immobiliare, ma quando la bolla e' esplosa nello stato meridionale degli Stati Uniti gli anziani potevano ancora contare sulle loro pensioni e assicurazioni mediche. A Madrid no. In questo modo la bolla del real estate si e' trasformata anche in una grande ingestibile crisi fiscale.
La risposta dell'Europa e' stata l'austerita', nel disperato tentativo di calmare i mercati. Tuttavia, come peraltro sottolineavano tutti gli economisti in coro, i tagli non fanno che aggravare la depressione nelle economie in difficolta' e portare a un'instabilita' politica.
"E ora arriva il momento della verita'" - dice Krugman sul suo ultimo editoriale pubblicato sul New York Times. Il punto chiave riguarda la Grecia, che sta vivendo una corsa agli sportelli della gente che ormai da' per scontata un'uscita del paese dall'Eurozona.
E' qui che deve entrare in scena la Bce. Per ora Francoforte non fa altro che finanziare questo fenomeno, prestando alla Grecia gli euro necessari. Quando la Bce decidera' che non puo' piu' offrire liquidita' alla Grecia, allora Atene sara' costretta ad abbandonare l'euro e tornare a stampare dracma.
Si creerebbe un precedente, la comunita' finanziaria scoprirebbe che l'euro e' reversibile e avremo una corsa agli sportelli anche in Spagna e Italia. Ancora una volta Draghi dovra' decidere se offrire finanziamenti a mano libera o se invece dire di no. In quel caso tutta l'area euro esplodera'.
Ma i prestiti non sono tutto. A Italia e soprattutto Spagna va data speranza - un contesto economico nel quale abbiano prospettive ragionevoli di emergere dall'austerita' e dalla recessione.
L'unico modo realistico per offrire una cosa del genere, la banca centrale dovra' "svalutare la moneta unica", rinunciando all'ossessione con la stabilita' dei prezzi e accettare invece di trascorrere diversi anni con un tasso di inflazione del 3-4% (e anche di piu' in Germania).
E' l'unico modo plausibile per salvare l'euro. Di mezze misure i paesi periferici non se ne fanno piu' nulla. E' ora di cogliere la palla al balzo, prima che sia troppo tardi e la sconfitta economica e - ancora piu' grave - politica scateni rivolte sociali, offrendo l'Europa in pasto alle fazioni estremiste.
Tutto il mondo sta a guardare, per sapere se Bce e Germania ne saranno capaci. E Monti, il terzo incomodo che ha piu' esperienza di Merkel e Hollande, potrebbe fare da ponte diplomatico per mettere d'accordo la Germania, con le sue politiche di rigore, e la Francia, che vuole puntare su spese pubbliche e crescita.
Le cose potrebbero degenerare in fretta, nel giro di mesi, non anni. La Grecia potrebbe tornare alla dracma gia' alla fine di quest'anno. E i costi, economici e politici, saranno enormi.
Non tutto e' perduto, tuttavia, secondo il premio Nobel Paul Krugman. "L'euro (o almeno gran parte di esso) puo' ancora essere salvato. Ma i leader delle maggiori potenze d'Europa devono intervenire ora". In particolare la Germania e la Bce devono cambiare la strategia di questi ultimi anni. "Devono smettere di fare la morale e agire. Devono smetterla di temporeggiare e anticipare i tempi".
La Florida e la Spagna hanno avuto gli stessi problemi con la bolla immobiliare, ma quando la bolla e' esplosa nello stato meridionale degli Stati Uniti gli anziani potevano ancora contare sulle loro pensioni e assicurazioni mediche. A Madrid no. In questo modo la bolla del real estate si e' trasformata anche in una grande ingestibile crisi fiscale.
La risposta dell'Europa e' stata l'austerita', nel disperato tentativo di calmare i mercati. Tuttavia, come peraltro sottolineavano tutti gli economisti in coro, i tagli non fanno che aggravare la depressione nelle economie in difficolta' e portare a un'instabilita' politica.
