viaaaa!!!

viaaaa!!!

lunedì 19 agosto 2013

Impeachement

ArchivioLa giornata

Impeachment!

Da Grillo a Tonino, minacce a Re Giorgio peggio di quando lo Zombie coi baffi ci provò con Cossiga

Impeachment! Ah, che scompiglio è in corso. Napolitano non s’azzardi a concedere la grazia a Berlusconi o impeachment sarà! Mentre sul Twiga di Forte dei Marmi (15 agosto, Assunzione della Beata Vergine Maria) planano gli aerei con gli striscioni di Forza Italia, mentre lo spread Btp/Bund tocca quota 237, il minimo degli ultimi due anni (chiusura di Borsa del 14 agosto), mentre Letta (Enrico) dopo aver fatto il bilancio dei cento giorni di governo (9 agosto), volava in Azerbaigian per discutere del progetto Tap, 791 chilometri di gasdotto (11 agosto) per sfoderare in quel di Baku una frase che avrebbe ingelosito anche il mai troppo compianto Massimo Catalano  (“se cade il governo, a settembre si paga l’Imu”), mentre la presidente della Camera Laura Boldrini convocava la Camera su Facebook per il 20 agosto (notizie dal mondo virtuale, 10 agosto) ma in quello reale risultava un ordine del giorno per il 6 settembre  (discussione sull’istituzione del comitato parlamentare per le riforme costituzionali ed elettorali), mentre il presidente del Senato Grasso si esibiva in tutto il suo repertorio (presentazione-saluto-ricordo-orazione-commemorazione) e dunque presentava a Salina il suo libro (9 agosto), si faceva intervistare dal Tg1 per dire che il governo non deve cadere e dunque lui deve restare là dov’è capitato per (dis)grazia bersaniana (10 agosto), ricordava la memoria di Antonio Giaccone (11 agosto), mandava un messaggio per commemorare la strage di Stazzema (12 agosto), mentre accadevano tali strafatti estivi, ecco avvicinarsi in rada, appena sopra l’ombrellone, il vero tormentone da spiaggia, il “Get Lucky” (hit dei Daft Punk) della politica italiana: il ritornello dell’impeachment, la pistola (s)puntata sulla testolina del presidente della Repubblica quando egli ricorda di avere certi poteri, grazia e commutazione della pena compresi.
Toccò a Francesco Cossiga, nel 1991, beccarsi 19 cartelle messe nero su bianco dal comitato della rivoluzione del Pds che lo accusava nientemeno di aver ordito una “concatenazione logico-temporale di atti e comportamenti volti intenzionalmente a modificare la forma di governo”. Andò come doveva andare – con Cossiga che se ne infischiò e coniò uno “zombie coi baffi” per Achille Occhetto –  e finì come doveva finire, cioè con l’archiviazione dei fantasiosi capi d’imputazione. Ieri. E oggi? Il Movimento 5 stelle avrà lo stesso sprezzo del ridicolo mostrato dal Pds ventidue anni fa? Prima nota, squisitamente tecnica. La “procedura” non parte da Largo Fochetti (Roma, Italia), quartier generale di Repubblica, ma da Menlo Park (California, Stati Uniti), sede di Facebook. Segno dei tempi. Ezio Mauro scavalcato da Zuckerberg. Messaggio in bacheca: “Qualsiasi atto di clemenza per Berlusconi sarebbe un atto eversivo. E il presidente dovrebbe essere messo in stato d’accusa per attentato alla Costituzione. Non è una mia posizione personale, anche Grillo è d’accordo e ci stiamo già preparando”. E’ il 13 agosto e così va online il j’accuse del cittadino-facebucchista Michele Giarrusso, senatore grillino. E poi? Il resto, direbbe Mogol, lo scopriremo solo vivendo. Ma la grazia al Cav., giammai. Intanto, al casello dell’impeachment, la stradale segnala in coda il trattorino rosso di Di Pietro da Montenero di Bisaccia. E’ il 14 agosto, Tonino alza l’aratro per avvisare Giorgio: “A nostro parere, se lei concedesse la grazia al Cavaliere, potrebbero profilarsi gli elementi per chiedere l’impeachment per attentato alla Costituzione”.
Cos’è successo nella fortezza del Quirinale? Diamo un’occhiata all’agenda. Il diario del Quirinale è fermo a venerdì 9 agosto, quando Guglielmo Epifani sale sul Colle per prendere istruzioni. E poi? Vedere Epifani può essere noioso, ma non è reato. Ah, eccolo, il documento-sobillatore, la prova regina del disegno destabilizzatore. La “dichiarazione” del presidente della Repubblica del 13 agosto e il passaggio galeotto: “Tocca al presidente della Repubblica far corrispondere un esame obiettivo e rigoroso – sulla base dell’istruttoria condotta dal ministro della Giustizia – per verificare se emergano valutazioni e sussistano condizioni che senza toccare la sostanza e la legittimità della sentenza passata in giudicato, possono motivare un eventuale atto di clemenza individuale che incida sull’esecuzione della pena principale”.  Atto di clemenza? Per il Caimano? All’armi!  Ripasso di diritto costituzionale, seconda parte della Carta, all’articolo 87 leggiamo che il presidente della Repubblica “può concedere grazia e commutare le pene”. Troppa grazia, sant’Antonio. E poi l’ha detto sotto l’ombrellone anche Massimo D’Alema al Messaggero (15 agosto) che nel caso Berlusconi “la legge va rispettata, si può svolgere un ruolo politico anche fuori dal Parlamento. Beppe Grillo non è parlamentare eppure è il leader indiscusso del suo movimento. E poi cosa dovremmo fare? Creare un precedente? La legge è uguale per tutti”. Tiè. Passata la notte, spenti i fuochi in spiaggia, entra in acqua (Agenzia Agi, 16 agosto, ore 11:17) il motosilurante di Fabrizio Cicchitto: “Noi ci interroghiamo ancora sulle ragioni vere che hanno portato a suo tempo il Pds a offrire graziosamente a Di Pietro un seggio nel Mugello e poi al Pd di Veltroni di fare una unica alleanza nel 2008 con la famosa Italia dei valori del medesimo Di Pietro”.
Come finirà quest’anno di grazia e disgrazia? Bastava osservare ieri il Palio dell’Assunta a Siena per capire come va e sempre andrà l’Italia. Correvano in Piazza del Campo i seguenti fantini: Dè, Grandine, Tittia, Tremendo, Trecciolino, Gingillo, Voglia, Amsicora, Girolamo e… Scompiglio.
di Mario Sechi

Nessun commento:

Posta un commento