Siamo ai fuochi finali ; la Francia è illuminata da
razzi, botti , girandole , scie di stelle e fiori cadenti a spaglio, in mille colori.
Da queste botte di luci uscirà il
prossimo Presidente della Repubblica. Ma non sarà un esito banale per la Francia e per l’Europa.
Nel Paese transalpino , nonostante il sistema maggioritario
, vivono e vivacchiano molti partiti ; da destra a sinistra, per schematizzare,
il Fronte Nazionale , i monarchici, il Nuovo Centro, i radicali “semplici” di
Borloo, i cristiani democratici,la maggioranza presidenziale, i centristi di
Bayrou, i verdi, i radicali di sinistra, i socialisti , il movimento di
Chevenement, i comunisti nel Fronte della Sinistra, Lotta operaia, il Nuovo
Partito Anticapitalista e così via. Tutti questi partiti e movimenti si
presenteranno alle elezioni legislative che si terranno il 10 e 17 giugno, a
seguire le presidenziali ( 22 aprile e il 6 maggio ). Il Senato è già nelle
mani dei socialisti , con alcune alleanze , non troppo imbarazzanti né
politicamente determinanti. Ma il neo
Presidente non potrà avere contro la
Camera , cioè l’Assemblea Nazionale , che legifera.
Molto probabilmente al ballottaggio andranno il socialista
Hollande e l’ “ump” Sarkozy ; ed essi dovranno per due settimane , tra il primo
e secondo turno, trattare con gli altri , per averne benemerenze elettorali.
Cosa avranno in mano da offrire ? Ministeri con trattative di Governo e posti
da deputati ,nelle legislative.
Al Governo, con maggiore o minore peso , ci saranno alcune
esponenti dei partiti “minori”, di destra e sinistra, ad eccezione del Fronte
Nazionale e dei gruppetti extra parlamentari di sinistra ( diversi e
“rivoluzionari”). Quindi alcuni accordi , almeno programmatici, saranno palesi
; altri , di poltrone, saranno celati ( come sempre ). In questo senso Bayrou (
centro ed europeista ) e Mélenchon (
comunisti e sinistra socialista , un pò visionaria ) , potranno essere
determinanti: nel programma e nelle poltrone dei due schieramenti.
Ma il termometro degli accordi sarà più caldo e forse più
significativo, nelle trattative per i deputati.
Nel campo di Hollande ,
Mélenchon vorrà qualche ministro e qualche obiettivo , anche minore, nel
programma ; ma vorrà soprattutto deputati , la maggior parte dei quali sarà del
vecchio partito comunista. I verdi vorranno almeno un ministro ( non è escluso
che sacrifichino la giudice- fiasco Gro Eva Farseth , in Joly, loro
candidata ), ma soprattutto almeno 15
deputati. I radicali di sinistra potrebbero avere una ventina di deputati. Anche Chevenement ,
ex leader della sinistra socialista , vorrebbe cinque seggi. Poi ci sono gli
equilibri interni creati innanzitutto da Montebourg ( nuova sinistra socialista
che strizza l’occhiolino alla vecchia sinistra , quella di Mélenchon, passato
alla guida dei comunisti ) e poi da
tutte le parrocchie e parrocchiette degli elefanti e dei tenori del
vecchio PS.
Nel campo di Sarkozy
, il radicale semplice Borloo è uno dei candidati a premier con qualche
ministro e punta anche a 35 parlamentari. Il Nuovo Centro di Moreau , vuole
almeno un Ministro e la conferma di 23 deputati. Movimenti minori puntano ad
un’altra ventina di “onorevoli”, all’italiana ( per fortuna là continuano a
chiamarsi monsieur , anche dopo eletti ).
Secondo un’indagine di Le Monde su 577 deputati da eleggere
, 300 potrebbero andare alla “gauche “ e
277 al Centro-Destra.Ma, come è agevole arguire , le presidenziali tra Hollande e Sarkozy saranno fortemente condizionate dalla
frammentazione dei partiti che stanno preparando anche le elezioni legislative.
E’ vero che Hollande parte con un notevole vantaggio finale dei pronostici (
attorno al 55% delle intenzioni di voto ) ; ma è altrettanto vero che gli
indecisi tuttora sono attorno al 50% degli elettori potenziali e che sia al
centro che a sinistra , egli dovrà trattare , con gente che la pensa
diversamente , molto diversamente : con obiettivi concreti , come punti
programmatici , posti di governo e deputati nel territorio. D’altra parte se
Sarkozy, vistosi perso , aprisse a Bayrou, dandogli ragione sulle critiche
passate ( non dimentichiamo che egli è stato
una costola della ex maggioranza sarkosiana ) e su programmi e potere
futuri , il quadro potrebbe cambiare , per l’esito finale. Non solo ; i voti
della Le Pen sono stati sempre esclusi dall’Assemble Nazionale , con violenza
politica e maggioritaria ( il Fronte Nazionale , con almeno il 15 % dei voti ,
è sempre stato escluso dagli accordi sulle elezioni locali a sistema
maggioritario e tuttora non ha deputati) ; se Sarkò facesse un gesto disperato,
anche solo simbolico, in quella direzione, potrebbe raccattare voti di
unionisti di destra : e il programma della Le Pen , semplice e poco
“partigiano”, rispetto al passato , ben si presterebbe ad… essere negoziato (
nonostante prevedibili e catastrofici schiamazzi della gauche ).
Quindi gli accordi sulle legislative saranno fatti in questi
giorni , fino al secondo turno delle presidenziali e probabilmente saranno
determinanti per la elezione del Presidente.
La “France Forte” del Presidente della Repubblica ,
assomiglia sempre più alla Francia
debole della quarta repubblica,quella dei partiti e delle fazioni. De Gaulle
travolse la partitocrazia , chiamando i francesi alle grandi scelte nazionali e
sottomettendo il centro destra a ordine e disciplina. Mitterand costruì il cosiddetto “programma
della gauche” di Governo, senza voli massimalistici, ma portando nel carniere
la resa dei comunisti alla logica del potere borghese ( da lì a qualche anno li avrebbe semi-distrutti ).
Ecco, oggi i candidati presidenti non
sono riusciti ai ressemblements, , all’unione attorno a idee e progetti
semplici e forti , capaci di ridurre la frammentazione della politica.
E ora ? Con le
legislative, sembra di essere tornati anche in Francia , per vie diverse , al
mercatino ortofrutticolo rionale, con le bancherelle della politica
politichese. Peccato ! A meno che in un salto carpiato , con triplo giro
capovolto e piroetta, un candidato presidenziale non riesca a costruire un programma unitario, capace di eliminare
bancherelle e ricatti, di fazioni ,
partitini e partitoni. Ma ne avrà
capacità e statura ?
L’Europa farà bene a guardare attentamente queste elezioni
francesi ; possono essere importanti per il suo futuro, tenuto conto che gran
parte del confronto politico in corso, anche all’ortomercato delle legislative
, riguarda l’Europa ,con proposte e scelte assai traumatiche, rispetto
all’esistente.
Pubblicato da "l'Occidentale" il 19 aprile 2012
Pubblicato da "l'Occidentale" il 19 aprile 2012
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