"E ora arriva il momento della verita'" - dice Krugman sul suo ultimo editoriale pubblicato sul New York Times. Il punto chiave riguarda la Grecia, che sta vivendo una corsa agli sportelli della gente che ormai da' per scontata un'uscita del paese dall'Eurozona.
E' qui che deve entrare in scena la Bce. Per ora Francoforte non fa altro che finanziare questo fenomeno, prestando alla Grecia gli euro necessari. Quando la Bce decidera' che non puo' piu' offrire liquidita' alla Grecia, allora Atene sara' costretta ad abbandonare l'euro e tornare a stampare dracma.
Si creerebbe un precedente, la comunita' finanziaria scoprirebbe che l'euro e' reversibile e avremo una corsa agli sportelli anche in Spagna e Italia. Ancora una volta Draghi dovra' decidere se offrire finanziamenti a mano libera o se invece dire di no. In quel caso tutta l'area euro esplodera'.
Ma i prestiti non sono tutto. A Italia e soprattutto Spagna va data speranza - un contesto economico nel quale abbiano prospettive ragionevoli di emergere dall'austerita' e dalla recessione.
L'unico modo realistico per offrire una cosa del genere, la banca centrale dovra' "svalutare la moneta unica", rinunciando all'ossessione con la stabilita' dei prezzi e accettare invece di trascorrere diversi anni con un tasso di inflazione del 3-4% (e anche di piu' in Germania).
E' l'unico modo plausibile per salvare l'euro. Di mezze misure i paesi periferici non se ne fanno piu' nulla. E' ora di cogliere la palla al balzo, prima che sia troppo tardi e la sconfitta economica e - ancora piu' grave - politica scateni rivolte sociali, offrendo l'Europa in pasto alle fazioni estremiste.
Tutto il mondo sta a guardare, per sapere se Bce e Germania ne saranno capaci. E Monti, il terzo incomodo che ha piu' esperienza di Merkel e Hollande, potrebbe fare da ponte diplomatico per mettere d'accordo la Germania, con le sue politiche di rigore, e la Francia, che vuole puntare su spese pubbliche e crescita.
Euro ? Un indovino !
Questo scrisse il nonno nel 2000 : un indovino !
L’Euro non ce la
fa. Era prevedibile. Alcuni, per la verità pochissimi, espressero
forti riserve sul modo con cui fu concepito. Non c’era alcun
segnale significativo di integrazione economica europea e la moneta
unica nasceva come strumento per forzare gli atti politici ed
economici di integrazione. Non pareva una soluzione ragionevole. Chi
aveva il potere di decidere le tappe dell’Unione era lo stesso che
decideva di usare la moneta per convincere sé stesso a fare questa
Unione. Si racconta che un vecchio Ministro degli Interni francese,
Marcellin, fosse uso a scrivere delle lettere indirizzate al Sindaco
di Rennes, che era lui stesso : con grande gioia si rispondeva. Il
gioco riguardava lui. Il gioco dell’Euro riguarda qualche centinaio
di milioni di persone per lo più di Paesi industrializzati e con
grandi tradizioni economiche e storiche.
Resta il
dubbio sul perché fu presa quella decisione. Errore in buona fede ?
Superficialità ? Fanatismo europeista ? Interessi di potere ?
La
verità è che oggi l’Euro è più una unità di conto che una
moneta: più simile all’Ecu che alla Lira o al Marco. Quindi non
piace come bene di investimento e perde valore nei mercati
finanziari. La questione ora è : ce la farà l’Euro a diventare a
breve moneta circolante nello spazio dell’Unione? In effetti i
popoli della vecchia Europa, se oggi consultati in proposito, forse
respingerebbero l’Euro e chiederebbero di mantenere le proprie
monete nazionali. In questa situazione c’è chi pensa e lavora ad
un rapido allargamento dell’area Euro a nuovi Paesi . Sarebbe come
dire che , avendo 38 di febbre, per guarire , bisogna correre la
maratona ! Certo tutto si può fare : e l’incoscienza può anche
essere divertente, quando riguarda una persona. Quando invece diventa
un sistema di governo dei popoli diventa pericolosa come tutte le
altre incoscienze storiche, che la stessa Europa ha pianto e a difesa
dalle quali il progetto dell’Unione europea era nato.
