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domenica 16 giugno 2019

CIAO GIANNI



Ci conoscemmo nel 1965 , tramite Tristano Codignola , assieme a Roberto Spano e Claudio Signorile. Volevate che facessi il presidente dell'UGI , successore tuo e di Roberto Spano. Al Congresso di Napoli , ove fui eletto, Renato Nicolini , giovane comunista , vi accusò , tu e Roberto, di aver trasformato l'UGI in monarchia , ove i regnanti nominano i successori.

Lino Jannuzzi sosteneva che i presidenti dell'UGI erano anche prìncipi di goliardia ; e la goliardia era in effetti, da sempre, una...specie di monarchia costituzionale. “Goliardia è cultura e intelligenza...è culto dello spirito che genera un particolare modo di intendere la vita alla luce di una assoluta libertà di critica, senza pregiudizio alcuno , di fronte ad uomini ed istituti...” si leggeva tra l'altro nel Manifesto di fondazione dell'UGI del 1946 ,presentato al Caffé Florian della tua Venezia. E Tu quel “particolare modo di intendere la vita” lo rappresentasti bene, con profondità e logica raffinatissima ; e spesso ai più incomprensibile.

Cominciò così il nostro viaggio assieme.

Venisti al mio matrimonio , in Tunisia, dove lavoravo per le Nazioni Unite; nella spiaggia della Marsa , mi dicesti “ Ma che ci fai tu qui a perdere tempo ? Torna a casa !”.
In effetti ! Decisi di rientrare e andai a lavorare nell'industria , cominciando da impiegato metalmeccanico di settima categoria. Tu eri già dentro alla politica veneziana e veneta . I nostri sentieri si erano separati . Ma non l'amicizia ; ogni tanto ci vedevamo.

Poi sbarcasti a Roma nella politica nazionale ; diventasti subito un importante punto di riferimento nel Partito Socialista. Ci ritrovammo ; mi chiamaste a lasciare l'economia “ privata”, dove avevo fatto strada, e ad entrare in quella “pubblica”. Lo feci ed ebbi modo di vederti molto più spesso. Qui oggi ci sono molti testimoni delle tue straordinarie doti politiche, di Partito, di Governo e di Stato ; e ce ne porteranno testimonianza.

Voglio solo ricordare una sensazione che mi è sempre rimasta nel cuore. Lavoravo su problemi complessi : sull'energia o sulla economia internazionale . Ne parlavamo ; tu ascoltavi, quasi con una certa impazienza , muovendo la testa e intrecciando le dita nei capelli lunghi; saettando i tuoi occhi , buoni , dolci, in qua e in là. Poi mi parlavi , come un fiume in piena : avevi già capito tutto , come se tu lo avessi sempre saputo. Avevi colto il cuore del problema, la sua natura ; e senza esitazione o incertezza alcuna ; e con irruenza, dicevi le tue tesi ,le tue soluzioni. Restavo sbalordito !

Dopo il “colpo di stato” (o il 93 ) cominciò il linciaggio. Cercarono di affogarti , di soffocarti ( e lo fecero anche con noi, tuoi amici e compagni ). Tornasti a galleggiare, ma non potesti più navigare ; le correnti di un mare agitato ti portarono qua e là ; per poi abbandonarti nel vortice delle malattie che ti hanno inghiottito.

Se Fellini fosse stato qui avrebbe pensato ad un film magnifico su di te . Sui tuoi colori, i tuoi eccessi, i tuoi giochi, le tue eresie; la tua vita di attimi, di fughe, di lampi geniali, di curiosità illimitate ; di riflessioni.
Una vita di corsa ; e contagiosa

Ciao Gianni
                                                                             Marcello
 Camera dei deputati Sala della regina il 14 / 6 / 2019


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