" Mi sono sentita una imbecille" , ha detto oggi Sabrina Guzzanti.
...Già !
viaaaa!!!
martedì 31 gennaio 2012
lunedì 30 gennaio 2012
Il comizio di Sarkò
Che Sarkozy debba recuperare terreno per essere rieletto Presidente dei francesi , è fuori discussione . Restano 80 giorni circa . Ieri sera , alle 20,30 si è presentato in TV , su 8 reti, pubbliche e private, in trasmissione unificata ; e ci è rimasto per più di un’ora. Ha provato a recuperare lo svantaggio accumulato rispetto al suo avversario socialista Hollande e registrato da tutti sondaggi ; ci sarà riuscito ? Non sembra ( almeno a sentire il direttore dell’ istituto IPSOS ) .
Innanzitutto non è persona che buca gli schermi per simpatia o dignità di immagine o comunicatività . Anzi . In termini personali i francesi gli rimproverano molto . La continua frequentazione di ambienti ricco-sciccosi di Parigi , cari a lui e ai parvenus della Repubblica . La storia delle mogli: esibite ed usate, salvo esserne a sua volta usato, in giri complicati di parenti, amici e relazioni. Il tentativo di imporre il figlio ( un giovane Dandy , tipo il Trota nostrano, in chic ) alla testa di un importante ente economico parigino, l’EPAD. Viaggi privati , ospite di miliardari transalpini e non. L’arroganza volgare dell’insulto del Presidente nei confronti di un cittadino che lo “contestava”; e così via.
L’arroganza ! Ecco, l’arroganza, in tutti suoi comportamenti personali, gli viene rimproverata ; ha cercato di mascherarla nella trasmissione TV ; glielo avevano detto ; sii umile , ragionevole. Ma la recita non è un gran che riuscita.
Poi ci sono stati i contenuti ; una sfilza di interventi economici annunciati ; naturalmente il solito piano casa ( in campagna elettorale il piano casa è ormai, dovunque, un refrain-barzelletta ), la Tobin tax dello 0,5 % sui movimenti dei capitali a partire da agosto prossimo; l’aumento della IVA francese dell’ 1,6 % , a partire da ottobre ; l’abolizione dei contributi sociali per la quota a carico delle imprese ; trattative sociali in azienda, decentrate ; eccetera. Tutte proposte, che fatte a tre mesi dalle elezioni (e che quindi impegneranno solo il loro vincitore, se lo vorrà ), sembrano una cortina fumogena , un tantino elettoralistica: ma soprattutto sono state presentate in maniera sconclusionata e con linguaggio difficile di uno che non sa , ma che vuol sembrare di sapere . Sarkozy ha un suo mentore economico , che si chiama Alain Minc ; può far parlare lui di economia ; conosce i problemi , è conosciuto ed è ottimo divulgatore ; il Presidente poteva restare Presidente senza mettersi in cucina a proporre impasti , con poche idee economiche chiare e mancanza di statura di Stato ( avrebbe dovuto parlare come Presidente dei francesi e non come candidato alla presidenza , in una meravigliosa sala dell’Eliseo ) ; questo pensano in molti tra i suoi, magari proponendo qualcun altro al posto di Minc ; poco importa. Non solo : ovviamente, alla raffica delle proposte , i giornalisti gli hanno ricordato che lui era lì da 5 anni e che gran parte di quelle cose poteva proporle e magari farle prima.
Infine egli ha parlato più della Germania che della Francia ; la Germania come modello ; il resto è poca cosa ( come l’Italia o la Spagna ) o niente ( come la Gran Bretagna ). E questo ,per il popolo francese, è grave ; perché ha rischiato di confermare la caricatura del piccolo immigrato ungherese , complessato dall’impero tedesco, che i francesi da secoli hanno combattuto. Ma è grave anche per l’Europa , che può credere all’Unione Europea , agli Stati Uniti d’Europa, all’Euro , alle Istituzioni conseguenti, ma che non potrà mai farsi “assoggettare” da uno o più Paesi della regione ; le storie sono diverse; diverse le culture ; diversi i valori e i modelli ; e non sembra proprio che uno o più Paesi possano dettare le regole della vita nell’Unione. Questa fissazione di Sarkozy sulla Germania e sui suoi valori, è sicuramente una sassata contro il nazionalismo francese , ma anche e soprattutto contro l’ Europa , che alla lunga non accetterebbe mai una conduzione dell’Unione franco-tedesca ( sbagliato peraltro sarebbe anche pensare ad una triade con l’ Italia o ad altre oligarchie innaturali e non “democratiche” ).
Resta infine l’equivoco del Presidente Sarkozy, che formalmente non si è ancora candidato per le prossime elezioni ; anche se ha detto che non mancherà all’appuntamento con i francesi alla fine del suo mandato ( ? ); e anche se la Merkel ha fatto già sapere che andrà a far campagna elettorale per Sarkozy ( probabilmente facendogli un danno , più che un piacere ; ma l’ “ungherese” non sembra capirlo ). Fatto sta che, furbescamente, Sarkò occupa gli spazi istituzionali, a cominciare dalla TV , da candidato e non da Presidente : ma anche queste non sono furbizie che possono pagare : anzi.
Tuttavia Sarkozy ha la fortuna che di là c’è una “cosiddetta sinistra” pasticciona, arruffona , poco credibile in tempi di recessione ; e profondamente divisa . Mancano 80 giorni circa alle elezioni francesi. Gli indecisi sono tantissimi e tutto può ancora succedere.
Pubblicato da "l'Occidentale" il 31 gennaio 2012
domenica 29 gennaio 2012
Oscar Luigi ?
E’ morto Oscar Luigi Scalfaro “esempio di coerenza ideale e di integrità morale”, ha detto Re Giorgio I.
Già ! Cominciò nel 1943 giurando come magistrato nelle mani dello Stato fascista in guerra. E saltò sul carro del vincitore, senza mai aver messo il naso fuori dal suo ufficio .
Fece in tempo, come procuratore della Repubblica, o meglio, ancora del Regno, a far condannare a morte alcuni fascisti ( il numero sembra imprecisato ).
Poi la Chiesa, attraverso l’ Azione Cattolica, lo portò ad essere deputato.
Si caratterizzò solo per il suo conservatorismo ed integralismo bigotto ( famosi i violenti insulti ad una signora in un ristorante romano ; si era resa colpevole di aver mostrato le spalle nude, sotto un castigato bolerino ; un pasdaran komeinista della prima ora ).