I
sintomi della irresponsabilità ( analoga all’incoscienza ) ci sono
tutti. Il governo della moneta è stato affidato ad un gruppo di
sedicenti tecnocrati che non rispondono a nessuno: un ministro
italiano si permise di esprimere dubbi e riserve sul direttorio Euro
e fu immediatamente messo a tacere come un povero ignorante, parente
scemo della congrega. Le politiche economiche dei Paesi membri
tendono ad andare ognuna per conto proprio, Euro permettendo : e così
quelle fiscali e quelle sociali. Come può uno smoking stare addosso
ad Arlecchino ?
In
termini concreti e stando ai fatti, poiché le opinioni piacciono
sempre meno a chi ci governa,la lira in quaranta anni si è svalutata
rispetto al dollaro di circa quattro volte: per una volta ,solo
negli ultimi due anni di Euro. Ma c’è chi sembra contento. La Rai
ha consultato qualche esperto di problemi monetari. La signora Padoa
Schioppa ( si chiama forse casualmente come il membro italiano del
Direttorio Euro) si è detta fiduciosa nella ripresa dell’ Euro ; e
poi le esportazioni ne trarranno vantaggio: non ha invece citato i
“fondamentali” dell’economia europea, che tutti i professori di
moda amano richiamare ,con un certo compiacimento dottrinale, senza
forse rendersi conto che i “fondamentali “ per la gente sono ben
altre cose. Il direttore dell’ICE ha detto che tutto va bene,
nonostante il buco della bilancia commerciale: le esportazioni tirano
;delle importazioni non si parla : non sono di moda. Gli esperti
dubbiosi sull’operazione Euro tendono ad essere evitati, come
quelli che sbagliano; opinioni diverse piacciono sempre meno.
Ecco
quello che deve preoccupare è proprio l’incoscienza della gestione
politica e istituzionale di questo periodo di storia dell’Europa e
dell’Italia. Si fanno sciocchezze; si fanno pagare a milioni di
persone. Il nostro potere di acquisto nell’area del dollaro o dello
yen ha perso in 600 giorni quasi il 40% del suo valore. Nessuno ne
vuol rispondere.Si tende a “criminalizzare” chi la pensa
diversamente. Si evita quindi anche il confronto, nel timore che i
fatti dimostrino gli errori e forse scoprano altarini, che è bene
tenere riservati. Già perché sarebbe utile capire cosa si nasconde
dietro questa apparentemente stupida e drammatica vicenda dell’
Euro.
29 ottobre 2000
giovedì 17 maggio 2012
I santini della Margherita
Lusi dice
di essere stato il bancomat della Margherita , partito politico… di massa a cui
sono stati dati dallo Stato più di 400 miliardi di lire ( lire per poter fare
paragoni con la vituperata prima repubblica ; almeno quindici lire, oltretutto,
sono mie ) ; dice di aver dato soldi a Rutelli , Bianco e Renzi ; tutti lo
quereleranno ; staremo a vedere se il bancomat è stato fatto con ricevuta o
senza. In ogni modo tutti questi “santini” potrebbero fare un passo indietro (
ma il bello, il brutto e il foruncolo , possono farlo oppure no ? E se lo
facessero , dove andrebbero ?) .
sabato 12 maggio 2012
Renzi lo strillino
Matteo Renzi è sindaco di Firenze ; e ben gli sta : ai
fiorentini !
Fin da piccolo ha studiato per il potere ; non ha mai
lavorato ( salvo una strana parentesi iniziale in una cooperativa di
distribuzione giornali , pubbliche relazioni e strillonaggio; così pare ). E’
stato sempre dietro a buttar giù quelli che gli stavano davanti e tenersi buoni
quelli che gli stavano dietro. Ne ha poi fatto una questione anagrafica ;
davanti gli stava e gli sta gente più vecchia di lui ? E allora via alla
rottamazione dei vecchi. Se fosse in Parlamento avrebbe già proposto una legge
per eliminare, smontare , svitare, tritare tutti i vecchi del Paese ; via ! Ci
costate cari, non servite a niente , avete idee vecchie , via, fuori , tutti
giù per terra o sotto terra.
