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sabato 7 aprile 2012
La purezza padana
Bossi non sapeva nulla . Nessuno nella Lega sapeva cosa facesse il Tesoriere onorevole Belsito dei contributi versati dallo Stato per i cosiddetti rimborsi elettorali. Nessuno sapeva nulla. Anzi ; ora in molti , scaricando l’onorevole Belsito, dicono di non averlo neppure conosciuto o conosciuto male (colui che fu Tesoriere del Partito , Sottosegretario di Stato e Vice – presidente di Fincantieri , in quota Lega )
Neanche Rutelli sapeva nulla sulle attività del suo tesoriere Lusi.
Invece il CAF , Craxi-Andreotti-Forlani , dovevano sempre sapere tutto, sui loro partiti. Craxi denunciò in Parlamento l’irregolarità del finanziamento dei partiti. Ci fu il silenzio degli altri ; e poi le monetine ; e poi il cappio , sventolato dai leghisti in Aula soprattutto contro Craxi.
Un giovane leghista incaricato di tenere i rapporti con la stampa la sera delle dimissioni di Bossi , l’onorevole europeo Salvini, si è presentato con un ritornello imparato a memoria e ripetuto ad ore diverse in salotti televisivi . Bossi , santo subito ; ci metto la solita mano sul solito fuoco ; la giustizia della Lega sarà più dura , molto più dura della giustizia statale ( che avrà voluto dire ? che loro bastonano ? ). Chi ha sbagliato dovrà pagare tutto e con gli interessi. E poi le solite frasi schiumose di rabbia e di orgoglio padano. E che tutta la colpa è sempre di Roma ladrona.
Il direttore del Giornale, Sallusti, la stessa sera disse in sostanza ; la cosa è grave ; ma è roba paesana , da gente del bar con la canotta ; sempre meno grave di chi ha intascato tangenti e ha fatto concussione o corruzione.
La questione dei traffici della Lega è infatti diversa . L’accusa dice che Belsito con i soldi dei contributi elettorali ( decine di milioni di euro ) abbia fatto di tutto ; regalie , investimenti estemporanei, vantaggi personali per i “propri cari” della Lega e così via. E cioè le tasse dei cittadini , a cominciare da quelli padani, si sono trasformate in speculazioni finanziarie a vantaggio di alcuni sconosciuti, in auto di lusso, in case, in titoli di studio comprati al mercatino , in viaggi, insomma in benessere personale di alcuni capi e dei propri allegati.
Che la cosa sia diversa dalla corruzione o delitti analoghi è vero ; ma Sallusti deve riflettere ; questa faccenda della Lega ( come quella della Margherita ) è ben più grave . Se un dirigente di partito utilizza soldi pubblici per vantaggi personali , ruba due volte ; ruba al suo partito ( i soldi degli italiani a quello erano diretti ) e ruba alla collettività . I soldi ai partiti dati dalle imprese , che ne traggono beneficio , sono un delitto mal codificato ; ma sono sempre stati considerati “investimenti per la democrazia”. Le imprese nei propri bilanci usano la formula americana del markup, per indicare la cifra da mettere nei costi di azienda per la commercializzazione dei propri prodotti. Diverso è il markup “politico” , da quello personale . Diverso è il markup aziendale , da quello fatto sulle tasse pagate dai cittadini. I vantaggi personali sempre corruzione giuridica e morale sono , tanto più se vengono dai soldi di tutti noi. A poco vale sostenere che anche nel markup aziendale poi sono sempre i cittadini a pagare il sovrapprezzo rifilato allo Stato dagli imprenditori per vendere un bene o un servizio ; in effetti quel markup potrebbe derivare anche solo da diminuzione degli utili aziendali.
Quindi Sallusti ha torto : anche moralmente sono peggiori queste corruzioni personali interne ad un partito politico, rispetto al finanziamento illecito della politica.
La Lega è come una grande famiglia , si è detto ; quindi come in una grande famiglia ci si è comportati ; c’è stata disinvoltura nella gestione dei soldi all’interno della famiglia ? Chi ha sbagliato pagherà ; ma tutto questo non c’entra nulla con la politica del movimento. Non è vero. La Lega , bagnata dalla purezza delle acque alla sorgente del Po ,è invece esattamente come gli altri partiti ; peggio ; ha correnti interne non riconosciute e non libere di esprimersi ; ha il culto della personalità nei confronti del capo e dei suoi cari, più degli altri ;sembra praticare traffici economici al pari degli altri, con interessi personali peggiori degli altri. Cioè è semplicemente uno dei Partiti italiani , con qualche difetto in più.
E la cosa più grave è che esso è nato sulla demonizzazione del pentapartito della prima repubblica , accusato di malversazioni e ruberie partitiche. Allora la questione prevalente fu il finanziamento illecito dei partiti ( di tutti i partiti e non solo di quelli messi alla gogna ). Ora invece la questione è l’uso, per interessi personali , oltreché di bottega, del denaro versato dai cittadini nelle casse dello Stato per far funzionare la democrazia.
Quando il giovane Salvini, Lega- beneficiato, dice, in un delirio leninista di adorazione del proprio capo, che Bossi è l’unico leader che si sia dimesso in seguito a inchieste giudiziarie ( in effetti Rutelli per un caso analogo non lo ha fatto ) e poi lo contrappone a Craxi , che per lui è solo scappato , non completa il discorso . Bossi si è dimesso per problemi giudiziari e morali, relativi al suo partito e ai suoi cari ; che forse , solo forse, non conosceva . Craxi andò via perché volevano arrestarlo , essendosi preso addosso tutta la responsabilità del finanziamento illecito al suo partito . Mentre tal Orsenigo , deputato leghista ( poi caduto in disgrazia) , sventolava in Aula un cappio tra l’ilarità dei suoi sgangherati padani guidati da Bossi . E Rutelli ( il padrone del Tesoriere Lusi che ha trafficato sui soldi del suo Partito “senza che lui ne sapesse nulla”), votò in Aula, assieme a Barbera ( non il motociclista ) e a Visco , per l’arresto di Craxi , che avrebbe dovuto andare a “mangiare il rancio a San Vittore”, perché “non poteva non sapere”: già “non poteva non sapere”!
Craxi volle solo morire libero : tra l'altro anche dal cappio delle new entry leghiste e dai Rutelli , girovaghi della qualunque.
Pubblicato da "l'Occidentale" il 10 aprile 2012
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