Visse rotolandosi dentro alla destra della Democrazia Cristiana , di cui fu più volte Ministro.
Lo fu anche in due Governi Craxi : Ministro degli Interni.
Craxi credette in lui, quando lo fece votare per la Presidenza della Repubblica , invece di Andreotti o Spadolini , nel 1992. Un anno dopo massacrarono Craxi , attraverso alcuni magistrati ; si sospetta che lui ne fosse il punto di riferimento ( oltreché il capo formale ).
Complottò con i post-comunisti alleati a rimasugli democristiani, suoi ex avversari . Tentò di tutto per farli vincere . E in parte ce la fece. Provarono a tirarlo nel fango per questioni di soldi riservati, datigli periodicamente dai “servizi”; così dissero : urlò in televisione “non ci sto”, interrompendo una partita di calcio trasmessa a reti unificate; e ce la fece, a non starci. Fu Presidente ovviamente di parte . Altrettanto ovviamente, fu post- Presidente ancora più di parte.
Ma passerà alla storia con le parole del suo sodale Re Giorgio I ; “esempio di coerenza ideale e integrità morale” : come lui . Così è la storia. E di fronte a Nostra Sorella Morte tutti si sono sciolti in pianti e rimpianti , usando sostantivi ed aggettivi un tantino impropri.
Ma il silenzio , l’umile e assordante silenzio di chi vuol solo pensare, ricordare, riflettere su quella vita , a dir poco scivolosa , quello no ? Proprio no ?
P.S. Da Wikipedia
Gli Scalfaro, famiglia originaria della Calabria, acquisirono il titolo baronale sul cognome (che – come ogni altro titolo nobiliare – ha cessato d'aver rilevanza giuridica con l'avvento della Repubblica). Esso fu concesso da Gioacchino Murat con patente del 7 settembre 1814 all'antenato catanzarese Raffaele Aloisio Scalfaro, comandante la Legione Provinciale di Calabria Ultra. Quest'ultimo avrebbe in seguito presieduto il consiglio di guerra che nel 1815 condannò a morte lo stesso Murat[2]. ( cioè un anno dopo ; ogni riferimento a quello che sarebbe successo a Craxi con uno Scalfaro, sempre con due nomi curiosi, 177 anni dopo , può essere del tutto casuale . n.d.r. )
Per la semplice, limpida e lineare vita di Scalfaro si rinvia alla gioiosa biografia scritta in Wikipedia
venerdì 27 gennaio 2012
Hanno spento la luna
Finalmente anche l’Italia è entrata nel club degli antinegazionisti. Oggi, nel giorno della memoria, il nostro “unicus et omnipotens pater” ha dedicato la memoria alle vittime dei gulag staliniani. Ooops !
Il rabbino capo Pacifici lo ha perdonato ; in questo giorno dobbiamo ricordare tutti i lager del passato e del presente, ha giustamente e nobilmente detto Pacifici .
Giorgio I si è morso la lingua ; voleva dire lager , non gulag . Per di più sembra , ma sembra solo, che sia d’accordo con i negazionisti dei gulag sovietici e che l’antinegazionismo ,nella sua visione della storia, sia solo comprensibile per i lager o poco più ; non per altri tragici stermini, politici , etnici o religiosi . O no ?
giovedì 26 gennaio 2012
Privacy in treno
Oggi in treno hanno detto che il convoglio si sarebbe fermato per sciopero. Sciopero perché ? Non è dato sapere ; problema di privacy.
lunedì 23 gennaio 2012
Liberalizzazioni
Mario ,qui dietro , mi ha chiesto chi ha liberalizzato cosa ; gli ho detto forse niente o quasi ; todo bien ; todo tranquillo. E poi mi ci è scappato da ridere.
mercoledì 18 gennaio 2012
Del Gip
Ragionamento di un giudice : “ Era in uno scoglio del Giglio a guardare il naufragio della nave che comandava . Non è scappato ( da dove a dove ? ndr ) ; quindi non scapperà”. Già : a proposito di carcere preventivo …bla….bla…bla…
Sarkòcrociere
Nicolas Sarkozy ha cominciato a fare i suoi comizi. Vuole essere rieletto Presidente dei francesi. Anche se tuttora non ha confermato la sua candidatura (né dunque è dato sapere sa su cosa chiederà il voto degli elettori ) i suoi connazionali si chiedono se ce la farà.
Secondo i sondaggi non sembra ; ad oggi continua ad essere dato tra il 23 e il 26 % delle intenzioni di voto ( contro il 27-32% del socialista Hollande; il 16-20% della nazionalista Le Pen; l’11-14% del centrista Bayrou ; con Bayrou e Le Pen in crescita e lui e Hollande stabili o in flessione). La lista delle “colpe personali” a lui attribuite ( al di là delle ideologie politiche ) è lunga , ma può essere sintetizzata in alcuni punti.
- Non ha mantenuto gli impegni presi nel 2007, quando fu eletto. Ovviamente i motivi possono essere molteplici e forse anche comprensibili ; ma il bilancio resta negativo.
- E’ al potere ormai da quasi un ventennio ( salvo qualche parentesi ) , in campi diversi oltre alla Presidenza della Repubblica :dall’economia alla polizia ; nessuno ricorda risultati di politica o di amministrazione , a lui riconducibili.
- Gli viene attribuita un’immagine inadeguata alla “grandeur” francese che tutti continuano a sognare ; forse gli fa difetto anche il fatto di non avere “le physique du role”; ma certo non ci mette niente di suo per migliorarsi nella postura e nei comportamenti.
- Non va neppure sottovalutato il fatto che Sarkozy è francese di prima generazione ( famiglia ungherese ) sposato da poco con una vistosa italo-brasiliana ( ? ) ; che l’Eliseo ospiti “stranieri”, rispetto alla Nazione profonda e orgogliosa, non è affatto elemento di valutazione secondario ; la prova è stata fatta ; tuttavia la delusione serpeggia, nonostante la Francia repubblicana ( liberté, egalité, fraternité ) e internazionalista.