L’AVI ( Associazione Vecchi d’Italia ) non l’ha
presa bene e spera che il Renzi torni a fare lo strillone o lo strillino ,
tenuto conto dell’età ; ma anche gli strilloni hanno paura a stargli davanti ;
a ottanta anni butterà giù quelli che ne hanno novanta , perché vecchi ;
dovunque sia e qualunque cosa faccia.
giovedì 10 maggio 2012
Ubs e guerra civile
E se a uscire dall'euro fossimo noi, cosa ci toccherebbe? … Secondo il report Ubs, la nuova lira partirebbe svalutata del 50% rispetto al cambio attuale. Così per fare un euro ci vorrebbero circa 3.000 lire. Poco meno per comprare un dollaro. Gli effetti del deprezzamento delle nostre merci che renderebbero convenientissimo il Made in Italy su tutti principali mercati europei verrebbero però azzerati da dazi doganali di almeno il 50% che i Paesi del Nord Europa imporrebbero quasi certamente da subito. In compenso ci troveremmo a pagare carissimo il petrolio che importiamo (tutto) e questo scatenerebbe un'inflazione a due cifre. Sicuramente superiore al 10%.Diventerebbe insostenibile per le nostre finanze anche il peso dei titoli del debito pubblico emessi in euro , destinati a rimanere in circolazione. Senza contare gli interessi, pure questi non inferiori al 10%. Vale la pena di notare che i tre analisti di Ubs non escludono l'insorgere di violenti disordini sociali che potrebbero portare addirittura a alla guerra civile.
Ecco finalmente l’uscita degli “esperti finanziari “ che sull’euro da tempo speculano , da Londra , nel regno della sterlina. Ecco spuntare il terrorismo economico , come arma da combattimento nella loro “terza guerra mondiale”. Se fossero così gentili da dimostrare le loro tesi , tutti i passaggi del loro ragionamento, a cominciare da quello curioso dei sicuri dazi su tutte le merci “non euro” nei Paesi “euro”, per finire a quello delle probabili guerre civili. La nuova grande forza politica sovranazionale : la Ubs, ufficio di Londra !!!
Grillo nella moneta
(ANSA) - ROMA, 10 MAG - L'Italia deve prendere in
considerazione l'ipotesi "di uscire dall'euro, il tema non può essere più
un tabù". Lo ha detto Beppe Grillo in una intervista all'agenzia
Bloomberg. "Il debito pubblico sale, la spesa pubblica è fuori controllo,
le aziende falliscono, i costi del lavoro aumentano, gli stipendi calano e noi
non abbiamo nemmeno più la possibilità di contrattare sul nostro debito",
ha detto sottolineando quindi che "l'euro è un cappio al collo che si
restringe di giorno in giorno".
Farselo dire dall’ex comico Grillo, è tanta roba.
Questo è il livello della cosiddetta seconda repubblica . Qualcuno, per favore,
vuol fare i conti di cosa potrebbe significare l’uscita dall’Euro ? E’ vero che
è impossibile ? Quali sono le condizioni finanziarie per una rinegoziazione
della presenza italiana o francese o spagnola nell’area euro ? Quali sono le
stesse condizioni per l’uscita dall’euro della Germania, che si sta
trasformando in un… quarto reich
economico ? Chiediamo tutto a Grillo ? O
alle meravigliose Ruby e Rosi , adorate
galline ovaiole, che sono financo riuscite a ridere di questa Italia.
lunedì 7 maggio 2012
Sarkozy ha perso
Sarkò ! “Degage”! ( Levati di torno ) . Ecco questo è il
risultato delle elezioni francesi.
Dai sondaggi il 55% dei voti presi da Hollande non sono per
lui, ; sono contro Sarkozy. E’ evidente che nei ballottaggi tra due candidati ,
è facile non essere rappresentati da nessuno dei due ; ma votarne uno, solo per
dire no all’altro , è più complicato. In poche parole nelle elezioni francesi
non è tanto che ha vinto Hollande ; ha perso Sarkozy.
