Premessa ( lunga): come riconosciuto da tutti , l’Italia non sta malaccio; i dati economici di base, i fondamentali, non sono messi così male ; il punto più debole sembra il rapporto tra debito pubblico e reddito prodotto ( pil ); ma anche questo coefficiente dovrebbe essere statisticamente approfondito e corretto dalla presenza di una “produzione sommersa “, che è valutata dal Fondo Monetario Internazionale al 26 % del pil . Non solo : questi dati di confronto internazionale ignorano il “patrimonio” e guardano solo al reddito ; i sistemi economici non possono essere confrontati solo sul reddito ; il patrimonio non è questione secondaria in economia ; eppure è come se non ci fosse, anche se “misurarlo “ non è certo agevole. Infine i dati statistici sono lasciati alla costruzione dei singoli Stati ; se uno bara o sbaglia , non importa ; i dati dichiarati sono quelli veri . Finora nella potente Unione Europea, l’Eurostat ( l’ufficio delle statistiche ) non aveva alcun potere di controllo ; ora gliene è stato dato qualcuno, dopo che ci si è accorti che Grecia e Austria avevano dato cifre taroccate ; o che i metodi di calcolo statistico erano diversi da Paese a Paese e i dati dovevano essere corretti o interpretati. Quindi questa montagna del debito pubblico italiano dovrebbe un attimo essere ricollocata nel vero contesto economico italiano ( con i debiti abbiamo ricostruito l’Italia dalla totale distruzione post-bellica ) ed europeo ( ci sono Paesi che stanno molto peggio di noi , ma presentano statistiche sul loro prodotto interno diverse e migliori delle nostre: senza però contare il “sommerso”, che da noi può anche essere il doppio o il triplo di quello comunitario ).
E allora perché questo accanimento , questa agitazione della finanza internazionale sul debito italiano ? Con un metodo nuovo ; quello del “fai-come-ti-dico-io-o-non-ti-presto-i-soldi”; questo metodo passa sotto il termine di “credibilità” internazionale ; abbiamo bisogno di soldi per pagare gli interessi dei debiti scaduti , come tutti, dagli USA alla Germania , e li andiamo a chiedere nel mercato internazionale, come nella economia internazionalizzata si conviene ; qui troviamo delle forze che dicono “ no, non siete credibili” e quindi ci impongono un nuovo governo , prendendoci per la gola sui soldi che dobbiamo prendere per onorare gli impegni ; e ci fanno anche pagare interessi quattro volte quelli per loro normali. Non è un bel metodo , se per di più dietro ad esso si celassero interessi di parte , nazionali o finanziari. Questo della “credibilità” è in realtà un giochino un po’ perverso ; al povero Tremonti fino a qualche giorno fa facevano tutti grandi e falsi segni di stima e di rispetto ; e lui, accademicamente, si accontentava; poi i panzer anti-Berlusconi-uomo sono tornati in azione e hanno sfondato. Sarebbe allora questo il punto di “non credibilità” dell’Italia ? Può essere , ma è dubbio.
In Grecia, Francia e Germania sembrano nel frattempo aver fatto man bassa di imprese, patrimoni e infrastrutture ; tutto da verificare, ma sempre ineccepibile in un’economia di mercato internazionale. E in Italia cosa ci possiamo attendere ? Forse la conquista di alcuni patrimoni nazionali di non poco conto , come Eni, Enel o Finmeccanica. O altro ; nella crisi attuale , per esempio, Edison , il più grande gruppo elettrico privato , sta subendo la scalata di Electricité de France , l’ Azienda di stato francese nel settore. Tutto normale e giusto, nel libero mercato; ma sarebbe possibile l’inverso ? Non viene il sospetto che il mercato sia stato usato dalla finanza per disegni economici e politici di parte ? Non è che questa Europa, attraverso l’euro, si sta piegando ad interessi economici e politici nazionalistici, quasi a ripetere in chiave attuale quello che vissero i nostri nonni cento anni fa ? L’ Europa e l’euro dovevano servire a unire i popoli, a integrarli ; non era previsto invece che i più ricchi o potenti delle sale Borse europee e non , avrebbero potuto entrare in casa altrui e racimolare il racimolabile ; oltretutto imponendo nuove regole condominiali e anche nuovi amministratori.
Questo è uno scenario fantastico ; sicuramente le cose non staranno così ; ma se qualcuno ci dicesse realmente come stanno, senza raccontarci le novelle , gliene saremmo grati.
Pubblicato da "l'Occidentale" il 15 novembre 2011
non so se sia vero quanto sospettato dall'articolo ma anche se fosse, la realtà è che noi siamo troppo deboli per opporci. siamo deboli per colpa nostra non per colpa di una entità aliena. quindi come nel passato si potenziavano gli eserciti ora ci dobbiamo rafforzare finanziariamente con uno sforzo comune e pianificare il contrattacco. e chi non ci stà o continua a rompere le scatole va mandato al confine per alto tradimento (siamo in guerra per cui si applica la legge militare).
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