Ma su tutti questi aspetti formali e discutibili, un altro ha sicuramente preso il sopravvento , nella delusione popolare sul Presidente Sarkozy ; la sua arroganza nei confronti del mondo intero, senza alcun risultato premiante per la Francia ; fallimento nella sua politica europea ; fallimento soprattutto nel suo confronto continuo e stressante con la Germania in generale e con la Merkel in particolare ; fallimento della figura sua e quindi del suo Paese nella politica internazionale ( salvata in parte dalla bravura del suo recente Ministro degli Esteri Juppé ). Ma è soprattutto sulla questione dell’Euro e della Germania che i francesi sembrano dubitare della solidità del proprio Presidente. Tutti si aspettavano un’offensiva francese per una gestione politica dell’Euro da parte dell’ Unione Europea : Sarkozy ha detto e promesso ; ha minacciato e fatto commedie ; ma in concreto niente gli è riuscito. E sono sempre più quelli che rimpiangono il franco. Per i rapporti con la Germania i più si pongono almeno due domande : perché esporsi formalmente nella guida franco-tedesca dell’Europa ( da cui il “merkozismo” ), sapendo di dover condurre battaglie perse in partenza ? Perché far riferimento sempre e su tutto alla Germania, che è rispettata per la sua serietà e ricchezza , ma non ha valori di vita e di società condivisi dai francesi ? E tutto ciò ignorando gli altri Paesi dell’Unione , a cominciare da Italia e Spagna , che costituiscono punto di riferimento obbligato per una politica mediterranea ; politica mediterranea, che peraltro lo stesso Sarkozy aveva messo tra le sue priorità in politica estera francese e nella politica dell’ UE.
Il vero rischio per Sarkò non è solo quello di non essere rieletto : ma di non arrivare neppure al ballottaggio , sulla pressione del nazionalismo lepenista o del centrismo perbenista di Bayrou.
Pubblicato da "l'Occidentale " il 18 gennaio 2011
Secondo i sondaggi non sembra ; ad oggi continua ad essere dato tra il 23 e il 26 % delle intenzioni di voto ( contro il 27-32% del socialista Hollande; il 16-20% della nazionalista Le Pen; l’11-14% del centrista Bayrou ; con Bayrou e Le Pen in crescita e lui e Hollande stabili o in flessione). La lista delle “colpe personali” a lui attribuite ( al di là delle ideologie politiche ) è lunga , ma può essere sintetizzata in alcuni punti.
- Non ha mantenuto gli impegni presi nel 2007, quando fu eletto. Ovviamente i motivi possono essere molteplici e forse anche comprensibili ; ma il bilancio resta negativo.
- E’ al potere ormai da quasi un ventennio ( salvo qualche parentesi ) , in campi diversi oltre alla Presidenza della Repubblica :dall’economia alla polizia ; nessuno ricorda risultati di politica o di amministrazione , a lui riconducibili.
- Gli viene attribuita un’immagine inadeguata alla “grandeur” francese che tutti continuano a sognare ; forse gli fa difetto anche il fatto di non avere “le physique du role”; ma certo non ci mette niente di suo per migliorarsi nella postura e nei comportamenti.
- Non va neppure sottovalutato il fatto che Sarkozy è francese di prima generazione ( famiglia ungherese ) sposato da poco con una vistosa italo-brasiliana ( ? ) ; che l’Eliseo ospiti “stranieri”, rispetto alla Nazione profonda e orgogliosa, non è affatto elemento di valutazione secondario ; la prova è stata fatta ; tuttavia la delusione serpeggia, nonostante la Francia repubblicana ( liberté, egalité, fraternité ) e internazionalista.
Ma su tutti questi aspetti formali e discutibili, un altro ha sicuramente preso il sopravvento , nella delusione popolare sul Presidente Sarkozy ; la sua arroganza nei confronti del mondo intero, senza alcun risultato premiante per la Francia ; fallimento nella sua politica europea ; fallimento soprattutto nel suo confronto continuo e stressante con la Germania in generale e con la Merkel in particolare ; fallimento della figura sua e quindi del suo Paese nella politica internazionale ( salvata in parte dalla bravura del suo recente Ministro degli Esteri Juppé ). Ma è soprattutto sulla questione dell’Euro e della Germania che i francesi sembrano dubitare della solidità del proprio Presidente. Tutti si aspettavano un’offensiva francese per una gestione politica dell’Euro da parte dell’ Unione Europea : Sarkozy ha detto e promesso ; ha minacciato e fatto commedie ; ma in concreto niente gli è riuscito. E sono sempre più quelli che rimpiangono il franco. Per i rapporti con la Germania i più si pongono almeno due domande : perché esporsi formalmente nella guida franco-tedesca dell’Europa ( da cui il “merkozismo” ), sapendo di dover condurre battaglie perse in partenza ? Perché far riferimento sempre e su tutto alla Germania, che è rispettata per la sua serietà e ricchezza , ma non ha valori di vita e di società condivisi dai francesi ? E tutto ciò ignorando gli altri Paesi dell’Unione , a cominciare da Italia e Spagna , che costituiscono punto di riferimento obbligato per una politica mediterranea ; politica mediterranea, che peraltro lo stesso Sarkozy aveva messo tra le sue priorità in politica estera francese e nella politica dell’ UE.
Il vero rischio per Sarkò non è solo quello di non essere rieletto : ma di non arrivare neppure al ballottaggio , sulla pressione del nazionalismo lepenista o del centrismo perbenista di Bayrou.
Pubblicato da "l'Occidentale " il 18 gennaio 2011
sabato 14 gennaio 2012
Sarkò vs tripla A
La Francia è a lutto : deuil. Lutto nazionale , perché la Standard & Poor’ s americana, ha declassato la Nazione, togliendola dal club dei Paesi più virtuosi e solidi del mondo : ci ha mantenuto invece Germania, Olanda, Finlandia e Lussemburgo ( Paese solidissimo con S&P).
La Francia , a 100 giorni dalle elezioni presidenziali, ha ricevuto questa sassata in pieno volto ; e ovviamente non ha gradito.
Non ha gradito il Presidente Sarkozy. Da tempo era in lotta per la conservazione della tripla A , sostenendo di essere l’unico personaggio politico in grado di mantenerla al Paese. La tripla A era un “tesoro”( sic ), a cui la Francia non poteva assolutamente rinunciare . E invece i maestrini di S&P hanno bocciato lui e la sua politica. Inaccettabile ; la “grandeur” francese non può essere giudicata da alcuni “giovanotti”( termine usato da Alain Minc, prestigioso consigliere economico di Sarkò ), impiegati finanziari a Wall Street. Ma la retromarcia è stata subito innestata : la tripla A è stata levata da tempo anche agli USA, senza alcun effetto. Chi a scuola ha sempre preso 10 , può in un momento particolare , prendere anche 9. Il giudizio scritto è molto positivo per la Francia, al di là del voto finale . Questa degradazione non avrà alcun effetto sulla economia francese ( è solo una interpretazione di quanto c’è già in Francia ) . Il duo franco-tedesco resterà alla guida dell’Europa , per fatti oggettivi, nonostante i “giovanotti” americani . Con la politica socialista e sinistrorsa la tripla A sarebbe caduta da un pezzo.