La Francia anche questa volta, al primo turno presidenziale,
ha votato centro- destra , per quasi il 60 %; poi, restando Sarkò al
ballottaggio , non è andata a votare ( 19,7%
,+ 3,7% rispetto alle precedenti presidenziali ), ha votato scheda
bianca (5 %, secondo le indicazioni di
Marine Le Pen, Front National) o ha votato per Hollande ( 30% dei centristi e
14 % dei “nazionalisti” della Le Pen).
Ora si sposta tutto sulle “legislative” di giugno. Anche in
questo caso la sinistra sembra
favorita. Localmente gli “amministratori” di sinistra in genere sono più
considerati degli altri , che oltretutto in genere tendono a frantumarsi. Ma
bisogna tener conto di una serie di variabili . Il Fronte Nazionale, oggi non
rappresentato in Assemblea, con il suo 18 % di voti potrebbe diventare
determinante in molti collegi ; quindi
le altre “destre” dovrebbero concordare con il movimento “bleu marine”,
eventuali deputati. Ma se questo avverrà, perderanno i voti dei“centristi”, che
sono dichiaratamente contro il Fronte Nazionale. I “centristi” forse hanno già
contrattato alcuni collegi , con la sinistra o con la destra. Lo stesso avranno
fatto i socialisti con il “fronte della sinistra” e i verdi . E tutto ciò
,ovviamente, dovrebbe essere avvenuto durante la campagna presidenziale ,
nonostante le drastiche smentite degli interessati.Si potrebbe continuare a
lungo su questi traffici elettorali ; una cosa è certa : il sistema elettorale
francese è malato e deve essere curato ; ma anche in questo caso , come in
Italia, non sembra che ci sia accordo sulla cura da fare.
Dunque Hollande il 15 maggio porterà le sue cose all’Eliseo.
Per cominciare è iniziato il toto-ministri. Ogni previsione può essere
azzardata, tenuto conto del Presidente “normale”, come si autodefinisce
Hollande ; è un normale manovratore di partito, abituato alle mediazioni delle
mediazioni; all’analisi delle capacità e del potere , attribuibili ad ognuno; i
posti in gioco sono tanti ; ma tante sono anche le ambizioni ; e tanti gli accordi con gli “altri”, che hanno
permesso ad Hollande di essere Presidente. La dietrologia sui nomi quindi oggi
può essere solo un gioco da salotto. Solo un fatto deve essere sottolineato .
Hollande disse in campagna elettorale che il capo del Governo non deve essere
un “collaboratore” del Presidente ( come invece amava dire Sarkò ); egli dovrà
dirigere veramente il Governo , essere un Primo Ministro vero ; e quindi quel
posto sarà “strategico”.
Non bisogna altresì dimenticare l’impegno preso dal candidato Presidente di avere un Governo
fatto almeno per metà da donne.
Sul programma di Hollande si è detto molto a proposito e
forse anche a sproposito. Il
personaggio viene da una gioventù paracomunista e da una crescita socialista ,
trasformata ormai da tempo in socialdemocratica; come tutti i socialdemocratici
europei , anche lui sarà pragmatico e condizionato da regole e vincoli
comunitari. Con una differenza rispetto agli altri ; che la Francia è Nazione ,
con caratteristiche economico-sociali , che danno al potere pubblico un grande
margine di intervento. Lo “statalismo” francese è insito nella Nazione ,
condiviso da tutti, dalla destra alla sinistra. Il sistema liberale alla
tedesca o alla americana , per esempio, in Francia è inconcepibile.
L’elettricità , il petrolio o il gas o l’industria nucleare o quella avionica,
per non parlare di tutti i servizi ,
sono settori pubblici con la bandiera
nazionale ; quindi il nuovo Presidente socialista non farà che mantenerli.
