Economia e identità nell’invasione russa dell’Ucraina
Nella parte orientale, sud-orientale e nella Crimea vive 1/4 della popolazione di origine, cultura e lingua russa.
Nel resto del paese vivono i 3/4 della popolazione di origine, cultura e lingua ucraina.
La Crimea, indipendente e federata alla Russia dal 2014, è priva di sorgenti e l’approvvigionamento idrico proveniva dal fiume Dnipro, che taglia in due il paese, attraverso una rete di canali che facevano capo a quel fiume.
La chiusura di quei canali da parte di Kiev, per ritorsione dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia, ha inaridito i terreni e danneggiato sia la produzione agricola che il paesaggio della Crimea.
Le due regioni del Donbass, dopo anni di guerra civile, si sono dichiarate indipendenti e si sono anch’esse federate alla Russia nel febbraio di quest’anno. La spina dorsale dell’economia di queste regioni sono carbone e acciaio, beni ampiamente commerciati con la Russia che troverebbero difficilmente sbocco nel mercato europeo. Ciò rende per quelle regioni l’unione doganale con la Russia di gran lunga preferibile ad un’adesione alla UE. Inoltre, per esportare parte della propria produzione siderurgica ed altre merci, queste regioni hanno estrema necessità delle strutture portuali di Mariupol nel Mar d’Azov, che si trova in territorio ucraino.
La trentennale storia dell’indipendenza Ucraina è stata attraversata da una lunga scia di discriminazioni da parte degli ucraini nei confronti della minoranza russa.
L’Ucraina non ha mai concesso autonomie speciali alle regioni russofone, neppure dopo i trattati di Minsk del 2015, firmati da Russia, Ucraina, Germania e Francia, che prevedevano espressamente uno status speciale nelle due repubbliche ribelli del Donbass.
La revoca dello status di lingua ufficiale per il russo nelle regioni russofone, decisa dal parlamento ucraino nel 2014 ha ulteriormente acuito la questione identitaria.
Le interconnessioni tra le suddette questioni economiche ed identitarie fa immaginare che lo scopo di questa guerra da parte di Putin è di annettere anche la parte meridionale dell’Ucraina che va dal Donbass fino alla foce del fiume Dnipro, nonché di rendere politicamente e militarmente neutrale ciò che rimarrebbe dell’Ucraina.
Nei libri di storia verremo a sapere come andrà a finire.