E’ iniziata una nuova guerra mondiale . Le guerre di un
volta si facevano con armi ed eserciti , per conquistare terre e popoli ;
dominarli e divenire più potenti , ma soprattutto più ricchi. Ora invece ,in
gran parte del mondo, ricchezza e potere si prendono attraverso la finanza e i
suoi strumenti . Il caso greco è significativo : la Grecia viene fatta fallire
e così non restituirà una parte dei
soldi che ha avuto in prestito; i creditori cercheranno di dividersi le
spoglie del Paese ; ed hanno già cominciato a farlo ; prenderanno Banche ,
patrimoni immobiliari , aziende , infrastrutture e via dicendo ; la Grecia
comincerà a non essere più dei greci. Ci sarà qualche morto , schiantato dalle
pene della povertà o della disperazione ; ma poca roba , rispetto alle vecchie
guerre. Questo esempio vale per tutto quello che stiamo vivendo oggi in Europa.
La moneta unica è stato il cavallo di Troia , per poter scatenare l’assalto
alle economie più deboli, ma non solo a quelle ; attraverso loro , anche al
potere economico dell’intero vecchio continente , in casa propria e nel mondo.
Non ha senso pensare che i Paesi europei del Sud falliscano tutti ; trascinerebbero nel disastro anche
quelli del Nord , se non fosse altro , per il forte interscambio della bilancia
dei pagamenti e di quella commerciale esistente tra tutti i Paesi della vecchia
Europa. Il disegno di questa guerra è diverso;
viene da lontano, non ha
bandiere ed è manovrato da poteri finanziari trasversali , per interessi ( proprietà dei capitali
messi in gioco ) e per loro origine geo-poltica ( Usa, Cina , Brics, Paesi
petroliferi o riciclaggi vari ). Il disegno è accumulare patrimoni, con i quali
acquisire il controllo economico e poi politico delle diverse aree ricche
europee, nella svendita, che è già iniziata, di beni e servizi unici al mondo.
E l’Euro- cavallo- di- Troia non riesce più a essere portato fuori dal villaggio fortificato , che è assediato dall’esterno; ma che è anche vittima di scontri civili provocati
dagli stessi “militari”, usciti dal cavallo , mescolatisi tra la gente e
talvolta già arrivati nelle poltrone di un potere che per “necessità” è stato
loro delegato.
E’ quindi una guerra senza nomi ; che utilizza solo
l’ignoranza e le dabbenaggine di sistemi pseudo-liberali. , nel nome di un
internazionalismo capitalistico , che si è trasformato in assalto predatorio
contro Paesi, genti, storie e culture.
E’ una guerra mondiale ; il teatro prevalente dello scontro
oggi è in Europa ; ma con lo stesso metodo di lavoro essa potrà essere esportata
dovunque.
E’ una guerra senza fine , se le leggi dei sistemi liberali
non definiranno con chiarezza i limiti delle libertà economiche e anche di
quelle geo-politiche; la vita e il futuro di miliardi di persone non possono
essere affidati alla cultura e alla pratica del far-finta-di-nulla.
Cosa fare ? Intanto “fare” e non “lasciar fare” ; il “fare”
sarebbe già qualcosa nei confronti di questo nemico invisibile , che tuttavia
potrebbe essere facilmente individuato e localizzato ; la speculazione finanziaria
non viene dal cielo e ha suoi percorsi ;
può essere sempre intercettata, anche nei viottoli più sperduti del
mondo dei soldi.
Nel suo “Eloge des frontières” un noto filosofo francese ,
Regis Debray, ha lanciato una provocazione assai suggestiva; ha finto la tesi
del “nazionalismo”, per dire solo che le persone e i popoli hanno una loro
identità da difendere e da sviluppare, senza becere e inopportune interferenze
esterne. Di questa loro identità fa parte anche la moneta che usano per i loro
scambi materiali ; partita dal baratto , passata attraverso l’uso di oggetti
considerati pregiati e finita come carta di impegno, senza valore materiale ,
equiparabile a un “pagherò”, trasformato in “pago”. E’ sbagliato appiattire una
moneta artificiale su sistemi economici profondamente diversi, intricati e
complessi , solo per interessi della moneta-merce. L’Euro partì grosso modo con
lo stesso valore del dollaro ; cioè l’Europa disse che Stati Uniti ed Europa
potevano avere un sistema monetario di valore comparabile. La Germania poi , completata la faticosa e costosa
riunificazione, anche con la collaborazione della eurozona, spinse per tornare
ad avere una moneta rivalutata rispetto al dollaro ; spinse per avere insomma
un “euromarco” , per un’eurozona più ricca degli USA ; non ce la fece del tutto
( il disegno ,si dice , prevedeva una rivalutazione dell’euro del 60 % e arrivò
a punte del 50 % ) , ma riuscì a mettere così in crisi tutti i Paesi meno
ricchi e indebitati , a cominciare da quelli del Sud, che da sempre considerano
l’America un miraggio e non un’area più povera di quella in cui vivono .
L’euromarco , volente o nolente ( per ora non si sa ) dette una mano
formidabile agli speculatori nemici dell’Europa. Di fatto avviò un’altra guerra
mondiale , attraverso le sale borse, europee e non.
E allora fare cosa ? Innanzitutto riprendere in mano la
questione da un punto di vista politico e non tecnico ; costruire un progetto
politico contro questa guerra , che l’Italia deve “ripudiare”. Sapere dire di
no alle richieste impossibili per il nostro Paese e per l’Europa stessa.
Accettiamo pure la sfida continua delle agenzie di rating e delle minacce
“borsaiole” e teniamo la testa alta, con misure e fatti concreti, nazionali e
internazionali ; facciamola finita con questo senso di colpevolezza sul passato e sul passato remoto della nostra “politica” ; se fosse solo per
questo, tutti gli altri Paesi del mondo
( o quasi ) dovrebbero averne più di noi.
Ad un alto dirigente dello Stato italiano , più di venti
anni fa, un grande giornale chiese cosa pensasse di un giudizio negativo
espresso da Moody’s sull’Italia : egli
rispose : “ Moody’s ? Di chi è Moody’s
?” Già di chi sono Moody’s e le sue
“potentissime” sorelle ?
Pubblicato da "l'Occidentale" il 25 luglio 2012
Pubblicato da "l'Occidentale" il 25 luglio 2012
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