Non ha gradito neppure la sinistra . Il programma socialista per le elezioni è giudicato assai “spendaccione”. Hollande , il candidato anti – Sarkò , ancora non ha presentato il suo programma ( dovrebbe farlo il 20 gennaio prossimo ); ma è molto verosimile che sarà fortemente impegnato sul “sociale” ( scuola , sanità, pensioni, lavoro e così via ) , secondo le tradizioni socialiste ; e quindi considerato “spendaccione” dalla destra e dalle istituzioni imprenditoriali e finanziarie. Come superare allora la tegola preventiva di S&P ? Hollande ha dichiarato che questa nota ha bocciato la politica di Sarkozy e del suo governo e non la Francia ; e quindi giù a testa bassa contro il suo avversario , che della tripla A aveva fatto un cavallo di battaglia particolare; è solo lui che ha perso , la sua politica e i suoi piani di rigore.
Non ha gradito ovviamente neppure il Fronte Nazionale di Marine Le Pen. Il FN non accetta giudizi di aziende americane interessate. Considera il fatto solo come una offensiva americana contro l’Europa e del dollaro contro l’Euro. Denuncia il fallimento della politica europea di Sarkò e predica per il ritorno al franco , ai dazi e alla grandeur della Nazione.
Non ha gradito insomma nessuno; ma tutti si sono affrettati a utilizzare il giudizio dei “giovanotti” americani .
“France info” , importante rete radiofonica francese, ha dedicato tutta la mattina del 14 gennaio alla tragedia della “degradation”.
Ed è iniziata la campagna dietrologica. “Degradation” 100 giorni prima delle elezioni ? Promossa e decisa da chi e nell’interesse di chi ? Americani contro francesi o contro Europa ? Merkel che si è giocata Sarkò per l’egemonia nell’Unione ? E così via.
Tra tutte le dietrologie due in particolare devono essere sottolineate. La prima , espressa in TV , dice che Monti è stato messo lì dalla Merkel e che assieme hanno deciso il ridimensionamento di Sarkozy ( oltretutto Monti è indicato come facente parte del giro finanziario euro-americano egemonico, nonostante il degrado dato all’Italia , quasi a rafforzare lo stesso Monti e il suo Governo, con botta preventiva contro eventuali tentazioni italiche di buttarlo giù ). La seconda , bisbigliata, vede un ruolo attivo e nascosto di Dominique Strauss Kahn ( DSK ) nella vicenda . DSK fu eliminato dalla probabile corsa presidenziale e dalla Direzione del FMI, a seguito di un tuttora equivoco scandalo moralistico-sessuale ( di cui peraltro non si sa più nulla ) , montato nella Francia delle libertà e del Moulin Rouge, per il piacere di Sarkò e dei suoi avversari socialisti . Il paradigma sarebbe : DSK; ebreo; finanza ebraica americana; grande lobbista finanziario mondiale; suo attuale coinvolgimento nella finanza cinese e quindi nel recente accordo sino nipponico,yen- yuan, contro dollaro ed euro; sua vendetta contro Sarkò ; messaggio-vendetta ai suoi ex compagni della sinistra ; suo attacco alla BCE e alla attuale politica della UE. E oggi alla Francia un DSK avrebbe fatto comodo, molto comodo : così lo si è capito bene.
Ci si chiede ora se Goldman Sachs presenterà un suo candidato alle elezioni francesi , per far restituire la tripla A alla Nazione , visto che è già riuscita a prendere il primo ministro italiano, senza neppure avere da pagare note di rating in contropartita. Questo dicono. Nel frattempo Carlà ha fatto sapere che sarà impegnata in campagna elettorale con il marito : lui però non si è ancora formalmente candidato .E c’è chi pensa che sul povero Sarkò con la degradation, fatta dai “giovanotti”, cadrà anche la tegola di Carlà.
Pubblicato da "l'Occidentale" il 14 gennaio 2012
La Francia , a 100 giorni dalle elezioni presidenziali, ha ricevuto questa sassata in pieno volto ; e ovviamente non ha gradito.
Non ha gradito il Presidente Sarkozy. Da tempo era in lotta per la conservazione della tripla A , sostenendo di essere l’unico personaggio politico in grado di mantenerla al Paese. La tripla A era un “tesoro”( sic ), a cui la Francia non poteva assolutamente rinunciare . E invece i maestrini di S&P hanno bocciato lui e la sua politica. Inaccettabile ; la “grandeur” francese non può essere giudicata da alcuni “giovanotti”( termine usato da Alain Minc, prestigioso consigliere economico di Sarkò ), impiegati finanziari a Wall Street. Ma la retromarcia è stata subito innestata : la tripla A è stata levata da tempo anche agli USA, senza alcun effetto. Chi a scuola ha sempre preso 10 , può in un momento particolare , prendere anche 9. Il giudizio scritto è molto positivo per la Francia, al di là del voto finale . Questa degradazione non avrà alcun effetto sulla economia francese ( è solo una interpretazione di quanto c’è già in Francia ) . Il duo franco-tedesco resterà alla guida dell’Europa , per fatti oggettivi, nonostante i “giovanotti” americani . Con la politica socialista e sinistrorsa la tripla A sarebbe caduta da un pezzo.
Non ha gradito neppure la sinistra . Il programma socialista per le elezioni è giudicato assai “spendaccione”. Hollande , il candidato anti – Sarkò , ancora non ha presentato il suo programma ( dovrebbe farlo il 20 gennaio prossimo ); ma è molto verosimile che sarà fortemente impegnato sul “sociale” ( scuola , sanità, pensioni, lavoro e così via ) , secondo le tradizioni socialiste ; e quindi considerato “spendaccione” dalla destra e dalle istituzioni imprenditoriali e finanziarie. Come superare allora la tegola preventiva di S&P ? Hollande ha dichiarato che questa nota ha bocciato la politica di Sarkozy e del suo governo e non la Francia ; e quindi giù a testa bassa contro il suo avversario , che della tripla A aveva fatto un cavallo di battaglia particolare; è solo lui che ha perso , la sua politica e i suoi piani di rigore.