Resta invece aperto il problema del suo rapporto con il mondo finanziario ;
all’inizio della campagna dichiarò che il suo avversario non era Sarkozy , ma
la signora Finanza. E’ ancora così ? Come la metterà con l’euro ? Continuerà
nella politica dell’euro forte ( cambio con il dollaro a 1,30-1,60 ) o spingerà
per un euro più debole e rispettoso delle realtà economiche che lo usano ( cambio
con il dollaro a 0.90-1.10 ) ? Nazionalizzerà eventuali banche in difficoltà ?
Colpirà le cosiddette speculazioni finanziarie ?
E’ curioso vedere un opinione pubblica che ha paura solo
della tassa sui ricchi di Hollande ; ha proposto che su oltre un milione di reddito annuo, si paghi una aliquota fiscale del 75 %; chi ha un reddito in Francia di quelle
dimensioni , non teme questo aggravio ( anche se forse esagerato ) : non gli
cambierà la vita.
Le vere incognite della presidenza Hollande restano quelle
relative al suo rapporto con la spesa pubblica e quindi alla sua politica
budgettaria ; alla sua politica europea; alla sua politica monetaria ; e alla
sua politica estera , con particolare riferimento a quella mediterranea.
Sarkozy ha perso , oltre che per la sua politica confusa (
che ha avuto anche degli aspetti positivi ) ,soprattutto per la sua persona, purtroppo per lui, poco
francese ; eletto Presidente andò a cena con amici ricchissimi al Fouquet’s , ristorante
extralusso degli Champs Elisées.
Hollande, in un palchetto di Tulle, cittadina della Correze, ove ha incarichi elettivi da più di venti anni,
ha fatto suonare la “vie en rose” da un accordeon ( fisarmonica) e da
un’orchestrina popolare ;in piazza si è ballato fino alle ore piccole . Il
Presidente si è invece precipitato , senza mangiare, alla festa della gente
francese , soprattutto giovane, alla Bastiglia , a Parigi.
Trota il clandestino
"Ma il figlio di Umberto Bossi ha studiato da clandestino in Albania? A noi in Italia ci fanno sputare sangue per avere il permesso di soggiorno per motivi di studio". Dicono molto giustamente gli albanesi.
Gli albanesi contro il Trota: Non meriti la nostra laureaBeh, quelli del Trota fecero il colpo di stato nel 1993; bella gente questi barbari...traffichini. W gli albanesi !
domenica 6 maggio 2012
Lamento monetario
L’ Euro è una bomba a grappolo ; il cuore è nella finanza internazionale , che ci sta speculando su. Sta disintegrando l’ Europa a pezzi e rovinando milioni di suoi cittadini. La bomba è portata dalla eurocrazia che detta legge sui governi dei popoli. E’ purtroppo iniziata la terza guerra mondiale ; essa è fatta molto con le monete ( oltre che con le armi in qua e là per il mondo) . La tragedia è che si soffre in silenzio ; peggio : siamo talmente masochisti che ,per stare in linea con la cultura dominante , si dice ( e si spera ) che senza quella bomba saremmo tutti rovinati . Per paradosso allora dovremmo dire che abbiamo imboccato una via senza ritorno . Siamo prigionieri dentro ad un villaggio globale europeo , in cui la moneta ha comandato e comanda ; i soldi hanno prodotto soldi e la povertà, povertà ; senza alternativa alcuna. E la spirale di degrado non si ferma ; e dal villaggio non si può uscire .Il tutto , in nome di una libertà , che si restringe sempre più. Ohi, ohi, ohi !
giovedì 3 maggio 2012
Sarkò vs Hollande
Sembra che il trasloco sia già stato prenotato ; dall’Eliseo
il 7 mattina partiranno due tir ; uno con le cose di Sarkozy ; l’altro con
quelle di Carlà .
Nel ring televisivo, infatti Sarkò , detto l’animale dello
schermo, ha perso ai punti contro lo sfidante Hollande , detto pesce dalla
pinna facile. In Francia gli osservatori danno la parità tra i due ; ma non è
così.
