Transizione
energetica ? Questo si diceva fino a poco tempo fa. Ma non sembra
proprio che sia così.
L’ipotesi era che gli idrocarburi fossero in via di
esaurimento , alcuni prima e altri dopo ( il conto alla rovescia era già
iniziato ) ; e che nuove fonti energetiche illimitate e sicure stessero per
arrivare. Questa ipotesi negli ultimi venti anni si è sgretolata.
Le risorse minerarie , fossili e non , sembrano molto più
abbondanti del previsto; anche perché le tecnologie per il loro reperimento e
la loro estrazione si sono sviluppate a
ritmi imprevisti ; complici di questo processo sono stati anche i prezzi
energetici , aumentati a dismisura , che hanno consentito e giustificato
investimenti fino ad allora considerati
non economici. E molto resta ancora da fare ( basti pensare a tutta la filiera
del carbone, alla sua lavorazione, al coal-oil o al coal-water, o ai
procedimenti del cosiddetto “letto fluido” ). Si stanno già perforando pozzi
per gas o petrolio oltre ai 5-6 mila metri di profondità , in terra e in mare.
Entro breve tempo per esempio , la Francia rischia di diventare importante
potenza energetica , non solo per le sue centrali nucleari , ma per il petrolio
estratto al largo della Guyana (suo
territorio d’oltremare ); per il gas da scisti e per la geotermia
sfruttabili in continente ; per i grandi progetti eolici e solari in via di
realizzazione. In parallelo stanno facendo passi da gigante anche le tecnologie
ambientali per il controllo delle emissioni atmosferiche , delle tecnologie di
estrazione , dell’accumulo e della logistica energetica ; e anche le tecnologie per la razionalizzazione dei
consumi.
Tutto l’attuale sistema energetico , che sta governando il
mondo, è quindi in forte movimento e sviluppo.
D’altra parte non sembra ancora profilarsi un nuovo sistema
energetico di riferimento , a produzioni e consumi illimitati , privi di
effetti dannosi per l’ambiente.Si pensava al nucleare o in ogni modo a nuove
risorse “tecnologiche”, più che fisiche ; la strada è stata aperta , ma non se
ne vede ancora il punto di arrivo definitivo. La “fissione” nucleare continua a
trovare problemi di “sicurezza” e di
economicità . La “fusione” nucleare è ancora allo studio , all’ingegneria dei
prototipi, alla sperimentazione. Vita analoga sembra quella relativa all’uso
dell’idrogeno come nuovo combustibile omnivalente. Le energie rinnovabili
possono essere considerate solo risorse
integrative e non risolutive delle
complesse questioni energetiche mondiali.
Che fare ? La politica più ragionevole sembra quella del mix
energetico per la produzione e della razionalizzazione energetica per i
consumi. Il mix di produzione dovrebbe evitare battaglie di “religione ideologica” tra risorse da impiegare ;e dovrebbe cercare di individuare , caso per
caso, la possibilità , l’utilità e la compatibilità ambientale degli
investimenti da realizzare ; con procedure da rivedere , non in termini di
partecipazione , ma in termini di rapidità delle scelte. Gli investimenti
energetici sono fatti nella logica del “progresso” per tutti e non per la
“conservazione” dei benefici o dei privilegi di alcuni.
La innovazione tecnologica di macchine e di prodotti
consente sempre più grandi risparmi nei consumi ( basti pensare alle
“macchine”domestiche o industriali ; o ai mezzi di trasporto , ove, per
esempio, è già in produzione un’auto che percorrerà 35 km con un litro di
benzina, con l’obiettivo dei 50 km entro tre anni; o alla lotta contro la
dispersione termica degli edifici ).
Questo secolo
probabilmente vedrà un sistema energetico mondiale , con una
moltiplicazione delle produzioni e una
sempre più spinta razionalizzazione dei consumi; attraverso processi di
innovazione tecnologica , ma anche attraverso una nuova cultura politica in
materia, fatta di “razionalità” e non di “fede”. Quindi non sarà un secolo di
“transizione energetica”, come si pensava e come molti pensano ancora;
sarà forse solo un secolo di
“moltiplicazione energetica”: e di consumi “limitati” e non “illimitati”.
Pubblicato da OPEF Fondazione Einaudi e da "l'Occidentale" il 5 ottobre 2012
tanti anni fa,imperava (con la grancassa de L'Espresso e di Repubblica)il Club di Roma,e Aurelio Peccei- regalo della FIAT all'Italia,indicava come traguardo la crescita zero. Oggi,che abbiamo la crescita zero, possiamo trarre le conclusioni.Il petrolio era dato per non più disponibile.I ricchi ssicuravano che un futuro da poveri sarebbe stato il meglio per tutti.Avrebbero fatto il possibile perchè noi rimanessimo tali.Leggiamoci Teofilo e impariamo qualcosa Ezio della Torre
RispondiElimina