Non ha gradito ovviamente neppure il Fronte Nazionale di Marine Le Pen. Il FN non accetta giudizi di aziende americane interessate. Considera il fatto solo come una offensiva americana contro l’Europa e del dollaro contro l’Euro. Denuncia il fallimento della politica europea di Sarkò e predica per il ritorno al franco , ai dazi e alla grandeur della Nazione.
Non ha gradito insomma nessuno; ma tutti si sono affrettati a utilizzare il giudizio dei “giovanotti” americani .
“France info” , importante rete radiofonica francese, ha dedicato tutta la mattina del 14 gennaio alla tragedia della “degradation”.
Ed è iniziata la campagna dietrologica. “Degradation” 100 giorni prima delle elezioni ? Promossa e decisa da chi e nell’interesse di chi ? Americani contro francesi o contro Europa ? Merkel che si è giocata Sarkò per l’egemonia nell’Unione ? E così via.
Tra tutte le dietrologie due in particolare devono essere sottolineate. La prima , espressa in TV , dice che Monti è stato messo lì dalla Merkel e che assieme hanno deciso il ridimensionamento di Sarkozy ( oltretutto Monti è indicato come facente parte del giro finanziario euro-americano egemonico, nonostante il degrado dato all’Italia , quasi a rafforzare lo stesso Monti e il suo Governo, con botta preventiva contro eventuali tentazioni italiche di buttarlo giù ). La seconda , bisbigliata, vede un ruolo attivo e nascosto di Dominique Strauss Kahn ( DSK ) nella vicenda . DSK fu eliminato dalla probabile corsa presidenziale e dalla Direzione del FMI, a seguito di un tuttora equivoco scandalo moralistico-sessuale ( di cui peraltro non si sa più nulla ) , montato nella Francia delle libertà e del Moulin Rouge, per il piacere di Sarkò e dei suoi avversari socialisti . Il paradigma sarebbe : DSK; ebreo; finanza ebraica americana; grande lobbista finanziario mondiale; suo attuale coinvolgimento nella finanza cinese e quindi nel recente accordo sino nipponico,yen- yuan, contro dollaro ed euro; sua vendetta contro Sarkò ; messaggio-vendetta ai suoi ex compagni della sinistra ; suo attacco alla BCE e alla attuale politica della UE. E oggi alla Francia un DSK avrebbe fatto comodo, molto comodo : così lo si è capito bene.
Ci si chiede ora se Goldman Sachs presenterà un suo candidato alle elezioni francesi , per far restituire la tripla A alla Nazione , visto che è già riuscita a prendere il primo ministro italiano, senza neppure avere da pagare note di rating in contropartita. Questo dicono. Nel frattempo Carlà ha fatto sapere che sarà impegnata in campagna elettorale con il marito : lui però non si è ancora formalmente candidato .E c’è chi pensa che sul povero Sarkò con la degradation, fatta dai “giovanotti”, cadrà anche la tegola di Carlà.
Pubblicato da "l'Occidentale" il 14 gennaio 2012
mercoledì 11 gennaio 2012
Seneca e la Bertolini
Seneca disse .
Ecco quanto ci distingue dagli Etruschi : secondo noi i fulmini nascono quando si scontrano le nuvole ; secondo loro , invece, le nuvole si scontrano affinché nasca il fulmine e si manifesti così il volere degli Dei .
( naturalmente gli etruschi avevano ragione ndr ).
La vice capogruppo del pdl alla Camera Isabella Bertolini,sugli immigrati, disse:
''Per il Ministro bisogna concedere la cittadinanza per farli diventare dei buoni italiani. Invece, secondo noi, per essere dei buoni italiani bisogna essere integrati e solo allora si potra' avere la cittadinanza''
domenica 8 gennaio 2012
Ferrara spread
Vorrei prima di ogni altra cosa, quanto a buoni proponimenti per l’anno incipiente, che coloro i quali hanno detto sonoramente “caduto Berlusconi, spread in ribasso” ammettessero di essere stati un po’ coglioni. Tutti siamo stati, chi più chi meno, chi prima chi poi, un po’ coglioni. E quelli che lo sanno, lo ammettono, lo hanno riconosciuto in circostanze varie, meritano il rispetto degli altri. Quelli che se ne fottono non meritano alcun rispetto. Anzi, sarebbe bello se i grandissimi cazzoni che si sono illustrati in questa acrobazia si associassero in una specie di alcolisti anonimi, coglioni anonimi.
Giuliano Ferrara nel Foglio del 9 gennaio 2012
Sarkò cercavoti
Sarkozy ha deciso di andare per conto suo, sulla Tobin tax ; non aspetterà che l’UE si metta d’accordo. Entro gennaio farà votare la Legge dal suo Parlamento . Questo è quello che ha detto in TV ; “ si pagano le tasse su tutto ; non vedo perché non le debbano pagare le transazioni finanziarie , i mercati delle azioni e delle obbligazioni ; se gli altri non vogliono , pazienza ; noi ci crediamo e andiamo avanti “;questo in sostanza il suo ragionamento. Niente di male , se non fosse per due minuscole questioni.
- Come noto , i mercati finanziari sono mondializzati e cercheranno sempre di evitare le aree per loro tassate ; quindi o la tassa La mettono tutti , oppure si rischia di fare un danno più grave dei vantaggi attesi ; e già in Europa non tutti sono d’accordo ; la Svezia provò a mettere questa tassa da sola e poi , visti i risultati, fu costretta ad abolirla. E’ quindi opinione corrente in Europa che o la tassa coinvolge tutti i mercati finanziari ( e non solo europei ) o è inutile o forse anche dannosa per chi la pratica .
- Qualche mese fa i “Merk-ozy” dissero che saremmo potuti uscire dalla crisi dell’Euro , con una direzione politica della finanza dell’Unione e con una armonizzazione delle politiche fiscali dei singoli Paesi . Non solo queste due condizioni non hanno registrato alcun passo avanti ; ma Sarkò ne sta annunciando uno importante indietro, rendendosene perfettamente conto.