Hollande ha avuto il riconoscimento di uomo di Stato ; lo ha
ammesso anche la leader del Fronte Nazionale, Marine Le Pen. E questo fatto dell’immagine
era un punto debole del socialista ;egli
appariva come un navigatore di partito; un mediatore ; un figlio di
altri ( per esempio di Mitterand, di Delors o di Jospin ) , con poca autonomia
di pensiero; un “compagno” godereccio , dalla battuta allegra e fulminante. In
tv invece ha fatto la sua figura di uomo rigido , dallo sguardo penetrante e
dalle convinzioni determinate, con solida preparazione , conclusasi con il
prestigioso corso Diderot dell’ENA nel 1980. Davanti, il rivale Sarkozy , “candidato
uscente”, come lo ha definito Hollande , si è agitato molto, saltellando e
martellando l’aria con pugni spesso roteati a dismisura ( per esempio dando
continuamente del bugiardo al suo interlocutore , che, guardandolo fisso , si
chiedeva a voce alta se per caso questo del “bugiardo”non fosse un complesso
personale del “candidato uscente” ). In effetti Sarkozy , con tic nervosi
ripetuti e a volte frenetici, appariva come un avvocato di provincia , al quale
è stato affidato il compito di difendere le idee e i progetti di una vecchia e
solida Francia liberal-democratica.Cioè un compito sproporzionato per
l’avvocato Nicolas Sarkozy , nonostante la sua decennale esperienza politica .
Nel 2007 vinse le elezioni contro la compagna di Hollande , Segolène Royal ;
non fu troppo difficile , perché obiettivamente la signora non mostrò la
statura di capo di Stato. Ora a vendicarla è venuto l’ex consorte, che ha fatto
vedere ai 18 milioni di francesi, incollati a bordo ring, che il personaggio
Presidente Sarkò è molto più fragile di quello che vuole apparire.
Nei contenuti il confronto è stato banale. I due hanno
ripetuto i punti dei rispettivi programmi ; Hollande , impegnato per il
“cambiamento “: con un progetto sociale molto difficile , se non impossibile ;
con un attacco alle attuali regole europee; con un progetto fiscale anti-ricchi
; con proposte per la “crescita”, liturgia di moda senza grandi contenuti ; con
una politica estera di francocentrismo
“patriottico”; con aperture nei confronti del multiculturalismo nazionale.
Sarkozy, arroccato sulla difesa di tutto il suo operato ; e quindi sulla
proposta della continuazione di un lavoro ben fatto ; del mantenimento degli
impegni presi in sede internazionale ; sul controllo delle frontiere , a
cominciare da quelle europee ( revisione del trattato di Shengen ); su una
tolleranza assai limitata di culture e religioni “straniere” ( magrebine in
particolare). I due hanno strizzato l’occhiolino agli elettori degli altri “partiti”, non arrivati al
ballottaggio: ma non si sono sbracciati più di tanto.
Lo scontro quindi è stato più “tecnico” ( d’altronde forse
non poteva essere altrimenti ). Si è guardato soprattutto alla forma , più che
alla sostanza ; anche alla forma delle critiche e delle proposte . Hollande è
stato estratto per iniziare il confronto , che quindi è stato concluso da
Sarkozy. Ma Hollande ha tratto vantaggio da questo sorteggio ; ha esposto le
proprie idee e l’altro è sistematicamente caduto nel tranello di misurarsi su
quelle e non sulle proprie; quindi il socialista ha condotto la danza per quasi
tre ore , dettandone tempi e ritmi .
Sarkò le ha fatte di tutte per sminuire la figura del suo avversario , puntando
sull’uomo, più che sulle sue idee e
proposte. E pensare che lui doveva essere più a suo agio su cifre , dati e
informazioni, essendo al Governo della Francia da più di dieci anni; ma ha
usato nervosamente le sue conoscenze
per puntare prevalentemente
sull’uomo e non sulla politica. Così il socialismo di Hollande ha schivato
quasi tutti i colpi, col fare del pesce dalla pinna facile ; il liberalismo di
Sarkozy è rimasto mistero, dietro all’animale dello schermo. E tra i due le
figure si sono capovolte ; Sarkò è sembrato lo sfidante ; e Hollande, il
Presidente .
Pubblicato da " l'Occidentale" il 4 maggio 2012
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