Ma come gli è venuta in mente questa improvvisa accelerazione di una idea che stava nella testa di molti da tanto tempo? Qualche giorno prima aveva incontrato Monti ; è vero che il “nostro” è malato di tax-mania ed è contagioso ; ma Sarkò lo considera solo un bravo impiegato e si sarà premunito contro ogni eventuale contagio virale , fisicamente trasmettibile. La verità è che al momento i sondaggi dicono che perderà le elezioni presidenziali di fine aprile prossimo. Sarkozy ha bisogno di soldi ; e quindi cerca di arraffarli laddove ora sono ( se non ci saranno più tra qualche mese , si vedrà dopo come abolire questa tassa ). La situazione economica francese , nel suo complesso, è più vicina a quella italiana che a quella tedesca ; e quindi il Presidente uscente cerca di mettere le toppe, laddove possibile . Non solo . Andare contro l’Europa piace all’elettorato, soprattutto se con scuse semplici e demagogiche , come “ leviamo ai ricchi ( il mondo finanziario ) per dare ai poveri “. E quindi si aspetta un ritorno di voti dalla sua Tobin Tax. E forse solo un ritorno di voti , perché da un punto di vista economico potrà essere più un boomerang, anche violento, che una misura fiscale efficace. D’altro lato nei sondaggi dopo questo annuncio Sarkò è andato dal 24 al 26 % nelle intenzioni di voto dei francesi ( Hollande suo più forte avversario , dal 27,5 al 28 % ); anche se al ballottaggio finale i sondaggisti danno Hollande al 54% e Sarkò al 46 %.
Nel frattempo è cominciata la campagna di Sarkò , ma anche di tutti gli altri candidati alle presidenziali, per “produrre e consumare francese “e diminuire le importazioni , a cominciare da quelle italiane e tedesche, come dice in TV Bayrou ,ilcandidato centrista ,alla Casini, alle elezioni ( non cita le importazioni spagnole solo perché lui è di Pau nei Pirenei , al confine con la Spagna : tutto il mondo è …campanile). Con tanto di genuflessioni davanti alla statua di Giovanna d’Arco a Orleans, ammantata nel sacro tricolore. E l’ Euro ? E l’ Europa ? Belle parole nella forma ; picconate nella sostanza . Basta saperlo e prenderne atto.
Pubblicato da l'Occidentale il 9 gennaio 2012
- Come noto , i mercati finanziari sono mondializzati e cercheranno sempre di evitare le aree per loro tassate ; quindi o la tassa La mettono tutti , oppure si rischia di fare un danno più grave dei vantaggi attesi ; e già in Europa non tutti sono d’accordo ; la Svezia provò a mettere questa tassa da sola e poi , visti i risultati, fu costretta ad abolirla. E’ quindi opinione corrente in Europa che o la tassa coinvolge tutti i mercati finanziari ( e non solo europei ) o è inutile o forse anche dannosa per chi la pratica .
- Qualche mese fa i “Merk-ozy” dissero che saremmo potuti uscire dalla crisi dell’Euro , con una direzione politica della finanza dell’Unione e con una armonizzazione delle politiche fiscali dei singoli Paesi . Non solo queste due condizioni non hanno registrato alcun passo avanti ; ma Sarkò ne sta annunciando uno importante indietro, rendendosene perfettamente conto.
Ma come gli è venuta in mente questa improvvisa accelerazione di una idea che stava nella testa di molti da tanto tempo? Qualche giorno prima aveva incontrato Monti ; è vero che il “nostro” è malato di tax-mania ed è contagioso ; ma Sarkò lo considera solo un bravo impiegato e si sarà premunito contro ogni eventuale contagio virale , fisicamente trasmettibile. La verità è che al momento i sondaggi dicono che perderà le elezioni presidenziali di fine aprile prossimo. Sarkozy ha bisogno di soldi ; e quindi cerca di arraffarli laddove ora sono ( se non ci saranno più tra qualche mese , si vedrà dopo come abolire questa tassa ). La situazione economica francese , nel suo complesso, è più vicina a quella italiana che a quella tedesca ; e quindi il Presidente uscente cerca di mettere le toppe, laddove possibile . Non solo . Andare contro l’Europa piace all’elettorato, soprattutto se con scuse semplici e demagogiche , come “ leviamo ai ricchi ( il mondo finanziario ) per dare ai poveri “. E quindi si aspetta un ritorno di voti dalla sua Tobin Tax. E forse solo un ritorno di voti , perché da un punto di vista economico potrà essere più un boomerang, anche violento, che una misura fiscale efficace. D’altro lato nei sondaggi dopo questo annuncio Sarkò è andato dal 24 al 26 % nelle intenzioni di voto dei francesi ( Hollande suo più forte avversario , dal 27,5 al 28 % ); anche se al ballottaggio finale i sondaggisti danno Hollande al 54% e Sarkò al 46 %.
Nel frattempo è cominciata la campagna di Sarkò , ma anche di tutti gli altri candidati alle presidenziali, per “produrre e consumare francese “e diminuire le importazioni , a cominciare da quelle italiane e tedesche, come dice in TV Bayrou ,ilcandidato centrista ,alla Casini, alle elezioni ( non cita le importazioni spagnole solo perché lui è di Pau nei Pirenei , al confine con la Spagna : tutto il mondo è …campanile). Con tanto di genuflessioni davanti alla statua di Giovanna d’Arco a Orleans, ammantata nel sacro tricolore. E l’ Euro ? E l’ Europa ? Belle parole nella forma ; picconate nella sostanza . Basta saperlo e prenderne atto.
Pubblicato da l'Occidentale il 9 gennaio 2012
sabato 7 gennaio 2012
Nonno ama euro
Nel 2004 mio nonno scrisse
Chi tocca l’Euro …muore. Provando a discutere gli effetti della nuova moneta sull’economia, si è creata una moda per cui ogni critica diventa una causa di anti-europeismo e viceversa. Al grido di viva la libertà e senza voler ledere alcuna maestà governante e non di questo Paese, proviamo ancora una volta a fare alcune considerazioni sull’Euro e sulla sua gestione.
L’istituzione dell’Euro fu decisa per vari motivi: essa avrebbe iniettato una spinta verso la costruzione di un’ Europa sempre più unita; avrebbe semplificato i rapporti economici tra i Paesi europei; avrebbe contrastato lo strapotere del dollaro e dello yen sui mercati internazionali ; avrebbe aiutato la Germania a risolvere il problema della sua unificazione, avendo il suo Governo deciso di unificare il marco a parità di valore tra le due Germanie. Come si può agevolmente comprendere le motivazioni politiche furono dominanti su quelle economiche. E probabilmente furono motivazioni serie e largamente condivisibili. I problemi economici aperti nei vari Paesi dall’introduzione dell’Euro , tuttavia, esistono , devono essere affrontati e , se possibile, risolti.
Non esiste più possibilità per i diversi Paesi dell’Unione di fare una politica monetaria autonoma. Già con il serpente monetario si affermò il principio della necessità di una certa compatibilità tra le diverse politiche monetarie. Avere ora eliminato totalmente questa autonomia pone problemi seri nelle politiche economiche da adottare nella Regioni ricche e nelle Regioni povere dell’Unione. Pensare che la moneta sia una variabile indipendente dalle scelte di politica economica per la conservazione o per lo sviluppo, è quanto meno ingenuo e forse anche un po’…primitivo. La moneta è uno strumento di lavoro per tutti i governanti dell’economia e quasi sempre il loro strumento principe: privarsene e darlo in mani esterne, anche le più avvedute e solide, è un po’ un’avventura. Possiamo a questo proposito ricordare i casi storici di Paesi che hanno imposto la parità della loro moneta con il dollaro statunitense, rinunciando ad una loro politica monetaria: gli esiti di queste scelte sono noti. Noi europei abbiamo dunque spostato questo strumento di lavoro a Bruxelles. Quali effetti ciò ha prodotto sulla nostra economia e sulla nostra politica economica ( su quella italiana in particolare) ? Le risposte trionfalistiche e ipotetiche ( cosa sarebbe successo , se non ci fosse stato l’Euro) sembrano solo opinioni e spesso anche molto superficiali. Forse sarebbe utile approfondire l’argomento con analisi e studi di spessore , per capire limiti e vantaggi dell’operazione Euro nelle diverse situazioni socio-economiche italiane e nei diversi Paesi, nell’Unione.
Non dobbiamo mai dimenticare che l’Italia uscì dalla guerra a brandelli. Fu ricostruita anche grazie a una politica monetaria keynesiana inflazionistica, che spalmò i sacrifici per lo sviluppo su tutta la popolazione,non essendoci altra alternativa.Furono potenziate le Partecipazioni di Stato per raccogliere risorse, non altrimenti disponibili. Si dirà che quella è storia e che non ci riguarda più. È parzialmente vero. Ma quando entreranno nell’Unione nuovi Paesi poveri, come è in progetto, quale sarà la politica monetaria adottata per loro attraverso l’ Euro? E chi la deciderà? E come sarà compatibile con le loro autonome scelte di politica per lo sviluppo ? E l’Europa a due velocità , propugnata da alcuni Paesi dell’Unione, come la metterà con il problema monetario ? E in generale come è compatibile l’autonomia reale delle politiche regionali per lo sviluppo, con la gestione di una moneta sovranazionale, che ha l’ambizione di appianare , rendere compatibili le diversità europee ?
Il Direttorio che gestisce l’Euro, dovendo compiere scelte strutturali per lo sviluppo e l’omogeneizzazione dell’Europa, a chi risponde in termini democratici e non aristocratici ? In termini pratici quale è il potere reale del nostro Ministro dell’ Economia o , ancor più difficile, del Presidente di una Regione in uno Stato federato, sul Direttorio di Bruxelles? Cosa sta facendo il nostro rappresentante in quel Direttorio ? Governo e Parlamento ne sanno qualcosa ?
La Banca d’Italia è stata liberata dagli obblighi della gestione monetaria. Quindi oggi dovrebbe essere più libera per svolgere funzioni di supporto allo sviluppo, sia in termini promozionali che in termini di controllo. Visti i fatti non sembra. In questi fatti dobbiamo anche mettere il gravissimo processo di deindustrializzazione che sta sconvolgendo il Paese da più di dieci anni ad oggi. È astratto pensare che la Banca d’Italia promuova banche regionali di Sviluppo ( in larga parte potenzialmente esistenti ) capaci di correggere l’appiattimento monetario dell’Euro? Non è questione semplice, avendo una struttura monetaria…inavvicinabile e pietrificata. Però la partecipazione ai disegni delle Aziende, l’assistenza alla loro politica finanziaria, il supporto alle loro strategie di sviluppo e di mercato in una economia “mondializzata” non farebbero male, soprattutto in un sistema economico fatto in prevalenza da imprese “familiari”.
Le politiche monetarie inflazionistiche e deflazionistiche rappresentano scelte indispensabili per il governo dell’ economia, soprattutto se riferite a problemi di stabilità o di sviluppo. E le Regioni europee, tutte le Regioni europee, sono molto sensibili a queste scelte, molto più delle Regioni statunitensi o giapponesi. D’altro lato lo stesso valore dell’interscambio tra Euro e altre monete, a cominciare dal dollaro, non è fattore insignificante per la nostra vita economica. Sulla base di quali considerazioni si può affermare che l’Euro possa valere il 20 o il 30 % in più o in meno del dollaro ? Chi ci rimette nell’un caso e nell’altro ?
In conclusione ciò di cui dobbiamo preoccuparci è la gestione dell’Euro, nei suoi riflessi sulle politiche regionali dell’Unione europea. E questa preoccupazione non può e non deve essere una bestemmia o una voce fuori dal coro; anche perché ci può essere la sensazione che la maggior parte dei cittadini europei la pensino così e quindi siano fuori da un coro un po’ troppo aristocratico.
venerdì 6 gennaio 2012
Ashton who's
(ANSA) - BRUXELLES, 06 GEN - Il nuovo anno si apre con nuove polemiche a Bruxelles per l'Alto rappresentante Ue per la politica estera, Catherine Ashton e il suo servizio diplomatico europeo. A suscitarle e' il rapporto sul primo anno di attivita', dopo la lettera di dodici paesi Ue, inclusa l'Italia, che nel dicembre scorso ha sollevato critiche sulle performance della struttura. Il rapporto della Ashton mette in luce il contesto ''particolarmente impegnativo'' nel quale e' stato avviato il nuovo servizio.
Ashton chi ?
giovedì 5 gennaio 2012
Mi chiamo Giorgio
Mi chiamo Giorgio e ci ho un problema.
Da studente fui nei GUF , Gruppi Universitari Fascisti ; sbagliai ; lo so e lo capii dopo; lo feci forse per goliardia ma anche per giochicchiare con le idee e la cultura . In ogni modo il fascismo perse ; mi iscrissi al Partito comunista.
Vissi il periodo post bellico nel Partito di Togliatti. Avevamo la tesi di essere pronti ad ogni azione politica o rivoluzionaria per prendere il potere e portare l’ Italia nell’area sovietica. Togliatti aveva vissuto la resistenza italiana al fascismo a Mosca ; e quindi aveva stabilito ottimi rapporti organizzativi e finanziari con la madre politica del comunismo. Andammo alle elezioni , tirandoci dietro anche i socialisti ; le perdemmo, anche se non avevamo tanta voglia di vincerle ( negli accordi di Yalta , Stalin aveva lasciato l’Italia nella sfera occidentale ) .Ancora non era il momento . Di diventare socialisti non ci passava nemmeno per la testa. Quindi fui nel PCI , filo sovietico, contro il socialismo occidentale . Fui addirittura d’accordo sulla invasione dei carri armati sovietici nei Paesi del Patto di Varsavia. Fui per il Patto di Varsavia contro la NATO e ovviamente anche contro gli USA in particolare. La storia mi avrebbe dato torto. Sbagliai.
Fui contro il primo centro sinistra di Fanfani e Nenni, la prima apertura dei democristiani ai socialisti e al rafforzamento dell’intervento dello Stato nell’economia e nelle politiche sociali ( fino ad allora obiettivi della “sinistra”). Sbagliai anche questa volta , lasciando il Partito comunista in un ghetto di opposizione.
Ci fu violenza rossa nel Paese ; trattammo i gruppi eversivi e sanguinari come “ compagni che sbagliano “; sbagliammo noi .
Il PCI tentò di mettersi d’accordo con la Democrazia Cristiana , per sostituire il Partito Socialista ( ed eliminarlo ) ; non ero d’accordo ; ma il centralismo democratico del mio partito me lo impose ; ed io mi adeguai. E sbagliai.
Cadde il muro di Berlino ; stavamo per essere eliminati dalla scena politica italiana ; potevamo tutti confluire nei socialisti ; i magistrati , con mani pulite , eliminarono tutti i partiti di governo, tra cui i socialisti stessi ; avevano così aperto una autostrada per la nostra gioiosa macchina da guerra diretta finalmente all’uscita dal ghetto e alla “presa del potere” ; e sbagliammo anche questa volta.
Cercammo, in tutte le maniere possibili, etiche, giuridiche ,poliziesche e parlamentari, di combattere ogni potere in carica diverso dal nostro ; e sbagliammo sia nei metodi che nei contenuti.
Nel frattempo io ho fatto carriera , dal GUF di Napoli , allo stalinismo, al comunismo, al riformismo, all’americanismo , ho preso poteri istituzionali sempre più importanti ; li ho interpretati e allargati , secondo antiche scuole politiche ( sono parlamentare dal 1953 - l’anno prossimo festeggio i miei 60 anni di Parlamento- e faccio politica dal 1945 ) e mi sono buttato in Europa ; ho fatto un governo di tecnici a servizio della mia politica . Ma mi sono dimenticato quale sia la mia politica ( qui il problema non è solo l’età ) ; e loro mi hanno preso la mano; e si sono messi nel giro di complicati interessi finanziari, coprendoli qua e là di buonismo formale ; ma si sono gettati contro l’economia e la socialità. Contro di me alcuni dicono che sto portando il Paese allo sfascio.
Mi chiamo Giorgio e ci ho un problema ; ho sbagliato anche questa volta ?
Da studente fui nei GUF , Gruppi Universitari Fascisti ; sbagliai ; lo so e lo capii dopo; lo feci forse per goliardia ma anche per giochicchiare con le idee e la cultura . In ogni modo il fascismo perse ; mi iscrissi al Partito comunista.
Vissi il periodo post bellico nel Partito di Togliatti. Avevamo la tesi di essere pronti ad ogni azione politica o rivoluzionaria per prendere il potere e portare l’ Italia nell’area sovietica. Togliatti aveva vissuto la resistenza italiana al fascismo a Mosca ; e quindi aveva stabilito ottimi rapporti organizzativi e finanziari con la madre politica del comunismo. Andammo alle elezioni , tirandoci dietro anche i socialisti ; le perdemmo, anche se non avevamo tanta voglia di vincerle ( negli accordi di Yalta , Stalin aveva lasciato l’Italia nella sfera occidentale ) .Ancora non era il momento . Di diventare socialisti non ci passava nemmeno per la testa. Quindi fui nel PCI , filo sovietico, contro il socialismo occidentale . Fui addirittura d’accordo sulla invasione dei carri armati sovietici nei Paesi del Patto di Varsavia. Fui per il Patto di Varsavia contro la NATO e ovviamente anche contro gli USA in particolare. La storia mi avrebbe dato torto. Sbagliai.
Fui contro il primo centro sinistra di Fanfani e Nenni, la prima apertura dei democristiani ai socialisti e al rafforzamento dell’intervento dello Stato nell’economia e nelle politiche sociali ( fino ad allora obiettivi della “sinistra”). Sbagliai anche questa volta , lasciando il Partito comunista in un ghetto di opposizione.
Ci fu violenza rossa nel Paese ; trattammo i gruppi eversivi e sanguinari come “ compagni che sbagliano “; sbagliammo noi .
Il PCI tentò di mettersi d’accordo con la Democrazia Cristiana , per sostituire il Partito Socialista ( ed eliminarlo ) ; non ero d’accordo ; ma il centralismo democratico del mio partito me lo impose ; ed io mi adeguai. E sbagliai.
Cadde il muro di Berlino ; stavamo per essere eliminati dalla scena politica italiana ; potevamo tutti confluire nei socialisti ; i magistrati , con mani pulite , eliminarono tutti i partiti di governo, tra cui i socialisti stessi ; avevano così aperto una autostrada per la nostra gioiosa macchina da guerra diretta finalmente all’uscita dal ghetto e alla “presa del potere” ; e sbagliammo anche questa volta.
Cercammo, in tutte le maniere possibili, etiche, giuridiche ,poliziesche e parlamentari, di combattere ogni potere in carica diverso dal nostro ; e sbagliammo sia nei metodi che nei contenuti.
Nel frattempo io ho fatto carriera , dal GUF di Napoli , allo stalinismo, al comunismo, al riformismo, all’americanismo , ho preso poteri istituzionali sempre più importanti ; li ho interpretati e allargati , secondo antiche scuole politiche ( sono parlamentare dal 1953 - l’anno prossimo festeggio i miei 60 anni di Parlamento- e faccio politica dal 1945 ) e mi sono buttato in Europa ; ho fatto un governo di tecnici a servizio della mia politica . Ma mi sono dimenticato quale sia la mia politica ( qui il problema non è solo l’età ) ; e loro mi hanno preso la mano; e si sono messi nel giro di complicati interessi finanziari, coprendoli qua e là di buonismo formale ; ma si sono gettati contro l’economia e la socialità. Contro di me alcuni dicono che sto portando il Paese allo sfascio.
Mi chiamo Giorgio e ci ho un problema ; ho sbagliato anche questa volta ?
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